Autore
Anna De VitaAnno
2013 - 2017Luogo
MilanoTempo di lettura
8 minutiCombattente dal passo leggero
POLITICA
Da quando sono nata non ho mai potuto accettare le ingiustizie sia nei miei confronti che nei confronti degli altri. Come già scritto, eravamo cinque fratelli e sorelle, ma quando mio padre insultava e picchiava mia mamma eravamo in due a difenderla, e io pur essendo più piccola, mi mettevo in mezzo a loro cercando di allontanarlo da lei mollandogli qualche calcio o pugno. Questo sentimento mi ha accompagnato per tutta la vita, a partire dalla scuola, nei posti di lavoro e da adulta. Ho sempre dato il mio contributo per una maggiore giustizia sociale.
Alle elementari, l'insegnante di ruolo era come una chioccia con i suoi pulcini, purtroppo debole di salute si assentava spesso, venendo sostituta da una strega tutta moine nei confronti delle alunne che spesso le portavano regali, (in quegli anni le classi erano composte di sole femmine o di soli maschi), mentre con le altre era cattiva come la peste, specialmente con me che ero la più povera. La odiavo anche quando castigava ingiustamente una mia compagna!
Nell'ambito del lavoro, due volte venni licenziata ingiustamente. La prima, come già scritto, dal proprietario della cartoleria a seguito di un tranello tesomi dall'altra commessa. Avevo solo tredici anni e lei circa quaranta. La seconda volta al mio primo sciopero. Eravamo una quarantina di donne tutte d'accordo a non rientrare in fabbrica dopo la sosta per il pranzo. Risultato? Mi trovai sola fuori dalla fabbrica! Licenziata senza che nessuna delle mie compagne intervenisse in mia difesa! Avevo ventitrè anni, mio marito era a militare, per fortuna era a casa in permesso. Mentre tornavo a casa mortificata e in lacrime mi assalì una rabbia furibonda, mi era intollerabile dover accettare quell'ingiustizia. Avevo scioperato perché anche ad alcune di loro venisse concesso lo stesso mio livello superiore, e la mia stessa paga.
Cominciai ad informarmi politicamente quando si avvicinava la data in cui dovevo votare per la prima volta. Durante la Messa domenicale il Sacerdote ci diceva di votare la DC perché i comunisti erano dei diavoli rossi, e che se li avessimo votati, dopo morti saremmo andati all'inferno. Mentre parlava io pensavo: "Accidenti, ma con tutto quello che succede nel mondo perché Dio deve perdere il tempo per cercare quelli che hanno votato i comunisti! Bah?!"
Un ragazzo che abitava in via Preneste mi convinse ad assistere ad un Comizio sul tema elezioni. Quando entrai in quel salone pieno di gente un tizio chiedeva nome e cognome a tutti coloro che entravano, nel frattempo con sgomento mi accorsi che si trattava del Partito MSI. In seguito, per diversi mesi mi arrivavano lettere che iniziavano: "Cara camerata". Dovetti arrivare a minacciarli di denuncia perché cancellassero il mio nome! Non sapevo quasi nulla di politica ma sentivo che mai avrei potuto pensarla come loro!
Mancava qualche mese alla data delle elezioni, partecipai a dibattiti tenuti dai diversi partiti. Ero sempre più confusa ma non volevo andare a votare senza una maggiore informazione. Un amico, maggiore di me di alcuni anni, che da piccina mi accompagnava a fare il bagno in un fosso vicino a via Civitali, dove lui abitava e al quale avevo espresso i miei dubbi, mi prestò due libri. Non ricordo i titoli e nemmeno il loro Autore. Uno descriveva tutta la Seconda Guerra Mondiale, voluta con l'invasione tedesca capeggiata da Hitler in tutta l'Europa, i milioni di morti, l'alleanza con Mussolini, l'8 settembre, la Resistenza Partigiana, l'Olocausto ecc. Ero sconvolta. Sapevo qualche cosa ma mai nessuno mi aveva mai documentato così bene! A scuola mai niente. Il secondo libro spiegava le lotte contadine contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, e le battaglie per raggiungere una maggiore Giustizia Sociale. Quel ragazzo era iscritto al PCI.
Leggere quei libri e parlare con quel ragazzo fu un insperato aiuto a farmi votare a sinistra. Votai PSI. Allora il segretario era Nenni. Grazie al Sacerdote purtroppo avevo ancora paura di andare all'inferno!
Passano gli anni, ho la fortuna di conoscere Rino che ha le mie stesse idee politiche. Lavorava presso la casa editrice "Rizzoli". Ci sposiamo. Iscritto alla CGIL partecipa con i suoi compagni del Sindacato a tutte le lotte operaie e quando venivano indetti gli scioperi partecipavamo con entusiasmo tutti e due tenendoci per mano. La volta seguente votammo tutti e due PCI.
 
Nasce Cristina e poi Alessandro. In quel periodo io e Rino avevamo deciso che io rimanessi a casa dal lavoro. Quando iniziano a frequentare l'asilo e poi le scuole, avendo molto più tempo a disposizione, accettai la nomina di "Rappresentante di classe" e in seguito venni eletta come membro del "Consiglio di Istituto". Da allora fui sempre in prima fila per una scuola migliore.
Una volta durante una riunione con i Professori che si lamentavano perché, pur essendo già passati due mesi dall'inizio dell'anno scolastico, non erano ancora stati assegnati gli insegnanti di sostegno agli studenti disabili e che avevano una gran difficoltà in tutte le classi. Decidemmo di chiedere un appuntamento al Provveditore agli Studi, che ci venne concesso. Il giorno stabilito noi tutti genitori facenti parte del Consiglio di Istituto ci recammo al Provveditorato, dopo ore di attesa un fattorino ci informò che per ragioni interne il Provveditore era dovuto uscire con urgenza. Un genitore infuriato spalancò la porta che dall' Ufficio del Provveditore il quale era spaparanzato sulla poltrona con i piedi sopra la scrivania, entrammo tutti e indignati gli comunicammo che non saremmo usciti fino a quando non ci dava una risposta positiva alle nostre richieste. Tutto gentile prese in mano la cornetta del telefono e disse: "Avete ragione, chiamo subito Il Ministro della Pubblica Istruzione a Roma e mi faccio mandare gli insegnanti di sostegno, attendete fuori che poi vi informo io!". Dopo circa venti minuti arrivò una pattuglia della polizia con i mitra spianati. Ci fecero alzare le mani e prima di buttarci fuori dal Provveditorato, presero le generalità a tutti dicendoci che da quel momento saremmo stati denunciati per avere occupato l'Ufficio del Provveditore. lo tremavo come una foglia. Fu grazie ai sindacati, che presero le nostre difese, che per fortuna nessuno di noi fu denunciato!
Continuai a partecipare alle lotte per ottenere la Legge sull'aborto, (ma soprattutto perché venissero aperti Consultori in tutta Italia dove le coppie venissero informate su come evitare una maternità indesiderata ed evitare l'aborto. Infatti con quella legge gli aborti clandestini diminuirono notevolmente!), e poi per la parità tra uomo e donna, per il divorzio e per la Pace. A quante manifestazioni io e Rino abbiamo partecipato insieme! Rino partecipò anche a quella per l'emancipazione della donna! (Gli uomini pur essendo di sinistra erano pochissimi!).
Nel 1974 ci siamo iscritti al PCI presso la Sezione " Luglio 60". (Nel marzo 1960 il democristiano F. Tambroni riceve I' incarico dal Presidente della Repubblica Granchi di formare il Governo, il 26 dello stesso mese nasce con i voti del MSI. Durante uno sciopero Generale indetto dai Sindacati in tutte le principali città d'Italia avvenuto in Luglio dello stesso anno Tambroni dà l'ordine di sparare contro i partecipanti. Risultato: 11 morti e centinaia di feriti. I colpevoli vennero assolti nei 1964.) Oggi la Sezione si chiama "Bella ciao".