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Quando siamo finalmente soli e Marina è stata posta su una culla accanto a noi, prorompo in un pianto di gioia.

La nascita di Marina 18-6-1951
Marina nacque all’Ospedale Civile di Urbino il giorno 18 giugno, lunedì alle ore 10.45 circa. A distanza di tre mesi ricordo la scena perfettamente.

Zavia da un quarto d’ora è in sala di parto. Non so più nulla di lei. Fumo una sigaretta in preda a una forte tensione, solo, coi miei pensieri. Sono preoccupato. Zavia non è stata bene in questi ultimi anni e sebbene abbia portato a termine una magnifica gravidanza, potrebbe essere ancora debole.

Ma ad un tratto esce dalla sala di parto una infermiera con qualcosa avvolta in un panno. Intuisco subito e l’infermiera me ne da spontaneamente conferma dicendomi in fretta: “E’ una bella bambina”.

Seguo la donna in altra stanza, vedo il panno disfatto. Osservo.

Il corpicino è ancora imbrattato di sangue, ma distinguo una testina con dei capelli neri, due braccini e due gambette che accennano qualche movimento.

Davanti a me sta mia figlia.

Lascio la bambina alle cure dell’infermiera, torno nel corridoio pensando a mia moglie.

Eccola, su una lettiga, uscire dalla sala di parto. Mentre preoccupatissimo mi avvicino, essa mi tranquillizza con uno sguardo e mi dice: “Sto bene, adesso”.

Non dico nulla, la commozione trabocca.

Quando siamo finalmente soli e Marina è stata posta su una culla accanto a noi, prorompo in un pianto di gioia.

Mia figlia, dopo poche ore di vita, ha sorriso, il sorriso del fiore che sboccia.

Il sorriso di Marina.

Marina non poteva nascere in un momento migliore: io libero da appena un giorno dai miei impegni scolastici, Zavia felice di incominciare la sua nuova vita di madre al Colcello. Come consapevole di questo regalo, mia figlia, dopo poche ore di vita, ha sorriso, il sorriso del fiore che sboccia.

E al Colcello, in tre mesi di permanenza, ha continuato a sorridere sempre, a tutti, conquistando subito l’affetto dei parenti di Zavia.

 

Questa quarta villeggiatura al Colcello è stata dunque rallegrata dalle manifestazioni di gioia di nostra figlia. Questa gioia, o Marina, ti resti sempre nel cuore.