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Tratto da

La forza dei sogni

Autore

Sadou Thierno Sow

Tempo di lettura

5 minuti

18 dicembre 2024: Giornata Internazionale dei Migranti

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Partire
[...] andai col cuore pieno di ansia un aria perplessa e di malinconia che soffiava tra la mia mente un vento di aurevoir che imperversava da sinistra a destra [...]

La mattina seguente mi svegliai all’alba sapendo che mamma usciva presto per andare al lavoro, allora quel giorno dovevo sistemare tutto avevo passato tutta la notte a pianificare a ponermi dei progetti, e a pensare mentre tutti dormivano. la mattina verso le 7 tutto era gia sicuro avevo raccolto tutti i soldi che avevo messo da parte molto tempo fa e una maglietta che mi aveva regalato mio padre quando avevo compiuto i miei 9 anni, era l’unico regalo che avessi come ricordo, non lo volevo perdere per questo decisi di indossarlo perché stavo andando dove non conosco neppure sapevo di che lato si trovava ne avevo solo sentito parlare di Conakry, ma non sapevo qual era la realtà ovvero la sua vera faccia. Mi alzai dal letto e feci un giretto, saltellando, e cantando a sotto voce nella casa sulla scrivania di mamma c’era la mia carta scolastica dove erano presenti tutti i miei dati questa carta mi poteva permettere di passare tutti i posti di polizia presentendomi come un vacanziero in tutte le zone della cedeao che è una organizzazione di tutti i paesi dell’Africa occidentale che permetteva la libertà di circolazione di tutte le zone dei paesi membri, la presi e la misi nella mia tasca sinistra Era già quasi il pomeriggio nonno era andato a guidare gli animali senza passare da casa mia, perché la notte l’avevo detto di non sentirmi bene per questo decise di non interrompermi il sonno, invece la nonna era andato a incontrare la sua amica Helene si confidavano sempre tra loro ogni giorno le mattine andavano ad incontrarsi per parlare di fatti loro, ma a verità non mi sono mai interessato di cosa si confidavano quella signora non mi è affatto piaciuta. Quanto a mamma sapevo che essa tornava di solito verso le 8 comunque la giornata era ancora appena cominciata l’autobus per Conakry era previsto per le 2, ed io avevo gia aquistato il biglietto cosi decisi di approfittarne prima che mamma tornasse, andai col cuore pieno di ansia un aria perplessa e di malinconia che soffiava tra la mia mente un vento di aurevoir che imperversava da sinistra a destra ogni volta che sentivo un rumore mi nascondevo tra le erbaccie temendo di incontrare qualcuno che mi riconosca feci cosi fino ad arrivare alla fermata dell’auto bus il pullman stava gia per partire pero fortunatamente il venditore di biglietti stava chiamando i nomi dei passeggeri chiamò fino all’ultimo nome ero in fondo seduto sulla panchina ansioso aspettando di udire il mio nome un attimo dopo sentii strillare il mio nome, esclamai Finalmente!

[...] avevo due cuori che viaggiavano nello stesso tempo uno che viaggiava verso il futuro [...], invece l’altro pezzo del mio cuore indietreggiava facendomi pensare alle mancanze delle carezze di mamma [...]

corsi e entrai nel pulmino 5 minuti dopo il pulmino si stava gia per avviarsi in effetti la cosa strana che nel pullmino tutti i ragazzi della mia età stavano coi loro genitori, altri andavano in vacanze altre tornavano io invece ero isolato li all’indietro, sentivo davanti verso la porta di uscita dei sussuri che mi intimorivano tanto che mi facevano tremare tutto il corpo, in realtà ero cosi emozionato, io che non ero mai uscito fuori del mio paesino non sapevo manco se esistesse un’altra parte dopo le montagne che vedevo ogni mattina, le quali circondavano il mio caro paesino il mio viaggio piu lungo che avessi fatto era gli spostamenti che facevo da casa mia al mio nonno. Ogni volta che si fermava l’autista in un posto di controllo della polizia fingevo di dormire per questo non fui fermato manco una volta dopo ore e ore di viaggio era gia quasi notte, c’era un aria di tranquillità quasi tutti si erano addormentati, io seduto vicino al finestrino con una testa pesante piena di pensieri avevo due cuori che viaggiavano nello stesso tempo uno che viaggiava verso il futuro cioe di cio che mi aspettava vedendomi un uomo riuscito che tornerà nella sua terra natale far ritornare il rispetto riabbracciare la sua adorata mamma e ritrovarsi tra gli amici questo mi fortificava e mi rendeva gia un uomo, invece l’altro pezzo del mio cuore indietreggiava facendomi pensare alle mancanze delle carezze di mamma durante la sera quando tornava da lavoro le sue coccole la sua maniera di volermi bene mi dicevo nella testa addio ai piatti di mamma avevo la malinconia questo mi toglieva tutta la forza la visione che avevo e cosi via.