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Autore

Maria Beatrice Bertoldi

Anno

1989 -1990

Luogo

Trento

Tempo di lettura

6 minuti

Uno straordinario torrente

Ho sognato che amavo molto Francesco, però sapevo di non doverlo fare, perché la morale comune non lo permetteva.

1 agosto 1989

Ho sognato mia madre, che voleva farmi abortire ad ogni costo. Io andavo a fare un'ecografia e constatavo la presenza di un pericolo. Appena lo dicevo a mia madre, lei sosteneva che la cosa migliore era abortire e il metodo più sbrigativo per farlo era con una doccia fredda. Io ero inorridita e dicevo che mi sarei rifiutata di abortire con dei metodi così "empirici". Poi urlando gridavo a tutti che non volevo abortire perché anche se c'era il pericolo non c'era comunque certezza di perderlo e nell'incertezza forse c'era una speranza.

2 agosto 1989

Sono un po' arrabbiata con Frank, di primo mattino, perché gli ho chiesto di aiutarmi a portare a Berlino la macchina in settembre e lui non ha voglia di affrontare problemi. Così poi ha cercato di riprendere potere essendo sgradevole su una fesseria. Mi dispiace dover constatare sempre che la vita con lui è complicata e che il suo egoismi sconfina, ma purtroppo è così. Inoltre so che è geloso del nostro bambino.

Gran male alla schiena, di notte, male ai seni. Di giorno i seni sono caldi e io sto meglio, anche se un po' capricciosa e stanca spesso.

4 agosto 1989

Ho sognato che amavo molto Francesco, però sapevo di non doverlo fare, perché la morale comune non lo permetteva. Ho sognato che dovevamo separarci ed entrambi soffrivamo molto. Io consideravo che sarebbe stato comunque meglio restare assieme anche se non potevamo avere rapporti, che separarci. Perché la separazione implicava che la gente chiedesse. E se la gente chiedeva si dovevano dare spiegazioni e così sarebbe emerso il fatto che eravamo fratelli e questo non era permesso. Inoltre, pensavo tra me con tristezza, il mio primo matrimonio era durato pochissimo, il secondo sarebbe durato pochi giorni. No, meglio restare uniti senza fare l'amore. Del resto l'amore non veniva spontaneo di farlo, perché, chiaramente, l'incesto veniva negato naturalmente a livello inconscio. Passeggiavo, poco dopo, lungo via Galilei e scoprivo di avere le mestruazioni. Inserivo un assorbente interno e mi stupivo. Come potevo essere incinta e avere perdite? Poi ricordavo che questo è un fatto comune. Molte donne hanno perdite pur essendo gravide. Passeggiavo lungo la via e consideravo gli avvenimenti cercando una soluzione logica.

Sono stanca e ab u. z[...]angosciata. Ma sto almeno risalendo l'impervia china. Mio figlio c'è, è sano, cresce e sta sempre meglio. Io lo proteggerò dal mondo bestiale, perché lo amo infinitamente.

Forse dovrò fare il cerchiaggio!

Appena arrivata all'ottavo scendo, e mi trovo in un ambiente pieno di bambini anche molto piccoli. Mi si fanno incontro.

8 agosto 1989

Ho sognato che salivo, con l'ascensore e molta gente, ver­so il quinto piano. Era pericoloso e mi venivano in mente storie di aerei che cadevano. Pensavo che la fusoliera di un aereo verso il Canada era esplosa, e che ogni aereo per l'America ha sempre problemi. Ho paura e profonda angoscia, penso ai fratelli, che tra poco voleranno in America e non voglio che muoiano, lo dico alla vicina, non voglio che muoiano tre fratelli e due cognate Poi l'ascensore torna giù. Il secondo viaggio devo farlo da sola. Salgo in ascensore e mi dimentico di premere il pulsante. Penso, probabilmente è programmato per arrivare al quinto piano e poi proseguire per l'ottavo. Invece al quinto non si ferma. Sono sola, in ascensore. Ho paura, ma penso che fa nulla. facilmente, appena arrivato all'ottavo posso premere il pulsante e tornare giù al quinto. Ma non è così. Dopo il quinto l'ascensore fa una curva e si dirige, a mo' di tram, verso l'ottavo senza soste. Ho veramente molta paura, però so che una soluzione si trova sempre. Appena arrivata all'ottavo scendo, e mi trovo in un ambiente pieno di bambini anche molto piccoli. Mi si fanno incontro. Sono gai e io prendo a giocare con loro. Dopo il momento di paura ora c'è la distensione e la serenità e me li gusto. Però, poiché ho premuto il tasto per far tornare l'ascensore al quinto, così poi, se si ferma, io scendo le scale e al quinto entro per ridiscendere, sto un po' all'erta. Gioco, mi rilasso, però aspetto e ogni tanto guardo le luci dell'ascensore, per vedere se il mio sistema funziona. Proprio mentre sto chiacchierando col bambino più carino, mentre sto raccontandogli una fiaba, la luce indica che l'ascensore si è fermato al quinto. Una signora, che tra in disparte, forse mia madre, mi osserva e quando capisce che devo andarmene, molto benevolmente interviene e, per quanto a me dispiaccia interrompere il dialogo col bambino, gli prometto che tornerò e mi incammino per le scale. Ma la discesa è spaventosa e la mia angoscia sale sempre piu a man a mano che mi inoltro per corridoi, vicoli curvi, cunicoli bui, deviazioni poco chiare. Dunque la casa dei bambini non è un agevole appartamento all'ottavo, dunque mi sto perdendo lungo vie e strade, percorsi e quartieri sconosciuti, vuoti, paurosi. Sono terrorizzata perché son sola e mi sono persa. Volevo solo scendere di tre pia­ni, fino al quinto, e invece...Sono angosciata. E l'Angela mi accusa, mi dice che sono una 'pittima', che peso sugli altri, che...C'è un fortissimo temporale, oggi. Sono le 16.00 e Frank ha tentato di andare al lago. Io sono sola, e devo ammettere di essere un po' in apprensione, sia perché i lampi si sono scatenati molto vicini a noi, sia per lo stranissimo comportamento di Baghy. Lei ha paura, si è infilata sotto un letto e passa da uno all'altro. Oggi ho sentito Micaela. E' carina! E domani faccio la grande visita.