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Questo argomento dell’età mi perseguitava da tempo: per lavorare tra le donne dovevo invecchiarmi abolendo gli abiti a colori vivaci, le scarpe a tacco alto, usare poco rossetto come già facevo. Mi consigliavano pure di non camminare in fretta!

Dopo le elezioni, sempre nel corso del ’48, mi venne proposto di assumere la responsabilità della direzione provinciale delle ragazze nella Federazione Giovanile Comunista (F.G.C.I.), diretta da Enrico Berlinguer. Tornavo, con piacere, a lavorare con i giovani. Avevo militato nel “Fronte della Gioventù”, che proveniva dalla clandestinità, e poi nel M.G.C. (Movimento Giovanile Comunista) quando Segretario Provinciale era il noto Aldo Braibanti; ora avevo già 22 anni ed ero un po’ “vecchia” per questa attività. Questo argomento dell’età mi perseguitava da tempo: per lavorare tra le donne dovevo invecchiarmi abolendo gli abiti a colori vivaci, le scarpe a tacco alto, usare poco rossetto come già facevo. Mi consigliavano pure di non camminare in fretta!, quanto perbenismo!, non avrei mai creduto che si annidasse anche tra i comunisti di un certo livello.

Arrivo la notizia sconvolgente dell’attentato a Togliatti. Di Giovanni, il Direttore della nostra scuola ci convocò nell’aula grande per comunicazioni urgenti. Ci apprestammo subito ad essere molto ligie e disciplinate e in un batter d’occhio eravamo tutte presenti per conoscere nei dettagli la drammatica notizia. La direzione ci invitò a partecipare alla manifestazione popolare che affollò Piazza Duomo. Noi tutte eravamo costernate, ci affrettammo a gruppi e arrivammo alla Piazza. Lo spettacolo che si offri ai nostri occhi era indescrivibile: una massa enorme di persone che si agitava con un profondo senso di indignazione angosciante, come di chi aveva ricevuto un colpo al cuore. La folla cresceva sempre più, come un fiume in piena. Dalla Breda, dall’Ansaldo, dall’Alfa Romeo, all’O.M., ecc… arrivavano operai anche a torso nudo cosi come stavano a lavorare agli alti forni, altre lunghe file con le mitiche tute blu delle catene di montaggio, che avevo indossato anch’io lavorando per anni nella mia fabbrica. Arrivarono in moto anche i partigiani di Bulow con i loro fazzoletti rossi e tutti si confondevano con la gente di Milano. di Sesto San Giovanni, Monza, Como, Lecco, ecc…. e con i contadini della Brianza che forse era la prima volta che partecipavano ad una manifestazione; stupiti parlavano tra sé nel loro dialetto ed io non comprendevo e mi facevo tradurre dalle compagne lombarde. Era disperazione e rabbia! Amavano Togliatti e il Partito. Vi erano persone che inveivano, commozione e sgomento si univano all’impotenza di non poter far nulla per la salute del Segretario del Partito; e poi da chi era stato fatto tutto questo? Da un povero ragazzo fanatico, armato, cresciuto nella devastante cultura anticomunista dei fascisti repubblichini che avevano portato il nostro paese alla rovina. Con la sua grande coerenza Togliatti più tardi lo volle conoscere e lo perdonò!…

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