Autore
Luisa TAnno
1970 -1984Luogo
Frosinone/provinciaTempo di lettura
5 minutiI quaderni di Luisa, Diario di una resistenza casalinga
23-7-1981
Ieri mattina al ritorno dalla visita della dottoressa psicologa mio marito mi ha gridato che assolutamente devo smettere di andarci e che devo pensare al lavoro della casa e dei campi e per lui e solo una scusa quella di sentirmi male e poi tante parole come se fossi stata da un avvocato a reclamare i miei diritti anziché da un medico. Ieri mattina mi sono svegliata bene ma poi il fatto che a mio marito dovevo dirgli che era il giorno dell’appuntamento con la dottoressa mi sentivo il cuore prendere da morse insomma quei momenti che spesso mi prendono e che io non vorrei quasi vivere per la paura di vivere qualsiasi emozioni anche le più piccole mi sembra di non riuscire a sopportare, però ho chiuso gli occhi e in due parole gliel’ho detto (lui non ha risposto) e mi sono sentita meglio quasi bene anche se ho preso la borsetta senza portafoglio, ma però la reazione di mio marito al mio ritorno mi ha fatto sentire anche più male della mattina ho cercato di rispondere poco e con calma ma solo per non innervosire di più mio marito ma anche perché mi vencono a mancare le forze sia fisiche che psicologiche infatti a malapena sono riuscita a cuocere la pasta [e le] fettine alla bistecchiera insomma un pranzo semplicissimo mi ha fatto sudare comunque sono riuscita a non piangere e di questo sono soddisfatta perché c’era mia figlia presente.
 
Dopo il pranzo mia figlia è andata in camera sua, io ho trovato la forza di chiedergli se posso invitare la dottoressa di venire a casa e poi che vorrei passare una visita ginecologica perche tanto bene non mi sento lui non mi ha detto ne di sì ne di nò comunque sembrava meno sospettoso e per la visita ginecologica ha detto che posso parlarne con mia cognata che lavora all’ospedale poi è partito per il lavoro.
Io nelle ore di pomeriggio mi sono sentita benino ho cercato di sbricare le faccende più necessarie e verso sera è venuta mia cognata, ho cercato il discorso delle coppie e quindi chiacchierato parecchio di suo fratello e di me è una cosa che non faccio quasi mai, comunque alla fine ho capito sia lei che io facendo il paragone con le altre che a me manca la vera vocazione al matrimonio insomma che a me fa più paura il fatto di non sentirmi padrona dei miei pensieri, decisioni sulla mia persona per esempio come vestirmi come organizzare il mio lavoro e il mio rapporto con gli altri compresa la mia famiglia che quello di vivere sola.
 
 
Infatti quando mio marito mi oblica di fare un lavoro magari anche minacciando schiaffi e specie se si tratta di un lavoro che secondo le mie idee è sbagliato, divento una bestia a dire il vero molta ribellione riesco a trattenerla dentro però soffro terribilmente e per giorni mi sento il peso della prigione e di catene che mi vietano di vivere e se penso che anche prima di sposarmi verso mio padre che era severo io sentivo la stessa cosa e vivevo nella speranza del giorno che io potessi guidare la mia vita essere all’altezza di mangiare con il mio lavoro e di riuscire a fare cose scelte dalla mia testa anche se diverse dalla maggioranza, ho veramente sbagliato scelta.
 
La sera ho pensato al mio comportamento di ragazza un po diverso dalla altre perché loro il pensiero era sempre ai ragazzi ai corteggiatori alla scelta migliore e via dicendo io invece anche se non ero scorbutica a chi mi rivolgeva educatamente la parola e quindi restavo a parlare con loro e accettavo anche il gelato però non certo con l’idea di aver trovato un corteggiatore ma solo perché il mio sogno era quello di avere tanti amici maschi e femmine senza differenza che voglia avevo e ancora adesso di viaggiare per ammirare il mondo compreso gli esseri umani che ci abitano per dare loro un pò della mia amicizia dei miei pensieri per esempio il miracolo della vita che è tanto incredibile su tutto che sarebbe bellissima ma spesso la viviamo come oggetti per colpa degli uomini stessi.
 
Mio marito forse ha ragione di dire che sono tutta particolare e la sera che è tornato a casa piuttosto calmo e ha portato la radiolina a letto cercando di ascoltare le canzoni più romantiche sono riuscita a mettere da parte i miei rancori, dopotutto anche lui è uno dei tanti milioni di uomini che non sanno cos’è la vita e quindi non riescono a viverla.