La gioventù femminile saronnese nella resistenza

Il 23 di aprile 1945 il signor Angelo Banfi che lavorava a Milano alla CGE mi disse che il giorno 25 ci sarebbe stata l'insurrezione.  Al 24 ho portato al di là del Ticino quattro giovani, e riferii a Ferro quello che mi era stato detto, ma egli ribattè che non ne sapeva nulla, però si sussurrava che forse sarebbero insorti il giorno 26 o 27.  Ritrovai tutti i garibaldini alla grande sfilata di Milano, e ritrovando e parlando con Ferro II seppi che erano stati svegliati il 24 a notte fonda e che tedeschi e fascisti attraversarono il Ticino, scontrandosi vicino alla Rocca d'Angera, dove ci fu una carneficina.  Purtroppo uno dei ragazzi che portai il 24 era morto. Sempre conversando mi disse che Milano non gli piaceva primo per il grande traffico, secondo per la tanta gente che vi abitava; insomma preferiva la tranquillità dei suoi monti. Dopo il rancio distibuito nella caserma Cavalleria di Savoia in via Vincenzo Monti, si udì il rombo di un piccolo aereo  e tutti gli occhi rivolti in cielo finchè questo non è apparso e tutti a gridare "Pippo; Pippo".  Poco più tardi entrava nella caserma il comandante Gino Moscatelli ed era il famoso Pippo che poco prima a volo radente aveva sorvolato. Fu portato in spalla in mezzo a quattromila garibaldini e ha avuto parole di gratitudine per tutti i sacrifici ed il valore dimostrato da uomini e donne e per aver contribuito alla liberazione del Nord Italia. Allora avevo 16 anni non ancora compiuti. Essendo giovane, naturalmente ero sbarazzina e quindi incosciente, e pertanto non davo il valore giusto alla gravità del pericolo, che ad ogni operazione incontravo, ma con serenità  e per le ragioni sopraddette, io svolgevo i compiti che mi venivano affidati con un senso altruistico e patriottico.  Sono stata riconosciuta come patriota con il grado di "collaboratrice staffetta" ed ho vari documenti di cui unisco copia.