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L'estate del '44

I tragici eventi dell'estate del '44 in Toscana

L’estate del 1944 è sinonimo di profonda sofferenza e distruzione per molte comunità toscane, tra cui Pieve Santo Stefano, il nostro borgo in provincia di Arezzo.

 

Ottant’anni fa, la Toscana, attraversata dalla Linea Gotica, divenne teatro di stragi, deportazioni e distruzioni che segnarono profondamente le sue comunità.

L’esercito tedesco in ritirata davanti all’avanzata delle forze alleate attuò una politica di terrore e devastazione, volta a rallentare il nemico e a punire le popolazioni civili che offrivano sostegno ai partigiani.

 

Nell’agosto del 1944, Pieve Santo Stefano - così come Niccioleta, Firenze, Pisa e molti altri paesi e città toscane presenti in questo percorso - vive uno degli episodi più drammatici del conflitto in Italia. L’ordine delle autorità militari tedesche è chiaro: tutta la popolazione, senza distinzione di età o sesso, deve abbandonare le proprie abitazioni nel giro di poche ore. L'ordine viene seguito da un'operazione di distruzione sistematica del paese: tutte le case vengono fatte saltare in aria o incendiate. Pieve è ridotta a un cumulo di macerie.

 

Alla sofferenza della perdita dei propri cari si aggiunge il trauma di vedere il proprio paese cancellato, il proprio territorio martoriato: un vuoto fisico che riflette il vuoto emotivo lasciato dalla guerra.

 

Ottant’anni dopo, vogliamo ricordare i tragici eventi di Pieve e di tutto il territorio toscano e dedicare la quarantesima edizione del Premio Pieve alla memoria delle comunità e delle città toscane. Non è solo un esercizio di celebrazione storica, ma un dovere civile, un atto di resistenza contro l’oblio, un modo per onorare coloro che hanno perso la vita e per mantenere vivo il senso di comunità, di libertà e di democrazia per le generazioni future.

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