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Alfredo ZampoliniAnno
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2 minuti 30 secondiE' nata una figlia

Pianto nella notte
Quanto sono perduto per te, o Marina!
Che importa! Davanti a un tuo sorriso tutto si dimentica. Non può essere altrimenti, l’amore verso i figli non può essere che così. Recano essi, al dire di tutti, gioie e dolori; le prime rimangono allietando la nostra vita, questi ultimi passano in secondo piano, non contano.
Anche tua madre ed io lo stiamo provando.
L’affetto verso di te non teme la concorrenza dei sacrifici che per te si fanno; è inattaccabile. Sei sangue nostro, ciò basta.
Ogni notte, Marina, il tuo pianto ci sveglia, il pianto della fame. E’ come un campanello che squillasse nel silenzio più profondo.
Ti ho sentito all’Ospedale nei tuoi primi giorni di vita, l’ho riudito al Colcello. Mi faceva sussultare, mi infastidiva, mi innervosiva qualche volta. Il sonno perduto mi rendeva fiacco, stanco. Ho dovuto andare a dormire in un’altra stanza per un po’ di tempo; ma tua madre ha voluto stare con te, sempre, anche quando poteva andare a riposare in altro luogo. Questo per starti sempre vicina, ricordatelo Marina.
Da un po’ di tempo lo sopporto meglio; ora poi che si limita a una sola volta, non mi dà fastidio. E’ il pianto della fame, ho detto. Non c’è che da benedirlo.
 
 
La prima pappa di Marina
Il 26 novembre Marina ha mangiato la sua prima pappa di semolino. Che ghiottona!
Si sarebbe detto, a vederla ingoiare con tanta naturalezza e voracità il pasto dato col cucchiaino, che avesse fin dalla nascita mangiato in quel modo!
Naturalmente, per essere sempre coerenti in fatto di voracità, la prima razione di pappa non le è bastata. E allora, per non sentirla strillare, abbiamo dovuto somministrarle anche un po’ di Eledon.
La prima pappa è stata digerita bene, anzi la piccola non ne ha rimesso la minima parte.
Cercheremo quindi di passare al più presto, se le pappe continueranno ad essere tollerate così, dall’alimentazione liquida a quella semi-solida.