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Autore

Clelia Marchi

Anno

1984 -1985

Luogo

Mantova/provincia

Tempo di lettura

9 minuti

Gnanca na busia

ho scritto
il tuo nome
sulla neve
il ventolà cancellato
Ò scritto il tuo nome
sul mio cuore
e li si è fermato
Clelia Marchi con il suo lenzuolo
Clelia Marchi a Pieve Santo Stefano, fotografata per La Repubblica (GEDI Gruppo Editoriale)

ho scritto

il tuo nome

sulla neve il vento

là cancellato

Ò scritto il tuo nome

sul mio cuore

e li si è fermato

 

[1] Care Persone Fatene Tesoro Di Questo Lenzuolo Chè C'è Un Pò della Vita Mia; è Mio Marito; Clelia Marchi (72) anni hà scritto la storia della gente della sua terra, riempendo un lenzuolo di scritte; dai lavori agricoli, agli affetti, dai filos,

[2] alla qucina, agli affetti, e alle feste popolari: À scritto tutta una storia: una avventura, nei sacrifici, nelle sofferenze di ogni giorno; ogni riga si svolge sul filo della sincerità: come pure il titolo del mio lenzuolo libro: (Gnanca nà busia) non ò raccontato: gnanca nà busia ne par mi; ne ai lettori!!!...

[]

[16] una volta che ci sono andata a legare la paglia: non avevo visto chi c'era da l'altra parte della macchina: o chi mi all'ungava il filo di ferro; ò guardato, era un uomo, bello, biondo, con gli occhi azzurri; si stava alla macchina fino à mezzo giorno, poi al mezzo

[17] giorno; quando à mezzo giorno la macchina si fermava: e si andava a lavare là dalla pozza: che intorno c'erano i mastelli per risiacquare i panni; quando si lavava io andavo sulla solia del pozzo à tirare l'acqua; avevo (14) anni e riempivo i mastelli, per lavarsi tutti quelli della macchina, ò adetti alla macchina, c'erano anche .10. persone: non vedevo quel uomo che infilava il filo di ferro

[18] con me, io continuavo à tirare sù l'acqua; con due secchi di legno; una andava giù, è una tirava sù; nel rovesiare l'ultimo secchio di acqua, lè ò rovesiata quasi adosso: le ò detto mi dispiace; ma non vi avevo visto; lui si è messo à ridere: dopo .6. mesi è venuto ad abitare proprio dove abitavo io; veniva à lavorare dal mio papà: che era gastaldo del padrone: io le davo del voi; perchè

[19] perchè io ero una bambina di fronte à lui; io avevo (14) anni e lui (25) ma io non avevo mai pensato; che quel bel ragazzo che avevo visto per la prima volta alla macchina; mi domandasse di fare la more; le ò detto se lo sa la mia famiglia; che voi siete vecchio: mi disse ma se ti piacio, parleremo di nascosto e quando avrai compiuto .16. anni si sposeremo: ma chi pensava

[20] à sposarsi: veniva tutti i giorni in casa mia à lavorare con il mio papà: d'inverno fare lé scope, e spazzolini di piumi per pulire i mobili del padrone; in granaia à girare il grano; nelle stalle d'inverno per fare le stroppe per legare le viti alla primavera: e così era per sempre in casa mia; ma io non le parlavo: un giorno le dissi il mio papà andate in

[21] granaia à girare il frumento; e,come à detto tu vai a scopare, e così ubbidì; il ragazzo à detto comè, aspetti che passo; lé ò detto passate pure; c'erano i miei frattelli: e mi disse perchè non mi dai del tù?? Perché voi siete vecchio... si vedevamo tutti i giorni e di nascosto mi diceva, mi diceva non dirlo à nessuno che ti ò detto che quando ai .16. anni ti sposo.

[]

[42] avevamo solo: 25. lire e 25. chili di farina, 3 tovalie vecchie e un pò di piatti vecchi anche l'oro, i mobili di all'ora erano della casa la mia mamma mi aveva dato qual cosa, e anche grazie, che pure aveva due figli sposati in casa: ma mi volevano troppo bene: e così mi davano sempre qual cosa; Mio marito era andato salariato, nella corte ò dal padrone dove abitavamo, ma non avevamo niente 
[]
[44] nè tavola nè seddie nè soldi per comprarcele: il padrone era Guido Canossa che per soppra nome l'è dicevano al muret abitava alla paleotta; ci a dato .2. seddie vecchie, e una tavola pure vecchia che aveva un piede solo: e gli altri tre le abbiamo messo una pigna di pietre fino alla pari dell'altro piede e per due anni quella tavola e quelle due seddie vecchie tutte abrandelli: per primo abbiamo preso la madia 
[45] per fare il pane costava .60. lire, poi dopo due anni abbiamo preso la tavola e quattro seddie, e così si incominciava à comperare qualcosa in casa; ma dopo un pò venne un altro figlio. io dovevo andare à lavorare lostesso. si prendeva poco se la moglie non aiutava il marito era un guaio. il padrone mi dava un pezzo di terra da lavorare, seminavo biettole da zucchero così potevo andare, quando pottevo,. 
[46] 0' nei momenti che i bambini erano à letto e così aiutavo à mio marito: che pure à fatto il salariato per ben .30. anni e non è poco, e io à lavorare dove mi chiamavano: mio marito dopo di avere fatto .30. di salariato si è stancato; perchè quando mancava un mese à partorire una mucca doveva dormire nella stalla tutte le notti: fino che il vittellino non era nato, e tutte le notti per due mesi anche più dormiva 
[47] nella stalla con un pò di paglia e un vecchio tabaro quello era il letto: non ne parliamo più che mi cadono le lacrime con tutti questi ricordi! Comè veniva à letto una ragazzina di .10. anni perchè avevo paura, che quella è la mia malattia > alla fine dell'anno si è stancato; abbiamo cambiato padrone, avevamo .3. figli e aspettavo un altro figlio che era il .4. e con .4. figli non c'era da fare il furbo nelle corti con i padroni…
[48] però io sapevo tenermeli vicino che non passassero il portone per andare in campagna: che non andassero fare guai dagli altri: e anchè avevano frutti è l'uva; pure i padroni erano contenti di noi che ci siamo stati per ben tanti anni: si pensava sempre di fare il bene: ma pure i bambini quando sono piccoli possono anche scappare... pure un mio bambino di .4. anni un giorno c'era il portone aperto, 
[49] che c'era tanta frutta: che se anche ammarciva non ne davano à nessuno: come pure o detto che il mio bambino di .4. anni si era provato à rampicarsi su ad una pianta di frutta <ma che cosa volete che possa rampiccarsi, un bambino di .4. anni??? Il padrone là visto e l'ò strappò e le à rotto in mezzo alle gambine... Piangeva che non l'e dico, il padrone là preso in braccio me lò parto in casa che abitavo in una camera solo…
[50] l'ò butta sul letto, la preso per i cappelli e lo inzucco nel muro... E mi disse tuo figlio diventerà un ladro: mi sono messa à piangere; guai à dire staremo à vedere: con tanti figli se ti mandava via; non era facile à trovare casa anche se avevi voglia di lavorare; pure io lavoravo come salariata con mio marito, sempre questo padrone, rimanevano a casa quei bambini così piccoli: uno aveva .4. mesi, e uno di .5. anni... 
[51] che me li guardava era una vecchia; e anche grazie che c'era qualcquno che li guardava; un giorno vado à casa: sento il bambino che piange disperatamente, corsi à vedere era tutto sanguinato sua sorellina le aveva tirato via due unghie in una mano: lò fasiai: poi sono andata à lavorare, ditemi voi come una mamma può stare: pure tutte le mattine destate andavo à prendere l'erba; alle .4. per le mucche 

Lenzuolo Clelia Marchi
Il lenzuolo di Clelia fotografato da Luigi Burroni
il matrimonio non è come un paio di scarpe, che quando non ti piace l'è puoi cambiare

[...]
[80] pensare alla fatica; si sapeva che si doveva lavorare tanto con tutti quei figli: ne sono nati .8. non è uno scherzo: pure .4. sono morti: 4 sono al mondo, i maschi erano diventati grandi. e quello di .25. anni pensava di sposarsi: un giorno disse papà mi vorrei sposare cosa dici; bè!! guarda che ti piacia, perchè il matrimonio non è come un paio di scarpe, che qualndo non ti piace l'è puoi cambiare; ma la moglie 
[81] deve durare tutta la vita! Perchè sposarsi è una cosa; ma dovere mantenere una famiglia è un altra; e cosi si sposarono; à preso una ragazza di campagna; di categoria povera come noi; abbiamo fatto del nostro meglio, ma quando si è poveri non si può fare i ricchi: il suo papà le à detto guarda che sposarsi è un grosso cambiamento, non è come la tua mamma che le puoi dire quello che vuoi... 
[82] Lei sa darti sempre là risposta giusta senza che ti offendi; la mamma è dipiù di ogni cosa al mondo, delle mamme c'è nè una sola; aversi da sposare quando si è giovani lè cose sono sempre belle. quando si è giovani si vede solo rosa; ma pur troppo il rosa dura per poco;!! Nella vita in due c'è sempre qualcosa che non aderise;… Il lavoro c'è per mantenere una famiglia: è un dovere mantenere là 
[83] propria famiglia, certo che quando io ò preso tua madre era di già famiglia benestante; guardate che dei debiti non ne facciamo, non c'è là faremo mai ai pagarli; io che sono tuo padre ti dico non crearti un debito; mediante un cappriccio; siamo stati contenti ma come si dice che i vecchi stanno bene da soli: e i giovani da soli: che i giovani anno il diritto di mantenersi: ò godersi il suo 
[84] matrimonio: che i vecchi possono anche essersi dimenticati: che essere giovani è un altra cosa; quando li vedo un p'ò imbronciati mi dispiace; certo che anche l'oro anno le sue cose, anche gli anziani anno i l'oro problema... Mi era rimasto un figlio in casa lavoravamo noi tre; per potere fare migliori...dei modi; ma pure i guai non mancavano mai; un giorno il figlio si ammalò e dovette andare in 
[85] a l'ospedale di venezia: per .18. mesi: noi due lavorare di più per potere lavorare di più per aiutare quel figlio: chè chissà se poteva lavorare ancora: che quell'anno sembrava l'anno della disperazione, prima il figlio à l'ospedale poi il formaggio è andato amale nel caseificio. le angurie nessuno li comperava; perchè il padrone voleva di più, di quanto lo volevano dare, i compratori... 
[86] cosi il primo talio sono ammarcite in campagna, eravamo disperati: sempre quell'anno li è venuto là tempesta, ò grandine; in più cosa c'era! C'era qualcosa di più importante di questo disasto: il figlio che doveva essere operato un rene: quindi il dispiacere di un figlio non c'è confronto! In più troppo lavoro: io e mio figlio marito lavorare lostesso; non c'era da dire mi è successo tanti guai e non lavoro!!! 
[87] C'era da lavorare dí più; io e mio marito portavamo à casa il fièno con un carretto e un mulo; ò io; ò lui sul carretto; Poi scaricarlo sul fiénile di sera con la luce: dopo cena; erano solo quelli i nostri ordigni: un carretto, un mulo; il lavoro era da fare tutto à mano: come pure ò detto, che il lavoro non era niente; difronte ad un figlio ammalato; che non c'era più speranza di niente... che
[88] avevamo deciso di lavorare la terra, però c'era un altro anno di lavoro; avevamo .22. capi di besttiame, pochi ordigni solo un mulo e un carretto, con tanta fatica che non le dico... dopo tanto tempo è venuto à casa da l'ospedale quel figlio, eravamo contenti solo che respirasse, andava piano come una tartaruga, eravamo contenti lostesso. eravamo abituati à lavorare, e ai sacrifici: in seguito il figlio, settimana per settimana 
[89] incominciai stare sempre più bene, si era trovato una ragazza e dopo un p'ò che stava abbastanza bene, penso di sposarsi anche lui, ma il Dottore non era daccordo si sposò lostesso; non ci sono stati i pensieri come sposare gli altri .3. figli, qualcosa avevamo risparmiato in più. qualcosa c'era; la ragazza la conosevamo da sempre; era proprio di campagna, noi le abbiamo detto tutto di nostro figlio, prima che si sposase 
[90] sassero: guarda che prendi un uomo ammalato. e lo devi mantenere tutta la vita; sei in tempo se lo vuoi lasiare; perchè à parole è una cosa, à fatti è un altra: e si à risposto l'ò prendo se anche il giorno dopo muoio! Si sono sposati; e la nuora à preso il posto di suo marito, andava taliare l'erba con la motosega: il figlio incominciò fare qual cosa sempre di più: ma come ò detto era l'ultimo anno che si teneva 
[91] la terra; abbiamo domandato à mio figlio, che abitava in piazza, se si vendeva un appartamentino, e così l'abbiamo comperato, dopo .7. anni che erano sposati: la nuora che ò in casa mi disse mi sento dei disturbi, così, così, le ò detto per mè sono disturbi di gravidanza ed era vero, dopo .7. anni di matrimonio èra nato una bambina; mancava solo una bambina nella nostra casa poi c'era tutto: erano... 
[92] stati i più bei giorni della nostra vita, ma contenti ma non ci si sta nessuno: siamo venuti abitare in piazza vicino à l'altro figlio, proprio la casa attaccata, ci sembrava di essere i più ricchi del mondo, ma come ò detto che contenti non ci sta nessuno! Mio marito ando fuori per andare un pò à spasso, era à piedi; arrivò una macchina à più non posso à mio marito le ando adosso: siamo andati a a a
[93] a l'ospedale di rianimazione à bologna <ma la macchina non l'anno solo sfregiato, ma l'anno ammazzato; pensate che situazione mi ero trovata; i figli andavano à lavorare e io à casa con la bimba dovevo restare: non si può pensare il piangere che ò fatto: la bambina aveva:' 10. mesi, quando piangevo io: piangeva anche lei poverina; cercavo di non farmi vedere dalla bambina, quando piangevo: 
[94] Ma quando il pianto viene! Viene e nessuno l'ò può fermare; prendevo la bambina andavo fuori di casa; poi avanti e in dietro per delle ore: di tanto, in tanto guardavo in casa se c'era qualcquno, che quel qualcquno non arivèrà mai, e poi mai!!

 

io sono come una vite senza l'albero

[...]
[99]
io sono come una vite senza l'albero: perché quando dei due uno muore; una parte, poco 

[100] una parte del suo corpo di chi rimane è già morta; non c'è altri dolori al mondo che à vedere il marito morire o il compagno della tua vita; sebbene leggete queste scritte della mia vita, ce ne sono state di cose brutte; non si muore se non è la tua ora; tutto quello che fai è un nero: e all'ora bisogna rassegnarci che la vita continua: il, dolore, ò dispiacere non te la tolie nessuno e non è facile à tutti 
[101] a fare, fare credere à gli altri quello che si possa passare; pure qui c'è la verità: e anche ne mancano, che ci vorrebbe un interprete per dire tutto quello che vorresti dire: pure tante cose non si possono dire, che ne ò passato di ogni erbe un fasino: che di nuove non ne mancavano mai, è poi; certo che queste cose fa parte di me, e mio marito: le ho scritte per chi li legge possano compren- 
[102] dere come era la vita di certe persone che non si direbbe; non lo vorrei mai leggere queste scrite; che pure non si può senza che mi cadono le lacrime, pure questo è il nostro passato, da quando ero bambina à l'età di .6. anni: e adesso che sono molto anziana. pure ne sono passate di cose: e ancora c'e ne dà scrivere, avevamo pensato che un giorno potevamo festeggiare... 
[103] I .50. anni di matrimonio; asieme ai miei figli, nipoti, e prò nipoti per la prima volta nella vita, ma il destino è stato troppo crudele con noi; perchè soffrire così: che ò fatto? Più che bene ò fatto: Ma se è vero questo detto che Iddio castiga i buoni per i cattivi chissà come siamo buoni noi! Pure la vita continua, se vorresti anche la testa in .2. spaccare sarebbe dire . 
[104] la stessa cosa, non trovi nessuno che ti dica: ai fatto bene à piangere: ò à non piangere, ò quanti dispiaceri à passato, ò tanto lavorato: Passi innoservata; Rappresenti una formica nel mondo: è all'ora cosa sei adesso! Ò diventata? Una ragnatela appesa à un filo! Stai aspettando che si stacchi per andartene à l'altro mondo; e dal destino non si fugge, e difronte con una così... 
[105] strana vita, cosa puoi aspettarti se non la morte?? E che ancora non ai bisogno di nessuno; ma pure troppo il tempo passa, è il più sincero che ci sia, pure c'e ne sarebbe da dire! Ma leggendo il mio passato, quasi non sò darmi ragione di avere passato tutte queste brutte cose così poco simpatiche; ò sempre lavorato vicino à mio marito e i miei figli: e nei momenti 
[106] più tristi ò sempre trovato persone che mi sapevano capire: e passo, per passo ce ne sono state di cose brutte in .50. anni di matrimonio: pure ò sempre pensato che qualcuno mi domandase qual cosa del mio passato, del mio matrimonio, ma non mi è mai stato possibile, perche un tempo se vedevano una donna parlare con qualquno aveva una critica che non finiva più; 
[107] poi un tempo era il marito comandava lui, era il capo famiglia; e quello che diceva il marito era valido per tutti; le donne dovevano curare i bambini e basta: era per quello che le donne non anno mai fatto un passo avanti: era così per tutte lé donne; lavorare, mangiare, e à letto: così non anno mai potuto esprimere le sue idee... si accontentavano di ben poco... 
[108] Un giorno mio marito andò fuori un pò, dopo .2. ore è venuto uno à detto siete voi Benatti! Si venite dentro, ma non sò come dire: penso che sia uno di dragoncello, è stato investito un Benatti, forse quello della pizzeria; pensai subito à mio marito: pure era lui; siamo andati à bologna: dopo .3. giorni mori, pensate il mio stato d'animo, mi sembrava di essere appesa ad un filo... 
[109] Chissà cosa ne pensate dei miei scritti; ma io li ò scritti per mè, e non per offendere nessuno, le ò scritto come il mio cuore mi dettò; sempre dal vero: pure l'ò sò che c è solo del brutto in questi scritti; che solo à pensarci non ci sarebbe da scriverle neanche per sogno; ma chissà come mi detta il cuore, che pure sono Sacre, Sante vere, che pure le ò passate non dimen-
[110] ticate; c'è sempre qual cosa che non ai fatto nella vita; chi legge questo libro penso che non sia da scordare come buttare un paio di scarpe vecchie ne bidone delle mondizzie, chi leggeranno queste scritte si possono rendere conto come era la vita di certe persone; che è stata dura per me, è mio marito; forse perchè parlo di .50. anni in dietro: non c'era mai dà dire 
[111] oggi non c è male; ti succedeva qualcosa di difficile; cosi anni dopo anni ne sono passati più di .50. anni, così à goccia, à goccia sono arrivato fino qui; certo che c'è proprio da reagire, per non ammalarti, ò fare la parte molto triste; non si sà; una persona come si deve comportarsi, trovi sempre qualcquno à l'incontrario di quanto tu fai; all'ora fai come ti detta il cuore, 
[112] Chi fa da sè, fà per tre, à certe persone bisogna voltarci le spalle: non vale la pena soffrire per chi non ti ama, quando fai il dovere: che c'è se ai avuto una disgrazia, pure l'o so; senza che me lò ripetano gli altri: se tu guardi gli altri non anderesti neanche à prendere il pane, pure la vita continua. e nessuno ti cancella di quanto ai passato, e pensare che la vita,
[113] Pensare che la vita è solo un ombra che passa sulla terra, come ogni cosa al mondo, e va à finire dove c'è la foglia dall'oro perciò alla morte;
[]
Leggetelo pure quello che c è scritto su questo: <Libro Lenzuolo> anche se è scritto male; l'ò scritto di notte come o detto: non dormo: 
[129] e man mano che mi viene in mente tante cose della mia, ò nostra vita le scrivo: certo che per tante che ne scrivi ne rimane in dietro: ma cosa serva a scrivere se nessuno li guarda: ò li legge; pure sono vere queste scritte che pure è già tanto che ò incominciato à scrivere dopo la morte di mio marito: che è morto nel .1972: quindi il mio dolore l’ò qui sù à questo <Libro-lenzuolo> mà!!! 
[130] Al squillare della svelia: apro gli occhi guardo fuori dalla finestra vedo solo il cielo grigio: vedo una luce, bassa, bassa, che mi rappresenta, una giornata come tutte lè altre, facendomi una smorfia; innizio la mia giornata con il solito tram tran: sempre invecchiando: sono molto triste, non mi sento di fare niente, non avrei mai pensato; mi faccio il caffè di fretta...
[131] Come quando ero giovane: all'ora c era un motivo dovevi andare à lavorare altrove, ma adesso che senso à, che sei in casa da sola à lavorare? È solo che sono tanto abituata à lavorare, e ò sempre paura di fare tardi, anche nelle facende di casa: ma pur troppo bisogna mantenere la calma; ma si è abituato così, e non è facile à cambiare, se pensassimo... 
[132] che il Signore à impiegato otto giorni per fare una settimana. C'è sempre qual cosa che non ai fatto nella vita, e che punge; io non ò mai festeggiato un compleanno, mancava: 6. mesi poi erano i bei .50. anni di matrimonio, si poteva festeggiare per la prima volta nella vita; ma il destino è stato troppo crudele con noi: e all'ora che fare se non... 
[133] il .12. marzo è stato il giorno più brutto della mia vita, il giorno in qui mi anno ucciso mio marito: andò in strada à spasso, arrivò una macchina a più non posso: à mio marito le andò addosso, non l'anno solo sfreggiato, l'anno ammazzato: che fare se non lacrimare??? Tanto che ai sofferto, tribulato, tanto la tua famiglia amato: qualè il tuo risultato!!! 
[]
[138] là mia vita è stata tanto faticosa; e dura; con mio marito ci siamo tanto amati, sono rimasta vedova quasi all'improviso. mi sento vuota, finita, inutile, passo le mie giornate à piangere, non l'avrei mai pensato, che dopo 50. anni di matrimonio separarci così; tutte le mie tristezze le scrivo di notte, che poco dormo; co-me un essere umano quando à dei dispiaceri:
[139] la notte è l'ora della solitudine: il momento della verità. e il momento; ò l'ora dei ricordi: chi non à dolori non possono comprendere certe cose; mà pure siamo in un mondo che tutti ne abbiamo: più di un tempo, con tutti gli incidenti che ci sono: muoiono quasi di più di incidenti, che di malattie: Qui c e ne da dire di cose che c'è sempre dà ritornare un passo in dietro, 
[139] la miseria di una volta: quanta miseria che c'era un tempo, poco di tutto: poco pane: poco da cambiarsi, si mangiava quasi sempre polenta; si lavava con la lesia fatta di cenere: che è la legna bruciata; si metteva dentro nel paiolo di rame quando bolliva; e si metteva un pò di acqua per farla dipone; quella era la lesia di tutti i giorni <Per il bucato, lenzuoli ecc. era diverso... 
[140] Ma eravamo tanto fitti, fitti, che c'erano anche i pidocchi, avevamo per letto i materassi con dentro i cartoci che erano le folie delle pannocchie di frumentone: in casa solo una camera; i letti, tavola, seddie e il focolaio: poco ò niente di mobili: la maddia: il talliero per la sfolia: ma ben poco c'era, all'ora era così per tutti i poveri, ci sembrava di star bene: c'era quello e basta!! 
[141] Una notte avevamo bisogno dell Dottore, è venuto ma eravamo tanto fitti: che in un piccolo letto: avevamo: 4. bambini: all'ora il Dottore à detto ma cosè questa: una melonaia: <si vedevano solo le teste> à ghera li piani negri e par dar al padron ananvuleva gnanca saver; al lusor o lum, ò candella, asmuciava tanta miseria che al naspudes gnanca scrivar; ò dirai mà!!! 
[]
[144] C'e nè da dire di cose li scrivo man mano che mi vengono in mente: Pure vere chi avrà l'ocasione di vedere; ò di leggere i miei libri: solo all'ora comprenderanno: chi ero, chi sono: ò cosa ò fatto nella vita, Per primo tanto bene ai malati: con amore: senza pretese di un niente: che quello è stato il mio forte!! E tutto il resto lo leggerete sui ai miei libri; che ò: quindici chili di carta scritta! 

Lenzuolo Clelia Marchi Dettaglio
Un dettaglio del lenzuolo di Clelia, fotografato da Luigi Burroni.
Un dettaglio del lenzuolo di Clelia, fotografato da Luigi Burroni.
Un dettaglio del lenzuolo di Clelia, fotografato da Luigi Burroni.
Sapprò abituarmi à non vederti più??? 
Sapprò a rassegnarmi al mio dolore??? 
Sapprò fingere di essere felice???
Sapprò dire alla gente che è stato il destino... 
Non ti cancellerò mai dal mio cuore; 
come una bimba cancella conla gomma la parola sbaliata; 
che nel mio cuore: il tuo nome  
non l'ò cancellerò mai!!! poi mai!!!

[] Un qual cosa c'è che mi aiuta stare sul sentiero... 
[182] che non c'è foglia, che si muova:  se non c'è Iddio che non volia, creserà la mia tristezza, come creserà la mia voglia di scrivere: scrivere tutto il mio passato: che pure ne ò scritte anche poche simpatiche! O scritto un libro di: 5. chili: à che serve??? Ò tanto scritto, tanto pensato e anche tanto amato: qualè è il mio risultato??? 
[183] Solo che mi dispiace à morire: per non essere stata capita da certe persone che mi credevo: e non mi anno saputo capire il mio carattere: la mia gentilezza; chi mi anno umiliato senza merito: che io mi ritengo per il mio onore!! la mia gentilezza! il mio rispetto! Come pure i miei giornalisti mi anno; capita; compresa ecc. ecc. ecc... 
[184] Dopo di una vita laboriosa, faticosa!!! Quanto che c'è da subire prima di morire: Però non è giusto. diciamolo pure: che si debba tanto soffrire: che ò fatto? Più che bene... Però chi avrà l'ocasione di leggere i miei libri, solo all'ora sapprano capire: chi eravamo noi due genitori: Che abbiamo solo sofferto, tribolato e tanto amato!?!?!?!

Benatti Anteo

Marchi Clelia 

 

Cose vere quando è morto mio marito 1972 

 

Sapprò abituarmi à non vederti più??? 

Sapprò a rassegnarmi al mio dolore??? 

Sapprò fingere di essere felice???

Sapprò dire alla gente che è stato il destino... 

Non ti cancellerò mai dal mio cuore; 

come una bimba cancella con

la gomma la parola sbaliata; 

che nel mio cuore: il tuo nome <Anteo> 

non l'ò cancellerò mai!!! poi mai!!! 

Anche se vò à cancellare le cose che si 

deve dimenticare; ma io non l'ò... 

cancellerò mai! Il tuo cuore che avevi

per mè:... Ché à ritrovarsi sola al 

buio come un povero cagnolo…

Non è facile à reagire…

Poi tè l'ò detto tante volte e tante volte; 

tante volte 1.2.3.4.5. volte... 

Ma quando il mio cuore sarà stanco; 

smatterà di battere: mi addormenterò; 

e mi svellerò lassù, solo all'ora... 

Potrò essere vicino à chi un tempo... 

Mi aveva tanto amata... 

Che mai dimenticherò Che avevamo tutte le nostre cose in comune... 

Come ò detto scriverò il mio pianto 

sù à quella pagina nera…

che mai nessuno leggerà o potrà leggere 

Queste scritte sono il mio passa tempo 

Di notte che poco sò dormire... 

 

Clelia Marchi

 

[]

 

Stanco mio cuore 

 

Stando qui in casa

   da sola...

Sto guardando foto: 

che non si vorrebbero 

averle fatte! mai! Mai! mai!!  

Mi viene un idea

tutto ad un tratto 

guardo fuori dalla finestra... 

chi passa: bambini macchine ecc. 

Chiudo la finestra pensando 

di avere chiuso fuori... 

tutti i miei ricordi... 

ma non ci riesco... 

Ma sono contenta 

di averli ancora 

nel cuore... 

Nel mio 

           tenero 

                   Cuore. 

 

[]

 

Cosa vorrei avere fatto

 

Vorrei avere venduto il 

mio cuore... 

Vorrei avere venduto 

le mie lacrime... 

Che sono state solo la 

compagnia della mia vita: 

Ma dove devi andare... 

caro mio cuore che ai 

sempre fretta!!!...

Ma sai che i giorni 

uno dopo l'altro sono 

tutti uguali!!!!... 

Ma sai che il 

                      Signore 

à impiegato otto giorni 

per fare una settimana???...

Ma la mia vita è stata 

tanto dura, speravo che 

un giorno si cambiasse: 

ma pure le cose belle un giorno 

finiscono troppo in fretta... 

che quando si sposa si vede 

solo rosa Ma il rosa 

dura per poco: se sapessimo

cos'è la vita: è solo un ombra

che passa sulla terra 

E niente altro; lavorare ecc…

e dura anche dire il vero

o la sincera verità.

 

Benatti Anteo

Clelia Marchi 

Poggio Ruscp MN

 

 

Il lenzuolo di Clelia Marchi, particolare. Foto di Luigi Burroni.
Il lenzuolo di Clelia Marchi, particolare. Foto di Luigi Burroni.
Il lenzuolo di Clelia Marchi, particolare. Foto di Luigi Burroni.
Il lenzuolo di Clelia Marchi, particolare. Foto di Luigi Burroni.