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Autore

Brandon Michael Cleverly Breen

Anno

2022 -2022

Luogo

Stati Uniti d'America

Tempo di lettura

3 minuti

Cronache di un padovano insolito

Curiosamente, questa giustizia non ha gli occhi bendati. Forse la giustizia non è sempre cieca.

“Magari non muoverti”, disse Giorgio, “se vuoi che il tatuaggio venga fuori pulito e ben fatto. Ma se vuoi qualcosa fatto alla cazzo di cane...”. “Ho capito, sono pirla. Dai, vai avanti, ce la faccio.” La musica indie de I Cani suonava forte dalle casse e dovetti alzare il tono della voce per farmi capire. Mi stava facendo un tatuaggio sulla spalla sinistra. Un suo disegno tratto da una mia idea ispirata a piazza dei Signori. Una delle piazze principali di Padova, piazza dei Signori è piena di bar e ristoranti, dove tutti gli universitari vanno a bere la sera e a prendere un panzerotto quando gli spritz cominciano a farsi sentire. Per entrare nella piazza bisogna passare sotto un enorme edificio che veglia sullo spazio aperto come un angelo custode e che sulla facciata ha un grande orologio astronomico. Se non guardi bene questo dettaglio potrebbe sfuggirti, ma ci sono soltanto le figure di undici dei dodici segni zodiacali. Lo scorpione è più grande degli altri e occupa ben due spazi. Quello che manca? È la bilancia, proprio il mio segno. La leggenda vuole che l’architetto che progettò l’orologio non fosse stato pagato, oppure per dispetto o rancore, o per un altro motivo che ci è ignoto, decise di non completare la costruzione. Invece, per onorare il prestigioso segno zodiacale mancante, decise di nascondere ben due bilance incise su due monumenti nella piazza. Alcuni hanno l’occhio astuto e riescono a individuare subito i due tesori nascosti. Altri invece possono cercare per ore senza trovarne nemmeno una. Adesso vi rivelo i segreti. La prima è sulla facciata della chiesetta, sotto la statuetta di un santo, in cemento o qualche materiale simile. La seconda è su una colonna di fronte alla torre astrologica che raffigura Giustizia, in marmo, con l’abito che sembra svolazzare nel vento, la spada tenuta alta in una mano e nell’altra la bilancia. Curiosamente, questa giustizia non ha gli occhi bendati. Forse la giustizia non è sempre cieca. Dopo che finimmo, mi guardai allo specchio e pensai che fossi davvero contento del tatuaggio, le competenze di Giorgio stavano migliorando. Mi aveva già fatto altri due tatuaggi in passato, usandomi come carta bianca per praticare la sua arte che stava imparando. Stavolta però, fui io a chiedergli di farmi il tatuaggio, ormai era bravo e l’avrei pagato. Gli chiesi poi quanto gli dovevo. “Non potrei mai accettare i tuoi soldi, Brandy.” Ora avevo un pezzo di Padova tatuato sulla mia pelle e in più un fratello acquisito.