Autore
Massimo Bartoletti StellaAnno
1964 -1968Luogo
Forlì Cesena/provinciaTempo di lettura
8 minutiAcqua passata
Domenica 13 dicembre
L’occasione per l’Operazione-Cupido oggi era venuta ma ho ritenuto opportuno non effettuarla. C’erano dalla cella di S. Vincenzo lei la Loredana e la Nadia. Io ero dalla Bellocchia. Quando è venuto Rossini. Io che pensavo di mettere in funzione il piano, ho attaccato subito il discorso e siamo andati dall’altra parte.
Lei con me non ha parlato. Dopo siamo andati di sopra dalla democrazia e abbiamo giocato a carte. Rossini parlava con me con burla io facevo finta di niente e ridevo.
Lei non ha mai parlato con me. Qualche volta, però sgarbatamente. Parlava sempre con lui e Rossini qui e Rossini la m’aveva fatto una barba. Io parlavo poco. Ridevo appena. Sono sicuro che domenica al cinema me lo ricordo ancora allora scatterò e le dirò tutto quello che ho tenuto dentro di me.
Se per caso lei mi dice perché mi sono comportato così, io le dirò che lo sa bene lei il perché e che mi sono stancato e di piantarla li. Ma se non dice niente sarà meglio, ma però se non dice niente con me per dire con lui (se ci sarà) me ne andrò via. A dire la verità mi ha stancato, o che ne sceglie uno e sta con quello o che sta a casa sua dalla sua mamma a fare la maglia. Credo che Domenica sarà una gran brutta domenica se va come la penso io. Ma adesso è meglio tacere chissà le conseguenze come saranno. Lei nei 7 mesi che la conosco sono due volte che mi pianta apparentemente può darsi che questa volta mi stia sbagliando oppure può darsi che sia la volta in lei lo fa sul serio. Io me ne frego.
Devo aggiungere che martedì 8 dicembre era festa e c’è stato il cinema.
Abbiamo parlato, lei ha detto che mi ha sognato, che ero andato sotto un camion e mi era rimasto un freno della bicicletta in bocca e mi ha consigliato di non andare in bicicletta. Io che sono molto superstizioso ci ho creduto. Accidenti però oggi 13 domenica che brutta giornata. Racconto un po' il dialogo di Rossini con lei e certi gesti che non mi sono piaciuti.
Quando eravamo di sopra che giocavamo a carte allora lei comincia a parlare con lui sui fiori e dice che un giorno, o anzi un pomeriggio sarebbe andata laggiù all’agraria e che avrebbe comprato un po' di fiori. Lui risponde che se sarebbe venuta di mattino c’era lui e le avrebbe fatto uno sconto dato che era lei. e così via, un branco di cose.
Questo diario, va bene che lo scrivo io, per me stesso, ma se per caso lo leggesse un altro mi chiederebbe perché scrivo tutte queste cose se intanto lei sta con lui. Io debbo dire che non ho nessun amico con cui mi possa confidare, allora lo scrivo qui.
(Ricordo che questo l’ho scritto [il] 13 dicembre)
Domenica 18 aprile
L’ho vista alla messa ed ha fatto la comunione, io sono rimasto contento per questo fatto. Nel pomeriggio sono andato al cinema, ma lei non c’era, ho aspettato, ma non si è fatta vedere. Poi finalmente è arrivata. Io mi ci sono seduto accanto.
Mi ha chiesto della bambina di Davide. Io le ho detto che si chiama K. come lei, credevo che fosse felice, invece ha detto che era un nome brutto, forse perché a forza di sentirlo chiamare su di se l’ha disgustata. Domenica quando le ho detto che forse si chiamava Elisabetta, esclamò: “oh, che bel nome!”. Se lei (K.) si fosse chiamata Elisabetta e mio fratello alla bambina avesse messo nome Elisabetta non le sarebbe piaciuto. Io ho pensato: “Cosa me ne frega se non ti piace, basta che piaccia a me!” 
Fino alla fine del secondo tempo era interessata al film, poi ha cominciato a parlarmi delle sue zie, di cantanti, di film visti in televisione, di morti, qui mi ha detto che ha una gran paura di morire, (che cosa ci vuoi fare?). Nella sala c’era una ragazza con un ragazzo, io [la] guardavo e le (K.) ho chiesto:
“Ma lei non ha il fidanzato?” Lei ha risposto: “Si, poveretto lui è nei soldati e forse adesso la sta pensando e lei è lì con un altro!” 
Poi ho cominciato a parlare io, da me cosa ci si può aspettare quando attacco a parlare? Sempre discorsi seri, specie con le donne.
Le ho detto che quella ragazza fa male a fare così perché illude un’altra persona “Come se io ti dicessi che ti voglio bene e poi andassi con un’altra farei peccato, si, farei peccato: illusione d’amore. Illudi uno o una del tuo amore poi gli dai nel sacco! Tu non sei così, vero?” Le ho chiesto, lei ha risposto: “Speriamo di no”. Poi le ho detto dell’Emma che è scappata, mi sembrava molto dispiaciuta per tale fatto. Alla fine del film siamo usciti; pioveva. Volevamo ancora parlare ma pioveva e, siccome la sua amica voleva andare via perché pioveva è dovuta andare via anche lei. Mi ha detto che domani non ci sarà perché andrà al matrimonio di un suo zio e non può fingersi ammalata per venire al cinema perché la terrebbero chiusa in casa tutto il giorno.
Lunedì 19 aprile
Alle 10 c’è stato il matrimonio. L’ho vista e l’ho salutata facendole un cenno con la testa. Ieri sembrava dispiaciuta per questo matrimonio il quale la obbligava a restare in casa.
Oggi invece era contenta e faceva bene ad esserlo perché io avrei fatto lo stesso se fossi stato in lei. Non riesco a spiegarmi il perché durante la messa mi sentivo una merda e facevo dei ragionamenti sbagliati confrontando la mia tristezza e la sua felicità: “Ecco è lì, contenta e felice, già lei oggi si diverte lo stesso anche se non ci sono io, ed io sono qua senza nessuno e non so come fare sera”.
Alla fine della funzione si era messa a distribuire confetti. Io ero appoggiato ad una pianta che osservavo i suoi movimenti con un certo sorriso sulle labbra che non saprei definire.
Intanto che io sorridevo pensavo: “sono una merda”. Poi mi sono allontanato senza che lei mi vedesse e mi sono andato a mettere davanti al bar della democrazia. Lei intanto era salita in una 500 bianca. Quando la macchina è passata davanti al bar, lei mi ha visto e mi ha sorriso, io le ho sorriso e l’ho salutata con un cenno della testa mentre vedevo l’auto allontanarsi pensavo: “Va, divertiti intanto che sei giovane che quando sarai vecchia rimpiangerai quei momenti in cui potevi essere felice ed eri triste”. Poi mi sono avviato per andare a casa intanto pensavo a ieri quando lei sembrava dispiaciuta per questo matrimonio e pensavo a qualche istante prima che l’avevo vista felice e contenta. Ma ho capito che questi miei pensieri erano più sbagliati di prima quando ero in chiesa perché una persona quando trova la felicità o per forza o per amore la deve godere perché non è facile oggi essere felici. 
E come una colomba liberata dalla gabbia l’ho lasciata andare contenta verso la sua felicità.