[...] Con la mia sorella Marietta

Per diversi giorni continuarono a fare saltare le nostre case in aria. Dopo lo scoppio di vedeva alsarsi al cielo delle enormi colonne di fumo e si sentivano i dedriti ricadere per alcuni secondi. Era uno spettacolo devastante. Alcune persone scendevano dal Podere di Strazzano che era molto + alto e infossato per andare nelle colline sopra il Gioiello per vedere cosa stava succedendo. Successe che anche lì a Strazzano non eravamo più sicuri perché i Tedeschi portavano via anche i contadini dopo avere preso tutto il bestiame. Allora riprendemmo le nostre povere cose e ci nascondemmo in un Fosso molto ben riparato da una macchia fitta. Nel fosso di Belmonte trovammo altre famiglia che avevano preso asilo nelle altre case di montagna. Qui veramente patimmo la fame, non c’era più la Santina di Strazzano che ci offriva la scotta che era siero e un po' di ricotta che arrivava dopo aver [avanti] del formaggio. Le nostre scorte finirono presto e ricordo si mangiavano le castagne secche.