Autore
Liliia SamaraAnno
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6 minutiUna vita al massimo

A novembre 2011mi hanno diagnosticato il tumore, avevo solo 29 anni, non potevo correre da mia mamma che stava male, e a mio marito non importava più di tanto, diceva che non era niente di grave, che andrà tutto bene, era preso dalla sua nuova carriera, come bancario. Anche se siamo una famiglia numerosa non avevo detto a nessuno a parte una sorella, cosa mi stava succedendo, soffrivo io come un cane, ma non avevo nessuna voglia di fare preoccupare anche loro. Ero molto dimagrita, cosi non andavo a trovare mamma, non volevo che si accorgessero che qualcosa non andava. Pero al lavoro lo avevano notato, così ho confessato a loro cosa mi stava accadendo, mi sono stati sempre vicini, per tutto il mio percorso di cure, più di quanto mi sarei aspettata. Venivano a casa mia, e mi badavano, come fossi loro sorella, ero praticamente andicappata, che non riusciva nemmeno andare in bagno da sola, figuriamoci a cucinare un piatto o fare il bucato. Il peggio era che non riuscivo trovare il chirurgo che era disposto a operarmi. Sono “fortunata”, avevo un tumore molto raro, che si trovava sul tronco del nervo facciale e aumentava di dimensioni velocemente, l’intervento era pericoloso, non dovevano toccare il nervo che era praticamente impossibile. C’era il rischio che potessi rimanere paralizzata con la parte sinistra della mia faccia, non era una prospettiva che mi entusiasmava tanto, ma non avevo altra scelta, se non mi operavo comunque rischiavo di rimanere paralizzata, per sempre, o peggio. Ero disperata il tempo passava e non cera nessuno che era capace di operarmi, per puro caso parlai con il mio dentista della mia situazione, scopri che conosceva un eccellente professore e chirurgo facciale nel nostro paese, così lui mi ha aiutato ad organizzare tutto, io dovevo solo presentarmi con gli esami pronti in ospedale nella sua città, che si trovava 350 km dalla mia.
 L’intervento è andato bene era durato più del previsto era peggio di quello che pensavano ma a me bastava essere viva. Ero debole, molto magra, sembravo un cadavere che respirava ancora, non camminavo e praticamente non mangiavo la lingua non si muoveva, perché il medico non era riuscito a trovare il modo per togliere il tumore senza toccare il tronco del nervo, era troppo grande. Cosi decise di rischiare e togliere tutto il tumore spostando il tronco senza danneggiarlo, ma il fatto di averlo toccato, provocò paralisi postraumatica alla parte sinistra della mia faccia. Non sapevo niente sorridevo a tutti, come una sciocca, ero felice e vedevo il mondo con gli occhi diversi e non immaginavo che faccia avevo, lo scopri quasi dieci giorni dopo, quando ero in grado camminare da sola. Un giorno mi guardai allo specchio, i primi secondi non trovavo me, ma vedevo un mostro, era la faccia, ma non si capiva di chi, tutta gonfia, bendata, un occhio che non si chiudeva, con tutte le forze cercai di chiuderlo per non vedere niente, ma era impossibile, era rimasto spalancato e l’altro chiuso, non si moveva neanche un muscolo, sono rimasta scioccata dalla mia immagine. Dopo pochi secondi mi sono ripresa e sorrisi a infermiera, che mi guardava immobile, tutta pallida, dicendo “non dovevi farlo il tuo medico aveva detto chiaro che tu non puoi guardarti allo specchio” non sapevo cosa fare, cosa dire e cosa pensare Ero cosi brutta da non poter più riconoscermi, al inizio avevo paura, di poter rimanere cosi e avevo solo 29 anni e tutta la vita davanti, sognavo di ricominciare vivere in un modo diverso, volevo vedere il mondo, conoscere la cultura e tradizioni dei altri paesi, ma certo non con quella faccia. Il mio medico dopo mi aveva spiegò tutto, perché ero cosi, e per quanto tempo sarei rimasta in quelle condizioni e cosa devo fare per riuscire a tornare come ero prima, anche se dubitavo che potesse accadere.
Non solo io non riuscivo a guardarmi ma anche tutti gli altri abbassavano lo sguardo per non vedermi, facevo tanta pena e paura alle persone, ma non a mio marito, che dopo di essere venuto a farmi visita in ospedale e avermi visto se ne è andato per sempre, mi ha lasciato lì cosi come ero da sola inventando delle scuse per non venire a trovarmi. Avevo capito, che ormai, la mia vita era cambiata per sempre non sarebbe più niente come prima, ma mai mi sarei aspettata di dover affrontare tutte quelle cose a 29 anni e da sola. Era la cosa che mi pesava di più, dove era finito “nella salute e malattia” non credo che sia mai esistito. La prima cosa che ho fatto, dopo che stavo abbastanza bene da presentarmi in ufficio, chiesi ai nostri avvocati di preparare le pratiche per il divorzio. Non potevo vivere con la persona della quale non mi fidavo più, cosi mi sono divorziata. Sono dovuta maturare in tempi record, perché rimasi sola, dovevo occuparsi di tutto, non era facile per niente, ero ancora molto fragile e debole, non lavoravo ma sentivo dentro di me che andrà tutto bene, devo essere forte e andare avanti. Avevo trovato una clinica privata, che curava le persone con agopunture, e mi sono affidata a loro, venivo ogni tre mesi per una settimana, era lontana da mia cita ma vedevo miglioramenti, cosi centimetro dopo centimetro ritornò sensibilità dei muscoli faciali.