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Nataliya SerbskaAnno
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8 minutiNon smettere di sognare

Ricordo che durante le vacanze estive i miei genitori mi mandavano ad un campo estivo. Sotto la supervisione degli adulti si sono svolti vari programmi di intrattenimento, circoli educativi, giochi, concorsi, escursioni ad altre città con la presenza dei monumenti e valori storici, visite guidate a musei e mostre.
Indimenticabili gite in campeggio con pernottamento in tenda. Nelle profondità delle foreste di conifere c’era un lago con rive sabbiose, dove si poteva nuotare, pescare con una canna, cuocere il cibo sul fuoco e la sera, quando faceva buio, si riscaldava al fuoco e cantava canzoni al suono di una chitarra, è stato un periodo davvero fantastico.
Inoltre, durante le vacanze estive, assieme alla mia famiglia visitavamo mio nonno che viveva a Feodosiya, nella penisola della Crimea, dove, durate il giorno facevamo il bagno nel mare e prendevamo il sole sulla spiaggia.
In tempo di guerra, il nonno cuciva cappotti da soldato per ufficiali militari, dopo la fine della guerra continuò la sua attività di cucito, cucendo abbigliamento da donna e da uomo su ordinazione. Sul muro del suo laboratorio erano appesi vari modelli di carta, un enorme tavolo da taglio era situato vicino alla finestra, accanto al tavolo c’era una macchina da cucire industriale e una tagliacuci. Osservando il processo di lavoro di cucitura dei vestiti, ho aiutato il nonno a tracciare con il gesso intorno ai cartamodelli appuntati sul tessuto con gli spilli, tagliare con le forbici e imbastire insieme i dettagli del vestito.
La città di Feodosiya si trova sulla costa del Mar Nero, dove è nato e ha trascorso la sua vita il famoso pittore marinista russo Ivan Konstantinovic Ajvazovskij. Ricordo ancora i miei sentimenti quando ho visitato per la prima volta la sua casa-museo che ospita una galleria d’arte creata dall’artista durante la sua vita, mentre viveva in questa bellissima villa in stile italiano, che ha costruito al ritorno dall’ Europa. Guardando l’enorme dipinto “Tra le onde” ho avuto la sensazione che quest’onda stesse per lasciare il quadro e che mi potesse coprire da un momento all’altro. Mi è piaciuto molto anche il trasferimento di colori nei dipinti “Golfo di Napoli al mattino” e “Il mare. Koktebel.”
Meravigliosi ricordi d’infanzia sono associati ai viaggi lungo la costa meridionale della Crimea. La costa collinare della penisola mi affascinava con la sua bellezza. A Gurzuf ho ammirato il tramonto sul mare con vista sul “Monte-Orso”, sembrava che l’orso stesse bevendo acqua direttamente dal mare. A Yalta ho visitato il castello del “Nido di rondine”, situato su una ripida scogliera a picco sul mare. Con la funivia ho scalato la “Collina di Darsan”, dove si apriva una splendida vista dall’alto sulla città e sulla costa del Mar Nero. In cima c’era il “Tempio dell’Aria”, costruito in stile greco antico, all’interno del quale si trovava un’enorme statua di Zeus seduto su un trono.
Ho anche visitato Fortezza genovese di Sudak, Palazzo Massandra dell’imperatore Alessandro III, Palazzo di Livadija – l’ex residenza meridionale degli imperatori russi, il Giardino botanico Nikitsky, il principale tempio musulmano di Yevpatoriya “Moschea Juma-Jami”, “Palazzo dei Khan” a Bakhchisaray, “Grote di marmo” con i tipi più rari di cristalli e stalattiti.
Al ritorno a casa, ogni volta ci siamo fermati nel piccolo villaggio della Crimea di Stalnoe, che si trovava vicino a Dzhankoy, per visitare il mio padrino con la sua famiglia. La sua casa era circondata da campi di uva, angurie e meloni. Nel giardino c’erano alberi con pesche, albicocche, cachi, ciliegie. Il padrino riempiva ogni volta il bagaglio della nostra macchina con i suoi raccolti.
Sul retro di casa mia c’era un appezzamento di orto, in primavera seminavo i semi con i miei genitori, e in autunno raccoglievamo patate, carote, cipolle, ravanelli, cetrioli, pomodori, zucchine, barbabietole, fagioli, aneto e prezzemolo. Una parte dell’orto era occupata dalle fragole.
Nel nostro giardino crescevano alberi da frutto con mele, pere, prugne, ciliegie, amarene, noci, oltre ai cespugli con lamponi, uva spina e ribes. Io e mia madre conservavamo in barattoli di vetro le verdure, le insalate di verdure, le marmellate ed il succo di frutta per l’inverno. La frutta e la verdura che coltivi hanno un gusto speciale e differiscono da quelle vendute nei supermercati. Inoltre, a mia madre piacevano molto i fiori, il nostro cortile traboccava di diversi tipi di fiori, come rose, peonie, tulipani, gladioli, astri, gli arbusti di gelsomino e lillà avevano un aroma particolarmente gradevole.
Nei fine settimana io e miei genitori andavamo spesso al cinema, amavano in particolar modo i film indiani.
Nel tempo libero cucivo, lavoravo a maglia, leggevo libri e riviste. Con mio padre giocavo a scacchi, a dama, a domino e risolvevamo cruciverba.
Ricordo come la mia famiglia festeggiava i compleanni e le vari feste tradizionali. La mamma e la nonna passavano due giorni in cucina a preparare da mangiare. Mi piaceva apparecchiare la tavola. Gli ospiti invitati alla festa venivano elegantemente vestiti, per lo più parenti, vicini di casa e amici dei miei genitori.
La tavola era piena di cibo. Durante le pause della festa leggevo le poesie di Pushkin e Lermontov, questi erano i poeti preferiti da mia nonna, raccontavo brevemente le opere di Chekhov e Gogol’ che avevo letto di recente con mia nonna, e presentavo agli ospiti il teatro delle marionette che avevo preparato precedentemente, inventavo al volo la sceneggiatura, gli ospiti ridevano fragorosamente e battevano le mani. Dopo che gli ospiti avevano mangiato a sufficienza, secondo la tradizione della festa, passavano al canto di canzoni popolari ucraine.
Quelli erano bei tempi, ci divertivamo e vivevamo felicemente anche senza computer, cellulare e internet.
Avevamo una comunicazione diretta con gli amici e i vicini senza utilizzare i social network. A quel tempo non c’erano locali notturni nella nostra città. La discoteca per i giovani aveva luogo dalle otto alle undici di sera presso la “Casa della Cultura” della città. Bere bevande alcoliche era vietato e coloro che erano ubriachi non venivano ammessi all’ingresso. A mezzanotte per le strade della città raramente si poteva trovare qualcuno.
All’età di 13 anni, durante le vacanze estive, ho fatto uno stage in un conservificio. Selezionavo le fragole per la marmellata. Con i primi soldi che ho guadagnato, ho comprato una macchina da cucire. Quell’estate, nell’agosto 1991, accadde per me un fatto terribile, una persona a me cara, la mia adorata nonna, morì.
Pochi mesi dopo, nel Paese si è verificato un enorme evento storico che ha portato a grandi cambiamenti.
Il 26 dicembre 1991, l’URSS è crollata, L’Ucraina è diventata uno stato indipendente. Questo evento ha sconvoltolo la vita di molte persone. Da un lato, sei felice per il tuo paese in quanto si è formato uno stato indipendente, per il quale hai combattuto per secoli, e dall’altro vivi nell’oscurità e non capisci cosa ti aspetti dopo, come cambierà la tua vita e quanti anni ci vorranno per ripristinare il paese. Un’immagine che verrà sicuramente in mente è la Perestrojka, creata da Gorbaciov e alla fine degli anni’80, con le sue code lunghissime nei negozi di alimentari per la mancanza di merci, ma le persone in qualche modo sono sopravvissute. C’è stata una grande inflazione nel paese, la gente non riceveva gli stipendi, molte fabbriche e stabilimenti sono stati chiusi, la gente perdeva il lavoro, gli scaffali dei negozi erano vuoti, il paese non aveva una valuta nazionale o leggi statali, la corruzione regnava ovunque. Gli anni ’90 sono stati un periodo difficile per abitanti dell’Ucraina. La sensazione era quella di essere in un vicolo cieco e non sapere come uscirne.