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Tratto da

Ridotta Isabelle

Autore

Antonio Cocco

Tempo di lettura

2 minuti

Decennio 2012-2022

Leggi il mio diario
Dien Bien Phu, 1953/54
Lettera manoscritta del 30 11 53
La versione manoscritta della lettera del 30 novembre 1953

30.11.53 

Carissimo papà.
Quì divento idiota, non hai più tempo per niente, non posso aver dieci minuti, si marcia come dei matti si attacca e siamo attaccati, un vero putiferio, Dio come sono stanco ma sopporterei tutto se solo mi ci dasse il tempo per scrivere a te mamma e ai fratelli, ma non posso più m’è anche questo impossibile pensa.
Ho bagnato ancora una volta tutte le lettere, e questo foglio me lo ha dato un Sergente dal 5 Rei, stavamo nell’acqua quando i Vietts ci hanno attaccato figurati cosa ne saltò fuori.
Scusami te a mamma e fratelli ma non posso proprio, come del resto io sono arrivato al culmine della pazienza. Hai ricevuto “gli incartamenti del Tribunale de la Seine che t’ho spedito?”
Mi ha scritto il Dot. Conte. ti abbraccio 

toni

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Una lettera di Antonio Cocco fotografata da Luigi Burroni

[Dien Bien Phu] 8.1.54 

Carissimo papà.
Ancora una volta dovrai accontentarti d’una paginetta. “Credo” d’aver indovinato la nuova posizione ≡ ... Sur le centre dé Dien-Bien-Phu – au cœur du pays-Thaï, à 90 Kms au Sud de Laï-chan.” Così dice il giornale e si crede parli di noi. Credo rammenterai il nome Laï chan, cap. del pays Thaï, l’altr’anno non eravamo lontani quando si trovavamo a Tha-Kua prima della famosa ri- tirata dei 100 Km sino a Na-San. Quì dovremmo frenare l’offensiva dei Viet, la stessa cosa che a Laos.
Delle pattuglie dei fratelli scalzi si fanno sentire, il che vuol dire che il grosso non è lontano, questa notte mentre uscivo con altri cinque siamo caduti in un’imboscata. Che fortuna da tre metri ci hanno sparato addosso col tompson e mitra, non hanno toccato nessuno ed abbiamo reagito immediatamente costringendoli a ritirarsi lasciando due morti ed un ferito con le relative armi. Un bel colpo se si pensa che chi “aspetta” è nascosto ed ha 99 probabilità su 100 di sortire a buon prezzo.
Ho pensato molto la notte di Natale mentre dormivo per terra alla Festa tradizionale di casa ed ho sentito un gran vuoto, pazienza sarà forse per un’altra volta. 

Ti abbraccio

toni

 


 

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Lettere di Antonio Cocco fotografata da Luigi Burroni

D. B. Phu. 6.4.54 

Carissimo papà.
Assieme alla tua m’è arrivata una bella notizia dal capitano. Sono certo che a te non dirà molto.
Sono stati qui dei giornalisti americani dei generali e un “grosso capo” della Francia. Hanno visitato il nostro posto ed assistito ad una nuova manovra di notte. Che fuochi d’artificio che bello montare all’assalto tirando senza pericolo... eravamo tutti dei... Leoni. In base al nostro lavoro e alla manovra ben riuscita per una parte dei “chef d’equipe” (ci sono anch’io) che non abbiano galloni di caporale ci sarà una proposizione di caporale. Non so se me la daranno ma ho buone ragioni per sperarlo. Stando alle parole del Capitano, ha aggiunto poi che forse sono in arrivo altre due croci di guerra. Una con tutta probabilità la avrò al 30 Aprile. – Grande festa per la Legione – Infatti se ben ti ricordi sono stato proposto tre volte e solo una me l’hanno data. Da non dimenticare che per ogni croce di guerra sono quindici giorni di permissione in più alla fine dell’Indocina da aggiungere i due mesi di regola.
Ho avuto la tua del 27-3- e sentire che non hai mai montato la sentinella mi vien “l’acquolina in bocca”... che pacchia dev’essere rimanere tranquillo tutte le notti. Quì quando capiti di riposo, piove, e “par dessus le marché” delle volte te ne devi fare 4 o 6 ore, oppure delle imboscate d’una notte intera. E startene sdraiato, senza muoverti, senza fumare, con i nervi tesi per ogni rumore per una diecina di ore non [è] troppo interessante. Non vedi l’ora che qualcuno si faccia avanti per buttargli dentro una raffica... Io sono sempre volontario per le imboscate o pattuglie di notte... non credere che rischi, è difficile che ti succeda qualche cosa quando fa nero. Delle imboscate poi è un gioco da ragazzini. Quando ti sai frenare un pò e non tiri che quand’è a due metri, o, dipende gli ordine, aspetti che passino i primi due o tre tipi e tiri sul quarto, approfitti della sorpresa ed è fatta. La prima volta è dura, anche adesso se vuoi, però un pò alla volta ti sembra una cosa normale, e nascondi la paura (perché tutti ce l’abbiamo). Beh... anche questa volta ho finito papà. Mi dispiace per mamma ma le ho già scritto altre due volte. Comprendo come si trovi. Non era che io me l’avessi presa, solo che parlava di pugnalate e non so chi le abbia detto questo.
Quì è sempre lo stesso, di Vietts ce ne sono ma sembrano si tengano tranquilli. può darsi aspettino rinforzo. Ad ogni modo possono sempre venire. 

ti abbraccio toni


 

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Una lettera di Antonio Cocco fotografata da Luigi Burroni