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Sotto il tallone nazifascistaAutore
Antal MazzottiTempo di lettura
3 minuti25 Aprile 2025

24 aprile
Ieri si è iniziato lo sciopero generale dei ferrovieri, ma si hapo= tizia di altri scioperi. La tensione cresce, c'è nell'aria l'attesa di qualcosa di imminente e risolutivo. Lotte furiose sul fronte italiano nella valle del Po e a Berlino. Da ieri non compare il bollettino tedesco con le consuete vittorie difensive. Si sono visti molti camion pieni di roba che filano veloci (dove?) e tedeschi armatissimi che fanno da scorta. 
 
25 aprile (mercoledì)
Molte notizie vaghe, non sempre controllate, tra cui quella di Mussolini che stasera sarebbe fuggito in una colonna di fascisti e tedeschi. Oggi pomeriggio sparatoria fitta, un po' ovunque tra patrioti e nazifascisti. Pare che un gruppo di patrioti abbia tentato di occupare la stazione centrale per impedire sabotaggi. Ingiro per la città, assisto al saccheg gio dei magazzini della Pirelli, tra via Filzi e via Fara, benvolmente conni- venti alcuni militari tedeschi: impressione della folla esasperata e bisognosa, che si muove potente e sicura dell'impunità. Ancora una volta, camminando corroborante in mezzo a tanta gente, la ex ed entusiasmante unanimità dei sentimenti e della loro espressione aperta, il senso della forza popolare non più impedita dalla paura; la simpatia più accesa per chiunque combatta il nemico di tutti. Superate perfino le differenze di partito, già apparse alla luce. Sollievo per l'assenza di ogni autorità. Sotto sotto, inquietudine e la domanda: che cosa avverrà domani, e poi?
 
 
26 aprile
Stanotte bombardamento inglese; anche stamattina è proseguita la sparatoria. I patrioti usciti dai loro rifugi sono padroni della situazione perché girano in auto e motocicletta e anche autoblindo, tra l'entusiasmo e le acclamazioni della gente, facce trasformate, più vive per la gioia, che riempie le strade ancor più numerosa, in centro si cammina a fatica, lentamente, come dopo il 25 luglio. Coccarde tricolori e rosse, pugni chiusi in alto come gli spagnoli della repubblica rossa. Ho visto un manipolo di tedeschi senz'armi fraternizzanti con patrioti, gridare e ridere insieme. Di fascisti nemmeno l'ombra, rimpiattati al sicuro nelle loro tane o fuggiti. Sono comparsi i primi nuovi quotidiani di partito, finalmente liberi (gli altri giornali non escono), con le notizie dell'insurrezione generale del Nord Italia e dell'avanzata veloce ormai dilagante ovunque degli alleati liberatori. 
E' un giorno decisivo di cui si comprenderà meglio in avanti significato e spessore. Intanto godiamo insieme il tripudio, l'esplosione di vitalità risalente dal profondo e quasi incredibile con quella fame mai saziata del tutto, la scoperta inebriante della libertà non più condizionata e ambigua come quella del 25 luglio, il sentimento di una nuova fraternità e dell'appartenenza a una comunità, quasi in una nuova fede, il gusto della politica, del poter parlare a voce alta con chiunque senza guardarsi dattorno. Un ritorno alla vita. Ognuno è fatto spettacolo all'altro, come su un immenso teatro. E poi la bellezza del riprendere le fila dell'avvenire, i progetti, senza più l'incubo della guerra.