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Tratto da

La storia di una migrante

Autore

Maria Pia Lazo Hernandez

Tempo di lettura

5 minuti

18 dicembre 2024: Giornata Internazionale dei Migranti

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Perdersi e ritrovarsi
Ma purtroppo non è bastato, ho perso le due persone più importanti della mia vita, la mia forza.

La vita non è sempre così bella, è arrivata questa pandemia e penso che ci ha distrutto a tutti, ma me di più. Lo dico così perché quando sono venuta a sapere che mio zio e mia mamma avevano preso questo virus mi sono sentita persa, ma comunque abbiamo lottato con mia sorella per fare arrivare sempre ogni cosa in ospedale. Perché dovete sapere una cosa, nel mio Paese la sanità non c’è, ogni giorno ci inviavano la lista, come i guanti, le siringhe, i pannolini, le medicine, ogni singola cosa, che mia sorella da sola doveva fare arrivare in ospedale. Certe volte avrei voluto essere lì, per non lasciare da sola mia sorella ma penso che almeno lavorando qui potevo inviare dei soldi e riuscire a comprare ogni cosa senza fare mancare niente. Ma purtroppo non è bastato, ho perso le due persone più importanti della mia vita, la mia forza. Un’altra situazione che vorrei raccontarvi che mi sconvolge tanto è che nel mio Paese non ci sono le prenotazioni per i vaccini, bisogna accamparsi dalla notte prima e fare le code lunghe per farti il vaccino, invece qua, devono obbligarti. Come siamo così diversi anche solo per fare un vaccino, voi avete la scelta di farlo invece noi dobbiamo chiederlo e fare fatica per averlo. Perdere mia mamma è stata una botta forte, così forte che mi sono sentita persa e da sola, piangevo tutti i giorni, avevo anche perso la fede e mi facevo questa domanda ogni giorno: “Perché a me?”. Ero sempre giù di morale, però ho sempre avuto una persona che mi è stata vicina ogni giorno, è il mio ragazzo, Stefano, mi ha saputo dare conforto e soprattutto non mi ha mai lasciato da sola e cerca sempre ogni giorno di farmi stare bene. Tante volte mi dice: “Non potrò mai riempire il vuoto che ha lasciato tua mamma ma cercherò ogni giorno di renderti felice”. Purtroppo è questa la vita, sembra facile e bella, ma non è così ma nonostante tutto sono ancora qui, e spero di essere forte ogni giorno e arrivare a ogni mio obiettivo, perché voglio che mia mamma e mio zio, da lassù, possano sentirsi fieri di me e sapere che se sono diventata questa donna forte è grazie a loro. Qui in Italia ho cominciato da sola a studiare l’italiano però sentivo che avevo bisogno di imparare bene la grammatica quindi ho cercato dove studiarla. Così ho conosciuto Barbara, la responsabile del centro di accoglienza della parrocchia di Rebbio, che è sempre stata pronta a darmi una mano sia negli studi che nella vita. Dopo queste esperienze della mia vita, ho preso una decisione ed era quella di fare volontariato e aiutare le persone che hanno bisogno. Tutto ha inizio quando un giorno ho conosciuto Marta al mercatino di Natale, e mi sono incuriosita perché mi ha parlato di un bel progetto che stavano organizzando lei e tutto il gruppo, questa bella idea era di prendere una casa e accogliere dei ragazzi stranieri per aiutarli con questa nuova esperienza di vita e diventare indipendenti. Dopo aver parlato un po’, lei mi ha chiesto se volevo essere partecipe e senza pensarlo ho detto che sarei stata molto interessata a dare una mano.

Quando ho sentito la loro storia, ho visto la loro forza e il loro sorriso, ho capito che sono loro a insegnare quanto è bella la vita.

Un altro posto dove ho iniziato a fare volontariato è l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, non posso dire che ho fatto ancora tanto, ma queste tre domeniche dove ho dato una mano mi sono sentita molto bene, ho conosciuto anche delle persone stupende che stanno lottando ogni giorno con questa malattia. Quando ho sentito la loro storia, ho visto la loro forza e il loro sorriso, ho capito che sono loro a insegnare quanto è bella la vita. Certe volte noi che ancora non abbiamo una malattia ci buttiamo giù per piccole cose, mentre loro devono combattere sempre perciò penso che abbiano più voglia di vivere di noi. Gli anni passano, dopo quattro anni finalmente ho il mio permesso di soggiorno, con questi documenti ho iniziato ad andare alla autoscuola, sto facendo il mio curriculum vitae per cercare un altro lavoro; vorrei raccontarvi che mi piacerebbe lavorare all’Apple Store questo bel mondo delle vendite mi incuriosisce così tanto, spero di farcela. Vorrei anche finire la scuola e così migliorare questa seconda lingua che mi piace tanto e magari realizzare uno dei miei sogni, il quale sarebbe diventare come Isabel Allende, una brava scrittrice, lo so che sono solo sogni ma chi lo sa che questo racconto sia solo l’inizio di un’altra mia NUOVA AVVENTURA.

Maria Pia Lazo Hernandez (Perù, 1995)

Ha scritto di sé: “Sono passati due anni da quando ho scritto il mio racconto. Sono anche cambiate tante cose nella mia vita, ho trovato un nuovo lavoro, faccio la commessa. Sto imparando tante cose nuove e ho anche trovato delle colleghe stupende. Per ora sta andando tutto bene… Il mio impegno civile per la città dove abito, Como, quest’anno ha più valore. Ogni giovedì sera, aiuto i senzatetto portando cibo e bevande, vestiti e coperte, qualsiasi cosa di cui possano avere bisogno. La rete solidale, Como Accoglie, ha iniziato un bel progetto che vorrei tanto condividere con voi, hanno acquistato una casa per offrire a ragazzi migranti un alloggio temporaneo. Lo scopo di questo progetto con l’aiuto di un educatore è di accompagnarli verso l’autonomia”.