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Autore

Antal Mazzotti

Anno

1944 -1945

Luogo

Svizzera

Tempo di lettura

6 minuti

Sotto il tallone nazifascista

Per un momento solo riuscii a considerare che l'abisso del male ne richiama un altro, tutti travolti nella medesima tragedia, vittime e giustizieri a turno.

29 aprile

Torno adesso, manca poco a mezzogiorno, dall’aver visto i 18 cadaveri di Mussolini e della Petacci con gli altri che li seguivano sul lago di Como. Spettacolo orrendo e rabbrividente che segna una svolta nella storia d'Italia e che non andrebbe dimenticato. Scaricati da un furgone giacevano alla rinfusa sul piazzale Loreto (dove il 10 agosto del '44 erano stati giustiziati i 15 ostaggi), dal lato di viale Brianza. Hanno avuto cura di mettere in risalto il rapporto tra i due, collocando quasi al centro del mucchio il corpo supino di Mussolini sopra quello dell'amante, sicché la testa di lui poggiava sul petto di lei, quasi in atto di dormire. Mentre il volto della donna sembrava appena assopito, quello di Mussolini era terreo, rigido e scavato con la mascella ormai abbandonata all'ultima smorfia della morte e la bocca semiaperta in un ghigno, con un'impronta di animalità; tutt'insieme un che di truculento. Nella sua mano destra riversa inerte sul corpo era stato infilato un gagliardetto del partito. Così, la sua natura volgarmente godereccia e la sua ambizione si erano venute significando insieme in un quadro potente. Intanto, tutt'attorno la folla ondeggiante si andava infittendo e rimutando, ripeteva i nomi del dittatore e della sua donna, cercava di identificare gli altri, coi commenti e le ingiurie mossi dall'odio e nel compiacimento feroce della giustizia sommaria. "Peccato che è morto una volta sola" borbottava uno vicino. Mi hanno riferito che stamattina presto la folla ha infierito in ogni maniera sul cadavere di Mussolini; una donna, madre di due partigiani fatti fuori dai repubblichini, dopo imprecazioni urlate nel pianto, ne ha schiaffeggiato e sputacchiato il viso terreo. Affascinato dallo spettacolo incredibile, dentro di me fluiva la commozione più risentita in unalternarsi di rancore vendicativo prossimo al compiacimento per tanto ludibrio contro il responsabile della più spaventosa sciagura nazionale e insieme di pietà, di ripugnanza per tanto strazio, di rispetto almeno per un morto che ormai aveva ben poco di umano. Per un momento solo riuscii a considerare che l'abisso del male ne richiama un altro, tutti travolti nella medesima tragedia, vittime e giustizieri a turno. Ma ormai non ne potevo più e me ne sono venuto via

Dopo due ore ho dovuto seguire l'impulso che mi richiamava là, troppo forte il rigurgito politico, troppo denso ed esemplare il caso umano. Nel frattempo i 18 cadaveri erano stati trascinati più in là di alcuni metri e quattro di essi, tra i quali Mussolini e la Petacci, appesi per i piedi con le teste in giù come bestie macellate al traliccio del vicino distributore di benzina. E questo, mi spiegò uno, affinché tutti anche i più lontane potessero vedere dei Mussolini e la donna. Quelli che un tempo erano stati/vestiti ormai penzolavano in giù lasciando biancheggiare il ventre indifeso dei quattro. La folla era enorme, mostruosa, avida, si accalcava e spingeva nell'immenso piazzale con una specie di muggito indistinto e continuo. Alcuni stavano issati sulla sommità del traliccio come a fare da guardia o per contemplare simile follauno ostentava un mitragliatore e lo agitava ogni tanto ridendo. Ancora una volta, sazio di tutto e incapace di star fermo e di reggere al duplice spettacolo dei morti e del torbido mareggiare dei vivi, me ne sono venuto via dopo un quarto d'ora, facendomi largo rabbiosamente a forza di spintoni e con la voglia di liberare il nodo in gola gridando non so che cosa contro tutti. Anche contro quella mala bestia di folla turbolenta che anni fa sarà acoorsa su qualche piazza d'Italia farneticando per Mussolini. Venendomene via ho visto in lontananza avviarsi di corsa verso il piazzale altra gente, ancora. Stasera, mi fanno sapere che il sindaco Greppi si è deciso a far portar via quei miseri avanzi umani. Sono entrati in città altri partigiani.

Come si fa a non accettare che ogni atto umano presto o tardi riceve la sua sanzione? Una sanzione interiore della coscienza che, anche sedotta e violentata, emette un suo giudizio, una sanzione esterna delle conseguenze nella società, da parte degli uomini.

30 aprile
Sono ancora sotto
l'impressione della tragedia recitata ieri dal protagonista assoluto di un quarto di secolo, e più, della storia d'Italia e dalla folla anonima nella parte del coro. Sento di dover dire che, al di là dell'indignazione per il modo di straziare dei cadaveri, vale l'indignazione per il modo con cui un dittatore si è preso giuoco di ogni legge di Dio e ha sfidato le norme della convivenza civile per appagare la sua ambizione di gloria, la sua libidine di potere, la voglia sadica di conculcare la dignità umana. 

Come si fa a non accettare che ogni atto umano presto o tardi riceve la sua sanzione? Una sanzione interiore della coscienza che, anche sedotta e violentata, emette un suo giudizio, una sanzione esterna delle conseguenze nella società, da parte degli uomini. Non erra la sentenza della storia: gli uomini possono essere ingannati, impauriti, fuorviati, ma l'ingiustizia e la falsità non possono resistere all'infinito; la luce si fa strada, la protesta s'impone, giunge la mano vendicatrice. Nella stessa soverchiante intemperanza della folla si cela un confuso irresistibile sentimento di giustizia. Ma dopo questa sanzione terrena, inadeguata ed effimera, deve venire quella eterna. 

I primi americani visti oggi in piazza del Duomo. Al di là dell'aspetto gioviale, della sicurezza che sprigionano attorno a sé garantita da una potenza formidabile che ha liberato due volte l'Europa, essi mostrano una carica umana degna di un popolo libero e che i tedeschi non hanno mai posseduto. Qualcosa mi rallegra, qualcosa incatena l'attenzione e mi turba, mi rende inquieto. Penso al comunismo già baldanzoso e determinato, dietro il quale si profila lombra gigantesca della Russia sovietica, con la sua astuta penetrazione e i metodi usati in altri paesi. Penso alla moralità e alla mentalità correnti, quanto è stato rovinato e compromesso in questi anni, soprattutto nei giovani.