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Autore

Andrea, Lorenza

Anno

1977 -2004

Luogo

Arezzo/provincia

Tempo di lettura

5 minuti

Mio dolce sasso di fiume

Lo ascolti mai il nostro disco?. Io sempre;

ESANATOGLIA  23-12-77 ore 17

 

Caro Amore Mio,

sono già 2 ore che attendo invano lo squillo del telefono e quindi mi sono deciso a scriverti. Avevo sperato che tu mi telefonassi appena ricevuto il mio telegramma e ora non mi resta che sperare che tu non l'abbia ancora ricevuto. Il pensiero che oggi probabilmente ti vedrai con Andrea e poi “chissà che succede” mi fa risaltare la fragilità della mia persona che non può aver inciso così tanto nella tua vita da non farti pensare più a lui. Come vedi mi basta così poco per ricadere nel “vizio” dell'autosfiducia ma stavolta, ti assicuro, avverto come non mai la presenza di un'altra forza: l'Amore che provo per te. La tua lontananza ha rafforzato, rivalutato questo amore e mai come in questi giorni mi appare preziosa la tua esistenza. Mi sto chiedendo con sempre maggiore insistenza che cosa io ti abbia dato o che cosa sia per te ma non riesco ancora a rispondere. Per me il tuo amore è stato sconvolgente e ha segnato la fine di vari dominii: della razionalità sugli istinti, della madre sulla donna, della psicologia sulla vita, della nevrosi sul sorriso e ora che non riesco a "inquadrare" il nostro rapporto dentro uno dei miei soliti schemi psicopatologici, mi sento smarrito e solo con te e col nostro amore e con me stesso. Tali sensazioni sono subito affiorate dopo l'indimenticabile "notte catartica" del 5 dicembre in cui per la prima volta mi son trovato a dover rinnegare l'essenza del mio "modus vivendi". Solo una donna della tua forza, del tuo coraggio e solo il tuo amore potevano riuscire a tanto. Dici che ami le imprese difficili: ebbene questa la puoi senz’altro annoverare tra i tuoi migliori successi. La mia angoscia di ora che pure è fortissima riguarda solo me ed è importante che io la viva da persona adulta e responsabile perché solo così riuscirò ad accettarla per poi superarla. Sono già tre giorni che sono a casa e la maggior parte del tempo l’ho trascorso a parlare di te, con tutti, con gli amici, con i miei, con i miei sogni .... La tua foto qui sul mio tavolo mi fa sentire più forte in questa "fossa di leoni" e dà alla mia stanza una nuova dimensione molto più "mia". La vita del paese mi opprime e mostra tutto il suo squallore dei giorni di festa, con mio padre ho abbozzato qualche discorso ma non certo come volevo, mia madre mi crea meno problemi ma non so ancora se la amo o no, mio fratello mi preoccupa e mi disturba in quanto incarnazione della mia adolescenza non vissuta, il libro di patologia che dovrebbe riguardare me lo sento sempre più lontano dalla mia vita e così mi struggo come al solito nell'angoscia e regalo tutto il tempo all'inerzia e al sonno. Tutto çiò fa comunque parte del "normale" adattamento alla routine familiare e quindi non mi preoccupa. Tra qualche giorno sarà senz'altro meglio e se non lo sarà non esiterò a venire a Firenze. Il pensiero di te e il ricordo vivo del tuo viso, dei tuoi occhi, del tuo sorriso mi recano sollievo e speranza. La mia difficoltà attuale e grandissima, mia cara, è quella di ritrovare in me stesso tutta la forza che fino ad ora ho attinto dal mondo familiare e dall'universo dell'infanzia, forza che dovrà proiettarmi in un futuro completamente mio e nuovo. Ho voglia e bisogno di conoscere fino in fondo la tua anima e nelle mie fantasie a volte ti sogno sofferente per poi poterti amare con più facilità. Come vedi sono un po' vile in questo ma mi devi capire in quanto tu sei l'unica donna la cui conoscenza carnale ha preceduto quella interiore e addirittura epistolare. Io d'altra parte ho aperto a te la mia anima come mai avevo fatto con nessuno e ho assunto per una volta il ruolo che in genere gli altri assumevano con me. Non posso non paragonare tale mio approccio nei tuoi confronti a quello tuo nei confronti di Andrea. Vorrei poter anch'io "allevare il piccione della tua anima" e imparargli a volare ma se tu lo tieni così serrato vuol dire che ancora non lo merito o che non ha

bisogno di volare o che ha bisogno di farsi da sé. Ti lascio fare come vuoi, amore, purché tu ti faccia amare. Quando mi sarò organizzato nello studio, nei ritagli di tempo trascriverò a macchina qualche mio scritto e mi dedicherò alla lettura del "Piccolo Principe". Mio padre mi ha tagliato la barba ma solo un po' e per quando ci vedremo sarò come prima. Per il Capodanno se ne parlerà in seguito. Spero di ricevere tue telefonate e lettere che sai mi faranno felice. Non vedo l'ora di riascoltare quel tuo respiro ansimante vicino al mio orecchio, sentire il tuo corpo così caldo e poterti abbracciare e baciare fino allo spasimo, inondarti di tenerezza e di furore, amarti amarti amarti senza voler mai finire. Lo ascolti mai il nostro disco?. Io sempre; nella mia mente e nel mio cuore. Quando vengo vorrei trovare le tue unghie più lunghe. Ora ti lascio perché è già mezzanotte e vado a imbucare la lettera.

Con tanto Amore tuo Andrea