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Autore

Zakia Jafari

Anno

2022 -2022

Luogo

Afghanistan

Tempo di lettura

2 minuti

La mia voce dall'Afghanistan

Ancora una volta, ho combattuto e non sono rimasta delusa perché ero certa che il mondo mi sostenesse.

Non dimenticherò mai il giorno in cui i talebani hanno bloccato la mia strada e quella dei miei colleghi e mi hanno minacciata di morte; non dimenticherò il giorno in cui diversi ladri ci hanno inseguito e siamo riusciti a scappare; non dimenticherò il giorno in cui io e i miei colleghi rischiammo di essere bruciati vivi e le donne del villaggio ci salvarono. Ancora una volta, ho combattuto e non sono rimasta delusa perché ero certa che il mondo mi sostenesse. Più di una dozzina di paesi potenti sono venuti in Afghanistan e hanno detto che non avrebbero lasciato sole le donne afghane, ero felice e sono diventata sempre più forte giorno dopo giorno e migliaia di donne si sono unite a me perché non avevano più paura. Ma all’improvviso, non so cosa sia successo, ma quando hanno lasciato le nostre mani di nuovo i talebani sono diventati i governanti oppressivi della nostra terra. Venivano ancora e ancora torturavano e uccidevano donne, appiccavano fuoco nelle scuole femminili, tagliavano loro orecchie e naso e gli radevano la testa.

Dove sono i diritti umani?

Dove sono le Nazioni Unite?

Dov’è la tutela dei diritti delle donne?

E dove sono i potenti leader del mondo? Perché le orecchie sono sorde e gli occhi ciechi?

Perché tacciono tutti?

E perché ci hanno lasciati soli?

Ho dimenticato come ridere per mesi e i miei occhi non hanno più lacrime, le mie mani tremano e le mie gambe non reggono. Sono una donna afghana, amo la vita, non sono morta e sto ancora respirando e urlando che ho diritto alla vita e non voglio essere sepolta viva, non voglio essere lapidata, non voglio che le mie orecchie e il mio naso vengano tagliati.