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Autore

Ada Vita

Anno

1942 -1945

Luogo

Milano

Tempo di lettura

7 minuti

Il mio segreto diario di guerra

Entriamo in Chiesa, appena entrati comincia il "concerto" spari, bombe a mano, cannoni, tutto un ben di Dio

Bolzano, 3 maggio 1945

 

"Scrivo mentre c'è una grande sparatoria, è incominciata dalla 07,00. Interrompo perché andiamo al Cristo Re, oggi officeranno la S. Messa per la nonna, è tre anni che è morta" Ho aspettato a riportare subito l'avvenimento, ero troppo eccitata. Ci alziamo con l'intenzione di andare a Messa, usciti, una Signora, che abita dai Pasqualon, ci avverte che ci sono i partigiani che disarmano i tedeschi. Noi ci avviamo, attraverso i vicoli di Via Giardini. Arrivati in Via S. Quirino vediamo due camion messi in mezzo alla strada in modo da fare da "trincea"; da quella postazione i partigiani chiamano i militari ed i ferrovieri tedeschi affinché consegnino le armi; i tedeschi sono esitanti e non sanno cosa fare.

Vista questa situazione, noi attraversiamo di corsa (da incoscienti !!) la strada e ci infiliamo nel vicoletto parallelo al Ristorante S. Quirino, appena in tempo! ; incomincia una sparatoria coi fiocchi : "papà facciamo una corsa ed usciamo da questo imbroglio " ma nel vicolo parallelo ci sono altri tedeschi che si trincerano e spianano le armi ( proprio come al cinema ) allora urlo : "papà corri -corri" e voltiamo a sinistra . In quest'altro vicolo c'è un tedesco dietro ad una macchina rovesciata con il mitra in mano ...bianco come la carta, noi gli passiamo vicino e via, finché non siamo sulla via Orazio. Siamo più calmi ed avvertiamo le poche persone che incontriamo di non muoversi. Entriamo in Chiesa, appena entrati comincia il "concerto" spari, bombe a mano, cannoni, tutto un ben di Dio. Seguo come posso la Messa, prego, faccio la Comunione, fuori continua ed aumenta la sparatoria, molti si rifugiano in Chiesa, m'impressiona un soldato tedesco in fondo, all'ultimo banco inginocchiato che prega !! Usciamo con l'intenzione di non passare dai vicoli ma da Via Druso, peggio che peggio. Le pallottole ci fischiano alle orecchie, concitata urlo : " patocchio, abbassati !!" . Così non si può andare avanti, atteniamo qualche minuto, alla Federazione (?) altri soldati tedeschi sono sulla difensiva con il mitra spianato, prendiamo la decisione di riprendere la strada dei vicoli. Andiamo tranquilli seguendo il vicolo Giardini fino in alto a Via S. Quirino, ci guardiamo intorno, alcune persone ci danno il via libera e corriamo fino al vicolo sotto il portico che unisce via S. Quirino a Viale Venezia. Tiriamo fuori la testa, avanzano due tedeschi con il mitra pronto; torniamo indietro, io busso ad un portone e urlo " aprite ! aprite !",una signora ci apre, è il primo portone sulla destra, entriamo . Da uno spioncino controlliamo, passano, usciamo, da una finestra socchiusa ci urlano " attenzione ci sono ancora ", papà mi dice :" andiamo ", usciamo sul Viale Venezia ed imbocchiamo quasi subito Via Gorizia e passando dal cortile dei ferrovieri entriamo nella nostra strada, imbocchiamo Via Fiume dalla parte della passeggiata, finalmente a casa, ma a metà strada ecco i Polizei dello Asilo, noi imperterriti, con il cuore in gola ma apparentemente calmi, facciamo ancora una cinquantina di passi ed entriamo nel nostro portone. Ripensandoci poi, riconosciamo che la fortuna è stata la mia presenza femminile, se papà fosse stato solo avrebbero sparato.

Nel primo pomeriggio " si circola " per Bolzano, c'è molta confusione, ci sentiamo un po' disorientati ma felici, Radio Bolzano è presieduta dal C.N.L. e trasmette in italiano.

Scendiamo subito in cantina, la Lella fa da sentinella: nel 1° rifugio ci sono tutti gli inquilini mentre nel 2°c'è un partigiano che si cambia ; ha gli abiti molto stracciati e malconci perché per tutta la notte i partigiani hanno agito nella Zona Industriale. Veniamo a sapere che c'è un gruppo di partigiani in Viale Venezia che disarma i tedeschi dei camion, ma arrivati all'Asilo saltano fuori quelli dell'Armeria e comincia così lo scambio di colpi. Due partigiani sono fatti prigionieri e sistemati sul terrazzino dell'ingresso, uno è Otto Menestrina figlio di un ferroviere, che abita in Via Fiume. Il partigiano che era nel rifugio, sale le scale e spara verso l'Asilo dalla finestra dell'abitazione Toniato, poi scende le scale e spara da quella di Mattioli, poi rinuncia e nasconde, dopo averne ricevuto l'autorizzazione, nella cassapanca del carbone nella cucina di Mattioli, : 2 mitra, 4 pistole, cartucce e bombe a mano. Si calma e poi ci racconta alcuni episodi; vorrebbe parlare con Otto, io, furba !!!, salgo con questo partigiano in casa, mi affaccio guardinga alla finestra e vede i due prigionieri ed anche una donna, mi metto a fare dei gesti. Otto mi vede ma anche la donna, è forse una spia? salta fuori il Polizai che ci vede e spara con il mitra verso le mie finestre, mi nascondo subito, quel ragazzo invece è più lento, abbiamo pensato al peggio!! . Scendiamo. La situazioni pare sia tranquilla!!! Nel primo pomeriggio " si circola " per Bolzano, c'è molta confusione, ci sentiamo un po' disorientati ma felici, Radio Bolzano è presieduta dal C.N.L. e trasmette in italiano. Il Sindaco è Bonvicini (il nostro farmacista ),non ricordo come è stato nominato . Papà intanto va in Ufficio di Via Firenze, ha trovato tutte le porte sfondate e tanto disordine, hanno portato via bicchieri, libri ecc., che erano accatastati nella biblioteca e di proprietà del Dopolavoro. Nel Cortile della casa delle Poste c'è una macchina abbandonata. E' già tre giorni che alle 21,30 c'è il coprifuoco. Stiamo rientrando a casa quando ci fermano due ragazzi, chiedono dove poter passare la notte; sono 7 reduci - scappati dalla Germania, Menapace, il fornaio di via Zara, gli ha offerto del pane e Draghi, il proprietario del negozio di alimentari, un Kg. di riso. Papà li sistema in uno dei due rifugi; salgono nel nostro appartamento a turno per utilizzare il bagno; papà stamani alla 7,00 è già pronto ad accoglierli, vengono su, per primi due di cui uno di Torino, all'apparenza è il più educato, è Sergente. Gli altri si danno il turno, io offro loro del caffè d'orzo e quello che abbiamo. Li indirizziamo alla Lancia per informarsi sul viaggio. Restano nostri ospiti un paio di giorni. Un pomeriggio ci portano tre barattoli di marmellata, dello zucchero, del caffè da tostare, della farina di riso e delle uova in polvere, cosa che io non avevo mai vista, così posso far loro degli omlette con la marmellata ecc.

I nostri partigiani girano armati "fino ai denti" e con una fascia al braccio, ci sono anche delle ragazze, tra loro ho vista una della sorelle Ronchini con tanto ti fucile a tracolla e di fascia al braccio.

Intanto per le strade c'è grande confusione, si parla dell'arrivo dei militari Inglesi. Tutti girano con nastrini e bandiere tricolori, è uno spettacolo strano ma gioioso. I nostri partigiani girano armati "fino ai denti" e con una fascia al braccio, ci sono anche delle ragazze, tra loro ho vista una della sorelle Ronchini con tanto ti fucile a tracolla e di fascia al braccio. A casa intanto mi sistemo il salotto che, grosso modo, ha ripreso l'aspetto ante - guerra, a parte la porta sfondata ed i vetri rotti. Con l'Antonia, nel pomeriggio, usciamo alla " ricerca " degli americani, ne vediamo uno solo ma anche ubriaco !! Alle 18,00 mentre l'Antonia mi racconta che ha visto dei giornalisti americani, sentiamo un rumore come di motore d'aereo, o forse c'è rimasta dentro la psicosi ..., ci affacciamo, tutti corrono verso il Ponte Druso; dalla finestra vedo passare, finalmente, i carri armati americani. Papà ed alcuni dei i militari-reduci presenti scendono immediatamente, io stavo friggendo un omlette (che riesco a bruciare !!) finisco e scappo, con gli altri reduci, verso il Ponte Druso .

Arrivo a veder passare gli ultimi, alcuni sorridono ma altri hanno proprio facce da prendere a pugni, ce ne sono di tutte le razze, distribuiscono caramelle e sigarette.