Autore
Antal MazzottiAnno
1944 -1945Luogo
SvizzeraTempo di lettura
2 minuti 20 secondiSotto il tallone nazifascista

27 aprile
Notizie di molti morti trovati ogni mattina, soprattutto alla periferia e verso Sesto S.Giovanni, sono indubbiamente fascisti e collaborazionisti ma anche vittime di vendette private. Assai più che dopo il 25 luglio, la sollevazione popolare spontanea e festosamente irruente, la vastità del consenso che attornia i partiti, il senso di liberazione generale, dimostrano che il fondamento del dispotismo nazifascista in tutta Europa erano la violenza e il terrore col contorno immancabile di menzogna e inganno, e poi il divieto di ogni opposizione e di un libero dibattito, il monopolio degli strumenti tecnici di diffusione delle informazioni e delle idee, la lotta infine contro ogni sospetto di intelligenza critica e di carattere indipendente. In una parola, la paura della libertà. E questa è la prova storica magistrale che la libertà è la prima esigenza dell'uomo: la libertà si confonde con la sua dignità di creatura di Dio, di creatura intelligente. Non c’è sofisma di filosofante o lenocinio di propaganda che possano convincere che i popoli amano e accettano la dittatura sotto qualunque bandiera si presenti. Una delle frasi più ricorrenti e in modo veemente di questi giorni, da parte di tutti, "basta con le guerre", "non vogliamo più guerre", mentre più di una donna ripete: "dobbiamo andare noi al governo affinché non vengano più guerre".
 
28 aprile
Oggi i primi partigiani scesi dalle montagne. Si ha la certezza ormai che pericoli e minacce e angosce appartengono al passato. Eventi come questi che viviamo sono stati sospirati e fantasticati così a lungo che adesso ci trovano confusi, se non increduli, come se la percezione psicologica rimanesse al di sotto della realtà storica. Allora, è vero che anche la cessazione di paure e dolori è un piacere! Vi è ancora qualche resistenza isolata con spari secchi e stanchi. Stasera un poco prima delle 22, per l'entrata delle truppe inglesi sono state riaccese tutte le luci, dopo cinque anni di oscuramento. E' scoppiato un ululato immenso come la città, di sollievo ed esultanza che mi ha scosso tutto; poi, oltre ai fanali accesi, sparatorie di gioia, mortaretti, bengala alti nel cielo. Ma la sirena dell'allarme ha fatto tornare tutto al buio e al silenzio.