Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Privacy completa.

Logo Fondazione Archivio Diaristico Nazionale

Tratto da

Berlino 1961

Autore

Laura Nassi

Tempo di lettura

16 minuti

35 ° anniversario della caduta del Muro di Berlino

Leggi il mio diario
Checkpoint
Così, mentre camminavo per la prima volta per le strade di Berlino Est, credendo, malgrado le tante rovine che si presentavano ad ogni mio passo, che quel mondo fosse perché senza distinzioni di classe o conflitti sociali, e spinta da questi ideali i miei passi, malgrado il tremendo scenario, incominciarono ad essere più sollecitati ad andare incontro a eventuali e positivi colpi di scena.

Dopo poche settimane che mi trovavo a Berlino attraversai per la prima volta il Checkpoint.. Per farlo dovetti mostrare il passaporto, dire lo scopo della mia visita, dare l'indirizzo dove lavoravo e abitavo, e quale era lo scopo della mia visita a Berlino Est, dopo di ché entrai nella DDR. Fatti pochi passi mi fermai guardando intorno a me, scoprendo desolazione e distruzioni. Era mio desiderio iniziare la scoperta di quella parte della città, partendo dalla porta di Brandeburgo. Per raggiungere tale meta dovetti percorrere alcun strade dove i miei passi avanzavano guardinghi appoggiandosi con forza sul suolo come se avessero il timore o addirittura paura di trovare assurdi pericoli ad ogni angolo, ed ebbi l'impressione che le mie impronte sarebbero rimaste per sempre sulla città perché mi faceva piacere pensare che le invisibili impronte che si lascia sul selciato o sulla cruda terra rimangano per sempre. Le rovine continuavano tanto che dovetti abbassare lo sguardo e camminare a testa bassa. Arrivata alla porta di Brandeburgo, che avevo ammirato da lontano, dalla zona ovest, esattamente dalla via del 17 Giugno, come se al di là di essa ci fosse un mondo proibito ma magico allo stesso tempo, un modo  che mi era stato descritto da alcuni come un mondo vicino alla perfezione, che aveva ideali di uguaglianza simili a quelli che aveva predicato Gesù: mentre per altri era un mondo senza libertà,  una società dove era impossibile, a chi ne era capace, d'arricchirsi, di essere liberi di viaggiare e di conoscere altri modi, non mi sembrò vero. Ma pensando agli sforzi che l'Unione Sovietica aveva dovuto sostenere per combattere il nazismo, per la ricostruzione delle sue città e quelle delle nazione che erano state incorporate nell'unione dopo la guerra, come la Polonia, la Romania, la Cecoslovacchia ec. ed una parte della Germania, non aveva potuto sostenerne le spese, ma che in futuro avrebbe di certo concesso più libertà ai suoi cittadini. Così, mentre camminavo per la prima volta per le strade di Berlino Est, credendo, malgrado le tante rovine che si presentavano ad ogni mio passo, che quel mondo fosse perché senza distinzioni di classe o conflitti sociali, e spinta da questi ideali i miei passi, malgrado il tremendo scenario, incominciarono ad essere più sollecitati ad andare incontro a eventuali e positivi colpi di scena. C'era però da tener presente che a Berlino Ovest le tre nazioni democratiche vincenti che tutelavano quella parte della città, in particolar modo gli Stati Uniti d'America erano molto generosi verso la nazione occupata in aiuti all'industria ecc, e non solo per pura generosità, ma per dimostrare, ed ha ragione, che il loro era un paese libero e democratico. Negli anni cinquanta la Guerra Fredda aveva scatenato. In America una grande lotta contro l'ideologia comunista. Il senatore repubblicano Mac Carthy causò fra gli anni 50 -54 la più dura battaglia contro il comunismo americani composto da un piccolo gruppetto di cittadini, pare, in maggioranza appartenenti al mondo della cultura del cinema. La battaglia alle streghe del senatore, scatenò processi accusatori non solo contro quelli che erano di sinistra, ma anche coloro che avevano frequentato amici di sinistra, o per caso incontrati a casa di amici gente comunista, o contro quelli che semplicemente per curiosità intellettuale avevano in casa libri di sinistra ma anche contro persone che completamente contrarie a tale fede colpevoli solo di aver partecipato a delle feste dove c'erano dei comunisti. Costrinsero persone ad accusare i loro amici di simpatie comuniste per poter poi continuare a lavorare. Anche il fisico Oppenheimer costruttore della bomba atomica fu accusato di simpatie comuniste dal fisico Teller, inventore della bomba H, bomba che Oppenheimer aveva cercato di bloccarne la costruzione. Di certo il grande fisico avrà frequentato salotti animati da gente di sinistra. Hoppenheimer era nato da una famiglia ricca di conseguenza era sempre vissuto in ambienti bene lontani dai problemi dalla povertà e, sarà rimasto incuriosito dalla scelta del popolo russo, e di certo la sua grande e curiosa intelligenza l'avrà portato a sfogliare il Capitale,  ad ascoltare  conversazioni di sinistra spinto da curiosità intellettuale rimanendo con ciò fedele alla sua patria. Furono interrogati anche attori come John Huston e Hamphrey Bogart ed anche il generale Marshall e la grande Katrin Hepburn che come Huston e Bogart si dichiarò indignata da un simile processo. Questo una lotta alle streghe senza roghi apparenti dove i presunti colpevoli di idee sovversive come il comunismo, furono dichiarati nemici degli Stati Uniti d'America: non furono materialmente bruciati come nelle grandi inquisizioni cattoliche che si scatenarono nel seicento in Europa, ma i colpevoli furono messi in prigione, isolati dalla società come sé fossero degli appestati, e destinati a perdere il proprio posto di lavoro e a rimanere disoccupati a lungo e allontanati da molti amici, (se amici si possono chiamare), per l'umana paura di essere anche loro incriminati dai tribunali del maccartismo, che è stato una pagina nera per l'America, che ha impedito a molti talenti nel campo del cinema e della cultura in generale, di continuare a produrre dei possibili capolavori. La lotta scatenata contro il comunismo, che nel caso della Germania era al potere a due passi dalla Germania democratica portò gli americani ad avevano un punto in più di generosità verso la giunta comunale di Berlino Ovest. Ciò metteva a confronto come si viveva a Berlino Ovest e come si viveva a Berlino Est. Quest'ultimo non poteva risultare vincente non solo per le sue ideologie ma anche perché doveva pagare ingenti somme per i danni di guerra all'Unione Sovietica. Ma, ad accusare tale regimi furono i cittadini che cercavano con ogni mezzo di fuggire dalla zona Est. Tornando alla mia prima passeggiata a Berlino Est, ad un certo punto camminai a testa bassa, e solo quando fui arrivata davanti alla Porta di Brandeburgo gli alzai e loro si spalancarono come non mai. Tutto intorno a me c'era la desolazione, molto, per non dire tutto, era stato bombardato e i muri che erano rimasti in piedi mostravano le loro brutte nudità spandendo tutto in torno una grande desolazione e tristezza. Quei giovani ruderi dove la polvere, vecchia di soli sedici anni si era posata sulle loro ferite, sembrava attenderne altra per tanti anni ancora. Quelle immagini mi fecero pensare al recente passato e cercai il luogo in cui si trovava il bunker dove Hitler aveva messo fine alla sua vita suicidandosi insieme alla Braun, sua compagna sposata poco prima il suicidio. In quel periodo si raccontava che il corpo di Hitler non fosse stato ritrovato, ed a causa di ciò, si era diffusa la leggenda che non fosse morto, ma che fosse stato catturato dai russi e portato in Unione Sovietica. Si diceva che il suo corpo era stato bruciato per non essere riconosciuto, tentativo in parte riuscito essendo la salma del dittatore rimasto riconoscibile così quando i miei occhi si posarono su quel misero pezzo di terreno dove Hilter e la sua banda avevano dato gli ultimi spietati ordini, fui sorpresa dalla misera pochezza e della nullità di quel luogo dove aveva passato gli ultimi giorni della sua vita, il dittatore più feroce della storia che il mondo ricordi. Poi presa forse dalla suggestione, mi sembrò di sentire delle voci inumane che provenivano dal sottosuolo e la visione di soldati in marcia, tutti uniti al passo dell'oca , tutti con lo stesso sguardo e il braccio alzato, proprio come avevo visto nei documenti sulle riunioni naziste a Norimberga, riunioni dagli scopi inquietanti a cui avevano preso parte menti distorte e megalomani, e tremo nel pensare a quello che sarebbe accaduto al genere umano se le cose non fossero andate come sono andate. Svanite le suggestioni, m'incamminai lungo il viale Under den Linden che essendo stato parzialmente ripulito, mostrava tutte le sue ferite ancora vive. I palazzi, un tempo belli e imponenti, non erano stati ricostruiti e sembrava che la guerra fosse finita davvero da poco. Lungo il viale c' erano anche dei pannelli con foto che mostravano le atrocità fatte dai nazisti che rendevano, aimè presente, quel senso di morte imminente che vi regnava.  Anche nelle vetrine dei pochi negozi c'erano esposte foto dei campi di, sterminio,di mille povere esseri umani, molti dei quali colpevoli di niente che venivano fucilati, altri ritrovati nelle carceri che·erano stati massacrati dalle botte ricevute l'interrogatoti . Con ciò i russi volevano tener viva la memoria di quello che era stato il nazismo, avvenimento questo che non bisogna dimenticare.

[...]

In quel giorno d'estate del 1961, guardai verso il cielo di Berlino e m'immaginai la battaglia del 1943, e la volta azzurra si popolò di strani uccelli metallici gonfi di bombe incendiarie che scendevano verso la terra come folate di grandine fuori stagione.

Quella mia prima passeggiata a Berlino Est mi portò a considerare anche le grandi ingiustizie e soprusi che avevano subito anche i tedeschi a cau a del nazismo. Guardandomi intorno e pensando alle distruzione delle loro città ai tanti morti che. avevano avuto, mi venne di pensare ancora una volta al passato regime, alle grandi adunate naziste a Norimberga: sembra che tali dimostrazioni di forza non suscitassero alcuna paura nella popolazione tedesca, timori che se presenti, forse avrebbe potuto allertare il popolo e fargli comprendere ché tali dimostrazioni di forza sono portatori di violenza, dolore e non sono mai vincenti. Di certo l'imminente pericolo sarà stato concepito dai tedeschi più razionali, ma la macchina si era messa in moto, e forse non si poteva più fermare. E come è stato detto, i mali vanno recisi al loro insorgere, altrimenti si diffondono così velocemente da non poter essere più controllati. Gli attacchi aerei sulle città abitate da popolazioni inermi, erano stati sperimentati in misura molto molto ridotta nella prima Guerra Mondiale, quando i tedeschi con loro zeppelin, lanciarono le loro bombe sulle coste inglesi, scatenando il panico nella gente. Gli inglesi a loro volta attraversarono il Canale della Manica per bombardare la Germania, ma i loro aerei avevano un resistenza di volo limitata. Le grandi quantità di bombe sganciati sulle città hanno avuto la loro definitiva legittimità nella seconda Guerra Mondiale, dove città intere furono distrutte senza tener conto elle masse di civili, in maggioranza donne bambini e anziani, che venivano uccisi. Nella seconda Guerra Mondiale Londra fu attaccata per la prima volta con una nuova arma creata dai nazisti, i famosi missili Wl e W2 che impressionarono il mondo intero, mentre le bombe dirompenti inglesi si mostrarono sin dall'inizio troppo pesanti da trasportare e di difficile sganciamento. Si penso così a, costruire la bomba incendiare, molto più piccola e leggera, che propagava le fiamme sui siti colpiti e· rendeva insicuri i rifugi antiaerei minando così i tentativi di resistenza dei tedeschi. Si dice che la Battaglia d'Inghilterra avvenuta nel 1941, sia stata il primo indizio del fatto che i tedeschi non avrebbero vinto la guerra. Nel 1943 avvenne la più grande battaglia aerea sopra a Berlino su cui furono sganciati milioni di bombe incendiare che ridussero la città ad un unico grande rogo. I berlinesi che da anni avevano subito tali aggressioni, ancora una volta dovettero constatare che, al contrario di quello che era stato detto loro (cioè che la guerra sarebbe stata di breve durata e vincente) e che Hitler continuava a dire ai ai suoi connazionali, che avrebbero vinto la gu rra, capirono che le cose non erano andate, e non andavano, proprio così. La guerra durava ormai da quattro anni, e di certo dubitarono che avrebbero vinto. Hitler era diventato cancelliere tedesco nel 1933 e dopo quella data, iniziarono inesorabilmente le persecuzioni degli ebrei e dei diversi, e la grande corsa al riarmamento della Germania con l'intento di sottomettere al proprio. volere il mondo libero, che condusse 1° di settembre, del 1939 a la Il Guerra Mondiale. L'invasione dell'URSS da parte della Germania, dopo le prime trionfanti vittorie, ai soldati tedeschi, come nell'ottocento era capitato all'esercito di Napoleone, successe di scontrarsi con il grande inverno russo e i destini cambiarono, i tedeschi iniziarono a retrocedere, a perdere scontri e terreno restando poi a corto di munizioni e di carburante e inutilmente in attesa di rinforzi. La vincente sin allora, Armata Tedesca, fu abbandonata dal loro amato Hitler al freddo inverno russo subendo così una crudele sorte, mentre in patria si rassicuravano i famigliari che avevano i loro famigliari a combattere in Russia, preoccupati di non ricevere notizie, furono bugiardamente rassicurati che tutto andava bene e che presto, dopo la vittoria, sarebbero rimpatriati. In realtà la Sesta Armata non ricevette mai rinforzi e fu decimata dal freddo, e quando l'assedio di Leningrado terminò, i sopravvissuti furono uccisi o fatti prigionieri o portati in Siberia dove molti di loro morirono lungo il tragitto. La guerra era ormai persa per la Germania, quando l'esercito russo entrò nel suolo tedesco, e tutti cercarono di scappare perché consapevoli che i russi si sarebbero vendicati per quello che avevano subito in patria. Ci fu un fuggi fuggi di esponenti in tutti i vari posti di comando dalla Germania e quando i russi entrarono a Berlino ormai distrutta dovettero sostenere una dura battaglia contro un esercito composto in gran parte da vecchi ed adolescenti. Le numerose e inutili morti che si ebbero da ambo le parti, furono l'ultima atroce crudeltà che Hilter fece subire al suo popolo, in quanto la guerra per i tedeschi era ormai perduta da tempo ed l'armistizio avrebbe evitato ulteriori perdite e dolore. In quel giorno d'estate del 1961, guardai verso il cielo di Berlino e m'immaginai la battaglia del 1943, e la volta azzurra si popolò di strani uccelli metallici gonfi di bombe incendiarie che scendevano verso la terra come folate di grandine fuori stagione. I berlinesi, e insieme a loro tutta la popolazione tedesca, che allo scoppio della guerra era stato assicurato loro che Hitler aveva intrapreso una guerra di conquista, facile, corta, e vincente, come in effetti lo era stata nei primi tempi, illudendosi che quell'insana conquista non avrebbe avuto intoppi. Questa speranza si accese ancora di più quando i tedeschi seppero, o videro dai cinegiornali con i propri occhi l'armata tedesca marciare sulla strada più famosa di Parigi, i Campi Elisi, e furono invasi da un insano orgoglio nazionale, e ripagati delle umiliazioni  che avevano avuto dalla sconfitta della prima guerra mondiale del 15-18, guerra anche questa, dichiarata dalla Germania, ma che forse, non sono una storica, i tedeschi colpevoli di tale peccato, furono troppo puniti; ciò scateno in loro un odio di vendetta. Quella mia prima visita a Berlino Est mi fece anche pensare a un'altra cosa, che il socialismo nella sua forma concreta non era la soluzione giusta e idilliaca che credevo. Le persone che mi camminavano accanto, che in realtà non erano molte, mi sembravano diverse, meno disinvolte, ma ben vestite a confronto con dei tedeschi che vivevano all'Ovest.