Autore
Maria Beatrice BertoldiAnno
1989 -1990Luogo
TrentoTempo di lettura
5 minutiUno straordinario torrente
22 dicembre 1989
Apertura della Brandenburger Tor!!!!
Ceausescu è stato detronizzato, in Romania c'è rivoluzione
Schifoso pranzo d'obbligo con i Tamir. Sarà l'ultimo?
Frank non perde mai l'occasione per ferirmi. Non capisco se è così poco sensibile; se sono io 'pettolona'; se gli pesano così tanto certe situazioni da spingerlo a rimontare ogni volta che può. Ieri sera ha lanciato una frecciata sulla lettera che gli avevo scritto nella quale gli chiedevo una cosa. Non gli è piaciuta. Ma la cosa più dolo è che ha detto "non è stata intelligenza tua l'aver assistito all'apertura del muro!". Avevo dunque ragione! Frank è stato fortemente invidioso, fino allo stremo, per il fatto che io ho avuto la tempestività di andare a vedere mentre lui no. Così ha trovato il modo, ieri, di farmela pagare. E oggi ha lanciato un'altra frecciata sul fatto che non può viaggiare.
Stasera teatro: D[...] Zinnnermann. Una 'sega'?
[...]
Ora dovrò spingere con tutte le mie forze. Mi dicono che se non ci riesco devono ricorrere alla ventosa. Non voglio. Questo fatto richiama in me ogni minuscola forza di volontà. Io voglio che il bimbo nasca ora e presto. E bene. Mi dicono: alla prossima doglia devo raccolgire le forze, inspirare profondamente e premere il mento verso il petto, spingere fi- no in fondo senza espirare. Ci provo. Non viene bene. Riprovare. La seconda volta riesco benissimo. Sono tutti stupiti che io ci riesca. Prendo fiato e ci riprovo. Inspiro a fondo, alzo la testa, mi afferro alle parti laterali del materasso e spingo con la volontà assoluta di farlo nascere. come spingere una grossa macchina con la marcia inserita e il freno a mano tirato. Sento la testa che passa. Rita me lo conferma. So che le ostetriche girano la testa del bimbo nella posizione giusta. Ora dicono di aspettare la prossima doglia. Ma non viene. Un'ostetrica mi massaggia la pancia per farla arrivare, e mi dice che i aiuterà a spingere dall'esterno. Il ginecologo annuncia che non è vero che il cordone ombelicale è attorno al collo. Questo mi dà gioia e mi sostiene. Sento arrivare la doglia, Lo dico non so più in quale lingua. Ma Rita è pronta a ripetere in tedesco. Ci si prepara tutti per l'atto finale. Arriva. Spingo, spingo forte forte e l'ostetrica spinge con me sulla mia pancia. Riprendo fiato e Rita mi incita a ripetere. Inspiro un'altra volta, mi alzo e spingo. E' l'ultimo atto. Basta poco. E' fuori. Sento il cordone ombelicale tra le gambe. Posso rilassarmi, ora. E' finita. Rita annuncia che è femmina. Non ci credo. Il medico dice che è maschio. Sono delusa. Poi si corregge e dice che è una bambina. Alzo la testa e vedo che le aspira il liquido dalla bocca. Come nei libri, penso; poi la rimettono tra le gambe e qualcuno taglia il cordone ombelicale e fa il nodo. La vedo: rossa, scura, bagnata. Penso: perché non me la mettono sulla pancia? Rita è emozionatissima ed esausta. Felice. Mi terge la fronte, mi dà un bacio, assiste ai minuti finali. Penso: Aglaia! Sono sfinita e felicissima. Femmina! Non penso neppure possa essere malata. L'ostetrica mi prega di slacciare le cinture e di alzare la camicia da notte. Mi  mettono la bimba sulla pancia. Ora la vedo. E' bellissima. Piccola, ma non come credevo, non ha rughe. E' stupenda, calda e morbida. La coprono con due asciugamani. Dopo un piccolo pianto si calma e respira piano. Io controllo bene che lei respiri e controllo se è veramente femmina. Il ginecologo dice che è grande ed era matura per uscire. Ha le unghie lunghe e la testa grossa. Dice il ginecologo che c'era molto liquido amniotico. Il medico anestesista si complimenta con me. E' emozionatissimo. Tutti mi chiedono come si chiamerà, qualcuno mi chiede, stupito, spiegazioni sul significato, ma nessuno inorridisce. Penso: incredibile, è finita! Incredibile: è femmina! Incredibile: è sana! Voglio subito sapere quanto pesa, quant'è lunga e a quanto ammonta l'Apgar Index. Ma Aglaia è ancora con me e mi guarda con grandi occhi scuri. Un' ostetrica viene con la bacinella per estrarre la placenta. Le dico che la voglio vedere. E' d'accordo. Ora pian piano la gente se ne va. Vengono due infermiere e prendere la bimba. Sono felice, così mi diranno poi tutto. La placenta è stata tolta dall'ostetrica. Non ho sentito niente, perché l'anestesia faceva ancora un certo effetto. E' una grossa palla. rosso scuro, molto molto succulenta. Il cordone ombelicale, dice il medico, era corto. Lo vedo: circa un metro. Prelevano il sangue del cordone, per analizzarlo. L'ostetrica ci spiega come funzionava la placenta e la controlla. Poi, per lei, è finita. Rita se ne va, ma prima telefona a Frank per dirgli che è femmina. A me dispiace. Volevo farlo io. Glielo dico e lei ci rimane male Poi mi deprime averla ferita e chiarisco la cosa. Non avrei potuto telefonargli io. Ha fatto bene a farlo lei. Ore 23.00: Rita va via.  La Hebamme Susanne che ha lavorato così bene, se ne va, ma prima mi abbraccia e mi fa le congratulazioni.