Autore
Manijeh Moshtagh KhorasaniAnno
2022 -2022Luogo
IranTempo di lettura
2 minutiUn incontro ravvicinato
Ora c’era solo una persona davanti a noi, in fila. Un giovane signore alle nostre spalle, scocciato, si è lamentato della lentezza del lavoro degli impiegati dell’ufficio postale. Ho trovato un modo per liberarmi delle domande impertinenti della signora anziana. Le ho proposto di tirare intanto fuori il Greenpass per mostrare in ufficio postale. Ne aveva due con date diverse. Io le ho suggerito di tenere in mano quello più recente. Ma non avendo gli occhiali da vista con sé, la donna faceva fatica a leggere. Io con il dito indice, ho cercato di mostrarle sul certificato, il punto in cui avrebbe visto la data della vaccinazione. Ma all’improvviso, in lei è scattato qualcosa. Ha fatto un passo indietro con diffidenza. Notando la sua reazione, le ho suggerito di mostrare entrambe le ricevute in ufficio postale, allontanandomi un po’ da lei. Ho notato una trasformazione in quella donna. Ha smesso all’improvviso di essere la signora di cultura ed è tornata a essere l’anziana fragile e diffidente. Dondolante ha preso le distanze da me, stringendo a sé la sua borsetta. Per fortuna in quel momento, un’impiegata dell’ufficio postale è uscita, invitando dentro la persona che era davanti a noi, e notando [le] condizioni fisiche della signora anziana, le ha proposto di entrare a sedersi intanto. L’anziana era tornata a essere totalmente stanca, debole e indifesa, cioè per come era realmente. E con la sua andatura barcollante è entrata in ufficio postale. Le vetrate scorrevoli si sono chiuse dietro alle spalle della donna, mettendo distanza tra me e lei, tra due religioni e realtà diverse, anche se da due culture con forti radici simili millenari, ma peccato che la storia non ci può salvare dai pregiudizi e dalle fobie del presente. Io sono rimasta lì. Mi era capitato un incontro con una sconosciuta italiana per una trentina di minuti, prima che lei realizzasse che si stava confidando con una sconosciuta di serie B. Vedevo ancora la mia immagine riflessa nella vetrata, ma neanche quei capelli rossi mi erano potuti essere d’aiuto più di tanto. Ero ritornata a essere la straniera di sempre, nonostante la cittadinanza italiana, acquisita da anni, in questo bellissimo Paese.