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Scheda di dettaglio

Autore
Nome cognome
Antonina Azoti
Data di nascita
1942
Sesso
f
Luogo di nascita
Baucina PA
Livello di scolarizzazione
Diploma scuola media superiore
Mestiere/Professione
Insegnante elementare
Diario
Consistenza
117 pagine
Natura del testo
Dattiloscritto: 3 Allegati Fotografie
Tempo della scrittura
1992 -2001
Estremi cronologici
1946 -2002
Provenienza geografica
Palermo/provincia
Soggetti
Adolescenza Collegi Contadini Dialetti Dolore Emarginazione Famiglie Giovinezza Infanzia Insegnanti Lavoro Lutto Mafia Omicidio Politica Povertà Scuole Sindacalismo
Parole chiave
Famiglia Manifestazioni Miseria Mondo contadino Sofferenza
Crediti immagine di copertina
Antonina Azoti con il fratello

Sinossi

È il 23 giugno 1992, a un mese esatto dalla strage di Capaci, migliaia di persone si radunano a Palermo in un corteo silenzioso e emozionato, per commemorare le vittime della strage. Accanto all’Albero Falcone, punto in cui culmina il corteo e nuovo simbolo della Resistenza palermitana, vi sono una pedana e un microfono, al quale si alternano oratori improvvisati. Antonina sente che è arrivato il momento di parlare, di liberare la voce, di fare luce sulla vicenda del padre, non può lasciarlo morire due volte. Antonina prende il microfono e ricorda Nicolò Azoti, sindacalista comunista che ha lottato per dare ai contadini delle condizioni di vita migliori, ucciso dalla mafia alla vigilia del Natale del 1946, mentre tornava a casa dalla moglie e dai figli. Per la prima volta Antonina ha dato voce alla sua storia, una storia della quale l’hanno obbligata a vergognarsi fin da bambina. Per la prima volta Antonina si è espressa, ha preso posizione, ha trovato il suo posto nel mondo: ha dato pubblicamente un nome a quel padre ucciso. Comincia il lento dovere della memoria, una vittoria personale per Antonina e la sua famiglia.

 

La storia di Antonina ha vinto il PREMIO PIEVE SAVERIO TUTINO nel 2004 ed è stata pubblicata da Terre di mezzo nel 2016 con il titolo  “Ad alta voce. Il riscatto della memoria in terra di mafia”.

 

La storia di Antonina è stata raccontata nell’estate del 2020 a Linee d’ombra, su Radio24.
Ad alta voce è stata infatti la storia seriale, scritta da Mauro Pescio e narrata da Matteo Caccia, andata in onda ogni giorno in chiusura di puntata a Linee d’ombra.

 

Qui è possibile riascoltare i podcast delle singole puntate:

 

puntate 1-5: ascolta | puntate 6-10: ascolta | puntate 11-15: ascolta
puntate 16-20: ascolta | puntate 21-25: ascolta

 


Antonina Azoti racconta l’omicidio del padre dal suo punto di vista, una bambina di quattro anni eccitata dalla vigilia del Natale e per la quale di colpo, al suono di alcuni spari sotto casa, la gioia si spegne per sempre: la mafia le ha ammazzato il padre, Nicola Azoti, sindacalista comunista che lottava per dare ai contadini delle condizioni di vita migliori.

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È il 23 giugno 1992, a un mese esatto dalla strage di Capaci, migliaia di persone si radunano a Palermo in un corteo silenzioso e emozionato, per commemorare le vittime della strage e della mafia in generale. Accanto all’Albero Falcone, punto in cui culmina il corteo e nuovo simbolo della Resistenza palermitana, vi sono una pedana e un microfono, al quale si alternano oratori improvvisati. Antonina sente che è arrivato il momento di parlare, di liberare la voce, di fare luce sulla vicenda del padre, di non lasciarlo morire un’altra volta.

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