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Nataliya SerbskaAnno
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4 minutiNon smettere di sognare

Il 26 aprile 1986 avvenne il più grave incidente della storia del nucleare civile. Il disastro di Chernobyl’ con l’esplosione di un reattore nucleare che non può essere cancellata dalla memoria. Allora ero in seconda elementare ed ero terribilmente spaventata da quello che stava succedendo. Di questa catastrofe si parlava ovunque: su tutti canali televisivi, alla radio, si scriveva sui giornali, se ne discuteva per strada. La nube radioattiva ha coperto non solo parte del territorio dell’Ucraina, della Russia e della Bielorussia, ma anche una serie di paesi europei, fino all’Italia. La contaminazione radioattiva era circa 400 volte più grande del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki.
La popolazione dalle città di Chernobyl’ e Pryp’jat’ è stata evacuata. Le persone hanno dovuto lasciare le loro case e sono state portate in autobus fuori dalla zona dell’incidente. I bambini evacuati che sono arrivati nella nostra città sono stati distribuiti tra le scuole. Alcuni di questi bambini venuti dalla città di Pryp’jat’ sono stati trasferiti nella nostra classe. Speravano che fosse tutto temporaneo e prima o poi tornassero a casa loro, ma questo non è mai successo. Col tempo, ci siamo resi conto tutti che non sarebbero mai più potuti tornare nella loro città, perché è posizionata molto vicina al luogo dell’incidente. Pryp’jat’ è definita una città fantasma, rimasta per sempre nella zona di esclusione, dichiarata inadatta alla vita per i successivi 24mila anni.
Il tempo passava, siamo cresciuti, passavamo da una classe all’altra, mentre il programma scolastico si faceva più complicato. Sono state aggiunte le seguenti lezioni: grammatica, aritmetica, algebra, geometria, storia, fisica, chimica, geografia, astrologia, disegno tecnico, musica, belle arte, tecnologia del lavoro, botanica, biologia, zoologia, anatomia, studi sociali, letteratura russa, ucraina e straniera.
In quarta elementare la nostra classe è stata trasferita nell’aula di biologia, che secondo me era la più bella della scuola. Le piante erano state distribuite in tutta la classe. Le vetrine contenevano farfalle e libellule essiccate, insetti e rettili in provette, erano esposti alcuni animali e uccelli imbalsamati, modelli artificiali del corpo umano con organi interni. Nelle lezioni di biologia è stato particolarmente interessante studiare e esaminare la struttura delle piante e delle spore fungine al microscopio.
La prima lezione di geografia è stata davvero memorabile. L’insegnante mia ha chiamato alla lavagna e mi ha detto di mostrarle l’Italia su una carta geografica. Certo che era una domanda facile, i compagni di classe seduti ai loro banchi gridavano: “Lo stivale da donna con il tacco!” Forse è stata una coincidenza che mi sia stata posta proprio questa domanda, ma in quel momento non potevo nemmeno immaginare che un giorno avrei vissuto proprio in questo paese.
La tecnologia del lavoro era molto interessante, prevedeva la padronanza delle abilità generali nei lavori domestici. Le lezioni si sono svolte in laboratori separati per ragazzi e ragazze. Durante questi lezioni ci sono stati insegnati vari mestieri. Ai ragazzi veniva insegnato falegnameria, intaglio del legno, taglio dei metalli, lavorare su macchine utensili. Alle ragazze veniva insegnato a cucire, lavorare a maglie e uncinetto, ricamare, tessere macramè, intrecciare perline. Durante la pratica di culinaria ci è stato insegnato come cucinare e cuocere i dolci, dopodiché abbiamo apparecchiato la tavola e invitato i ragazzi nel nostro laboratorio per assaggiare i piatti che avevamo cucinato.
Ogni semestre venivano effettuati test di controllo sulle materie principali. Alla fine di ogni anno scolastico, a partire dalla quarta elementare, si sostenevano gli esami. A quei tempi non esisteva Internet, quindi per prepararmi agli esami trascorrevo molto tempo in biblioteca alla ricerca del materiale di cui avevo bisogno.
Durante le vacanze venivano fatti i compiti, ero necessario leggere il libro e rispondere alle domande poste sul contenuto di tale libro, memorizzare una certa parte del testo dal libro, scrivere un saggio su come sono state trascorse le vacanze.