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Autore

Tommaso Bordonaro

Anno

1988

Luogo

Palermo/provincia

Tempo di lettura

5 minuti

La spartenza

[...] tutti con il cuore palpitante di gioia arricevere i nostri cari genitore [...]

Il 26 aprile dello stesso 1961 mi arriva un telegramma dall'aeroporto della compagnia Ali Italia che il giorno 3 giugno 1961 dovevano arrivare in America i miei genitore. Io e i miei fratelli con parte delle mie famiglie ci siamo avviate per l'aereoporto Kened in Logain aspettare l'arrivo dei nostri genitore, tutti con il cuore palpitante di gioia arricevere i nostri cari genitore, riabbracciarli ancora una volta, e qualcuno anche con i lagrimi agli occhi per la gioia, il mio padre di anni 82 e la mia mamma di anni 72. Il numero dell'aereo era n. 602, entrava nell'aeroporto Kened N.Y. alle ore otto di sera il giorno 3 giugno 1961. Prima che cominciaro a venire fuori dell'aereo i passegiere che venivano fuori ed ho visto per il primo mio padre dietro la mamma mia ed un giovane che le accompagnava. Io credevo che nel viagiare assieme e vedere queste due vecchietti sole qualche giovane avesse avuto la cortesia di accompagnarle. Come io le ho visti le sono cominciate acchiamare ad alta voce cosicchè se non mi vedessero potevano sentire la mia voce e metterse in coragio. Il giovane vicino ai genitore mi ha fatto cenno con un giornale in mano di avermi ascoltato e conosciuto e d'incontrarci all'uscita. Nell'aspettare fuore un minuto mi sembrava cent' anni. Abiamo aspettato circa un'ora per la sua uscita. Venuti fuori i genitoren- venuto il giovane che le accompagnava, era mio fratello Francesco. Non vi nascondo di com'è stato emozionante e comprensivo quell'incontrare dopo tanto tempo con i genitore e mio fratello. Tante di noi piangevano dalla gioia. Infine ci siamo inviate per ritornare alle nostre case. Per via di ritorno ho domandato a mio fratello Francesco perché mi avesse fatto sapere che non veniva con i nostre genitore e lui mi ha spiegato la sua dicisione. Nell'ora della sua partenza 'mi rimpognava fare partire due vecchietti soli' ed ha preferito lasciare in casa dei suoi suoceri la moglie e suo figlio per venire dopo, e lui accompagnare i genitore. Così ho capito che mio fratello ha fatto un dovere verso i genitore.

[...] voglio che le mettete il nome Antonino, così ho sempre presente il nome del mio figlio perduto [...]

Nell'arrivo ai nostri casi abiamo trovato dei parenti e amici e vicini di casa. Io ero tanto felice che già avevo i genitore e cinque fratelli, eravamo insieme, mi sembrava che la famiglia nostra si radonava tutta assieme come una volta ed io mi sentivo contento e felice. Pare che si allontanasse un po' il malumore del mio cuore e cominciavo a respirare un po' di gioia, ma il pensiero di avere perduto un figlio a 21 anni mi tormentava, specie quando vedevo e pensavo quando è rimasto senza la sua mamma. I miei genitore lo hanno allevato per due anni, infatti che mio figlio conosceva per babbo e mamma i miei genitore, le chiamava non nonni ma babbo e mamma. Questo dolore mi straziava tanto.
In questo punto continuando si arriva che mio figlio più grande in casa, Pietro Rosolino, come ho spiegato prima, era anche lui pronto a sposare. Era un giovanotto serio e comprensibile e pensava tanto le cose prima che le facesse e ha pensato all'anniversario del matrimonio di noi genitore, ho voluto affermare le sue noze lo stesso tempo. Così appena la sua ragazza si è laureata maestra in magio del 1963, nel 22 giugno del 1963, giorno del mio anniversario, sposava mio figlio Pietro Rosolino. Tutto andava bene, abiamo fatto unica festa del matrimonio di mio figlio e il mio anniversario. Abiamo ricevuto tanto onore di tutti i parenti amici e paesani. Tutto è stato bene. Io ero un po’ tranquillo, avevo sposato due figli, ne rimaneva ancora tre in casa mia.
In questo punto la mia prima nuora Francesca, moglie di mio figlio Giuseppe, si trovava incinta che da un giorno o l'altro doveva mettere al mondo una creatura e cominciare la quarta generazione dei Bordonaro. Il giorno 25 giugno e stata portata all'Ospedale Generale di Passaic N.J., il 26 giugno 1963 è nato un altro Bordonaro maschio, il quale io non ho voluto che mettesse il mio nome perché pensavo che il mio nome portasse un  male destino, e le ho imposto: «Non mettere il mio nome, voglio che le mettete il nome Antonino, così ho sempre presente il nome del mio figlio perduto a 21 anni di età». E così loro hanno obedito alla mia parola e la quarta generazione dei Bordonaro della nostra famiglia è cominciato con il nome Antonino. Così mi sono fatto il conto e sono nonno per la prima volta otto giorni prima del mio 52° compleanno, io contento sempre che avevo il nome Antonino nella famiglia.

Tommaso Bordonaro nel New Jersey, 1950.
Tommaso Bordonaro nel New Jersey, 1950.
Tommaso Bordonaro nel New Jersey, 1960.
Tommaso Bordonaro nel New Jersey, 1960.