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Tratto da

Una vita al massimo

Autore

Liliia Samara

Tempo di lettura

3 minuti

Conflitto Russo-Ucraino - Edizione 2025

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Dolore

L’otto gennaio 2019 mia mamma la mia forza, la mia gioia non c’era più erano le 8:00 di mattina alle 21:00 di sera ero in casa mia in Ucraina. Il vuoto, il dolore li provo ancora oggi, non riesco scrivere, fa così male, per me è stata perdita più dura della mia vita. Mamma aveva avuto un infarto 15 secondi e era morta cosi mi hanno raccontato. Mi hanno dato le medicine forti per calmarmi cosi sono riuscita sopravvivere il funerale. Una settimana dopo tornò in Italia. Il luto per me è stato molto lungo, la sognavo ogni notte, piangevo e piangevo non riuscivo più trovare il mio posto sulla terra che per me era tropo grande e io mi sentivo piccola come una formica e molto sola. Oggi posso dire che nostri Genitori sono persone più importanti nella vita. Dobbiamo sempre avere tempo per loro non metterli sul secondo posto perché nessuno può sapere il giorno quando verranno a mancare, solo in quel istante noi figli ci rendiamo conto la gravita della nostra perdita. Mi maccano da morire e nessun tempo in grado di diminuire il mio dolore. 

Ho i nipoti che combattono, le loro moglie sole a casa con bambini piccoli, tutti sono giovanissimi non hanno più di 35 anni.

La vita è così ti dà tanto e poi ti toglie tutto, e tu non puoi cambiare niente, non tutto dipende da noi, certe cose accadono e basta. Possiamo semplicemente cercare almeno di rimanere umani, non incolpare nessuno, perché non ci sono colpevoli, non sfogare la nostra rabbia e nostro dolore sulle persone che ci stanno vicino, magari non fanno e non dicono quello che noi ci aspettiamo, ma come può comportarsi un amico o un parente che vede la sofferenza e il dolore di un suo caro e sa, che non può fare assolutamente niente per aiutarlo.

  Adesso vivo una esperienza orribile, mio paese in guerra ho perenti li che non vogliono venire qui. Ho i nipoti che combattono, le loro moglie sole a casa con bambini piccoli, tutti sono giovanissimi non hanno più di 35 anni. Sono andata in Ucraina dopo prima settimana di guerra ho fatto un viaggio da scrivere un romanzo, ma lo rifarei cento mille volte. La guerra è vera, molto violenta e senza pieta, essere li e vedere con i miei occhi diverso che stare a casa in Italia sul divano. Avevo bisogno di vedere i miei cari, abbarcarli e dire loro che li voglio tanto bene, speravo di convincerli venire con me in Italia, ma purtroppo non hanno voluto.

      Dopo due anni di Covid pensavo che le cose brutte nella mia vita sono ormai finite, ma no, mi mancava la esperienza di guerra. Non so cosa dire, sono viva fuori ma morta dentro, non cè la faccio più!

. In certi casi, non si trovano le parole giuste, ma penso che un semplice abbraccio può dire più di mille parole.

“quando sentiamo bisogno di un abbraccio, dobbiamo correre il rischio

di chiederlo”

                                                      La storia della mia vita non finisce qui!