Scheda di dettaglio
Magda Ceccarelli De Grada
Giornale del tempo di guerra
Nel diario di Magda s’intrecciano la storia di una famiglia intellettuale nella Milano degli anni ’40, la storia della Guerra e quella della Liberazione.
Estratti Diario: 5
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Attraverso una scrittura limpida, fatta di potenti folgorazioni poetiche e raffinate analisi politiche, Magda Ceccarelli offre una testimonianza d’eccezione sulla vita in tempo di guerra e sulla Liberazione di Milano. 
La sua posizione unica all'interno della società dell'epoca le permette di auscultare tanto i sussulti dell’alta borghesia (secondo le norme della quale vive) quanto quelli del proletariato (cui si sente appartenere). 
La convinzione politica, passione bruciante che la porta a sognare di combattere tra i Partigiani insieme al figlio, va di pari passo con l’amore per la famiglia e il desiderio di vivere insieme al marito, il pittore Raffaele De Grada, e i due figli, Raffaelino e Lidia, sempre uniti sotto lo stesso tetto. 
Magda è al contempo poetessa e casalinga, militante e madre di famiglia, intellettuale e vivandiera per la Resistenza.
La sua vita incrocia quella di intellettuali importanti quali Guttuso e Vittorini, famiglie altolocate e resistenti straordinari come Venanzi, Ingrao, Pontecorvo, Agostoni e Curiel, ma anche contadini affamati e donne di servizio fedeli e nemiche. 
E tra le sirene che annunciano l’inizio della guerra e la folla accalcata in Piazzale Loreto per assistere allo spettacolo “sconcio” dei cadaveri degli assassini, Magda matura una convinzione: “È bello vivere e soprattutto aver vissuto così. Aver portato un piccolo contributo, un sacrificio di lacrime e d’azione. Aver aiutato a vincere. Essere stati nel vero. Sempre, senza confusioni, senza incertezze, senza pentimenti. Aver visto chiaramente la strada e averla seguita. Essere stati onesti nella nostra fede.” 
 
La storia di Magda ha vinto il PREMIO PIEVE SAVERIO TUTINO nel 2010 ed  è stata pubblicata da Il Mulino nel 2011 in un volume dal titolo "Giornale del tempo di guerra, 12 giugno 1940 – 7 maggio 1945".
L’insurrezione di Milano e la Liberazione nelle ultime pagine del diario che si conclude con la famiglia finalmente riunita nella propria casa con queste parole: “È bello aver vissuto, e soprattutto aver vissuto così … Essere stati onesti nella nostra fede. Lascio che i ragazzi bivacchino e mi addormento. È la prima notte di pace”