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Autore

Aldo Bigalli

Anno

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Luogo

Pisa

Tempo di lettura

14 minuti

I diari di Aldo dagli 11 ai 16 anni durante la guerra a Pisa

Ieri sera vennero le signorine e dissero che era stato affisso un manifesto contenente le disposizioni per lo sgombero da parte della popolazione di una zona 600 metri distante dall'Arno. Un fulmine a ciel sereno: una  notizia veramente catastrofica.

Martedì 15 agosto

“Siamo alla Madonna di mezz'agosto e di Americani nemmeno l'odore” incomincia un biglietto di zio Nello inviatomi per Mariella, in cui mi rende anche noto che sono entrate in Germania le armate russe. Quante discussioni sotto la pergola, davanti alla palazzina di Nuto, contro zio Nello che sosteneva che l'Arno diveniva prima linea e vi era resistenza tedesca. Ma io ribattevo sempre che non si doveva alla resistenza tedesca la stasi degli avvenimenti bensì alla infingardaggine degli americani attestatisi sull'Arno. Comunque stia la cosa, fatto sta che noi qui soffriamo nelle immediate retrovie le pene dell'inferno. Il cuore ci balza in bocca tutte le volte (e si verifica spessissimo) che udiamo sotto le finestre il passo cadenzato delle pattuglie tedesche, e guai se rallentano o addirittura si fermano. La casa va in subbuglio. E la fine dei tormenti non si vede. La mattina è trascorsa come al solito: claustrale. Nel pomeriggio dormita e lettura, Soliti scambi di cannonate tra tedeschi e inglesi dalle opposte rive dell'Arno.

 

Giovedì 17 agosto

Mattina. Ieri sera entrarono in azione le artiglierie americane. Ma son sempre i soliti tiri, niente di nuovo, la nostra attesa viene continuamente delusa. Ma poi più che si va in là subentra in noi un senso di apatia. Non ci fa più impressione nulla altro che i tedeschi che sono in grado di incuterci terrore e risvegliarci dalla nostra apatia. Nel pomeriggio stavo dormendo quando due colpi mi hanno svegliato. Sono andato alla finestra che dà su via Fucini. In fondo alla strada due tedeschi sfondavano una porta. E fin qui il male è relativo, ma l'obbrobrioso è che erano aiutati da due italiani che esercitando lo sporco mestiere della spia vanno ad indicare ai tedeschi i locali da svaligiare.

 

Domenica 20 agosto

E' nell'aria odore di festa con le campane del Duomo che suonano. Ma come è triste il suono di queste campane, mai è risuonato in momenti più tragici e più tristi. Le notizie giunte attraverso gente nella mattina erano buone: passaggio dell'Arno a S.Biagio e pattuglie al Nettuno. Ma ormai abbiamo provato tante disillusioni, che non si ha più nemmeno la forza di sperare. A sera è cominciato un forte cannoneggiamento. Appena cenato sono andato sul davanti di vedetta. A un tratto ho sentito intedescare, sono balzato in piedi! Poi tum!tum!tum! Al nostro portone. Sono corso sul di dietro. Il cuore mi batteva a precipizio. “Renato, ecco i tedeschi!” siamo rimasti lì non sapendo che pesci prendere. Ma poi i tedeschi si sono allontanati. A buio stavo prendendo una boccata d'aria, ho visto passare prima un camion carico di mobilia indi una automobiletta anfibia pure carica, indi un grosso carro trainato da buoi carico di elmetti, bisacce, fucili, seggiole e dietro...un pezzo da 181! Dunque i tedeschi si allontanano verso Porta a Lucca?

 

Mercoledì 23 agosto

Ieri sera vennero le signorine e dissero che era stato affisso un manifesto contenente le disposizioni per lo sgombero da parte della popolazione di una zona 600 metri distante dall'Arno. Un fulmine a ciel sereno: una  notizia veramente catastrofica. Equivaleva io e Renato presentarci al comando tedesco per essere presi. Dunque la tristezza era generale. Stamani invece c'è chi dice che le zone di 600 metri dall'Arno verrà minata in quelle strade che saranno rese note con opportuni cartelli indicatori. Temiamo da un momento all'altro di veder affiggere questo maledetto manifesto tanto che quando nelle prime ore del pomeriggio sono passati 4 tedeschi pareva a babbo di aver sentito fruscio di fogli. Stamani poi una novità: le manovre. Sono venuti una quindicina di tedeschi con tanto di elmetto, fucile, completamente equipaggiati, noi subito alla finestra dietro le persiane: che fanno? Hanno fatto due ore di manovre dietro gli alberi, sparando e tirando bombe a mano. Per il resto della giornata niente da segnalare.

 

Venerdì 25 agosto

Le giornate passano noiose e uguali: tremendamente uguali. Sento che se la situazione dovesse continuare parecchio diverremmo tutti matti. Notizie? Ufficiali nessuna, ufficiose si, anche troppe, e quasi sicuramente false. Si parla di 90 km da Torino, di sbarchi ai Pirenei, della presa di Pistoia, della divisione Cremona giunta a Livorno dalla Corsica: unica cosa vera e veramente abominevole è l'arrivo a Pisa di numerosi italiani-tedeschi vestiti completamente da tedeschi, unico segno per distinguere questo ibrido ributtante è la camicia nera, ultima degradazione alla quale si può arrivare, quella di dare mano agli oppressori nazisti che depredano e ci spogliano di tutto riducendoci alla fame. E pensare che un giorno accecati dalla sporca propaganda mussoliniana li veneravamo come semidei! Stamani è giunto un biglietto di Plinio ove ci scrive di essere in un campo di concentramento presso Lucca con Cesira e Galbela. Io da parte mia non ci credo, temo piuttosto che si sia dato ai tedeschi, che ci tendeva anche negli ultimi tempi. Ci dà inoltre una dolorosa notizia, di aver visto Nandino su un camion tedesco. Povero Nandino! Lui li odiava tanto i tedeschi.

 

Lunedì 28 agosto

Ogni giorno che passa di più si affievolisce in noi la speranza, specialmente dopo che con la sospensione dei comunicati, siamo di nuovo piombati nella oscurità. Almeno fino a pochi giorni fa le notizie erano di conforto e di sprone per affrontare nuove difficili prove. A tutto ciò va aggiunto il tifo che sta mietendo vittime, per ora in numero limitato, ma rimanendo la situazione statica, sempre crescente in un futuro molto prossimo.

 

 

 

Così alle 9,30 le prime pattuglie americane sono entrate a Pisa. Noi abbiamo dato il benvenuto ai primi che sono entrati in via Matteucci. La giornata è trascorsa come in un sogno. Non pare vero che tutto sia finito e che non si debba temere più niente.

Martedì 29 agosto

Im una casa qui davanti a noi sono venuti 2 tedeschi della gendarmeria a salutare delle signorine “Addio e auguri, alle 10 noi partire, presto venire Tommy Tommy” Il quasi nullo movimento dei tedeschi riaccende le speranze. Zio Nello scettico ci ha presi in giro “Forse a Natale siamo liberati!”. Io ho fatto i debiti scongiuri. Noi nutriamo fiducia, la speranza è il conforto della nostra vita. Nel pomeriggio dalle 13 le artiglierie americane hanno tenuto sotto il loro fuoco tamburellante Pisa e i monti. Lo stato d'animo di noi segregati che spiamo ogni minimo gesto dalle persiane è indescrivibile, e facile ad immaginare, vedendo partire gli odiati tedeschi.

 

Mercoledì 30 agosto

Buone notizie, stamani. L'Orstkommandatur di Porta a Lucca è partito, uno dei numerosi comandi di Compagnia in piazza dell'Arcivescovado dopo aver fatto baldoria ha chiuso le porte. Siamo alla fine, questo si legge sui volti di tutti, questa la nostra grande speranza. Il movimento dei tedeschi e dei mezzi della Wehrmacht diretti verso Porta a Lucca, è stato tutta la giornata intenso. I mezzi di trasporto sono costituiti in massima parte da ciuchi e da cavalli, rarissime le moto, sparite le auto. Appena mangiato gli americani ci hanno servito il dessert a base di 4 grossi proiettili scoppiati in via S.Lorenzo e in piazza S.Caterina. Alle 6 meno 20 la sparatoria è ricominciata verso S.Zeno.

 

Giovedì 31 agosto

Abbiamo passato una notte insonne ma magnifica. Alle 18 di ieri sera un soldato accompagnato da un maggiore con apposito strumento ha raggomitolato tutti i fili che si intersecavano in piazza S.Caterina. Nell'aria c'era un non so che di attesa. E l'attesa non è stata vana. Eravamo a letto quando si è udito un rumore di auto che imboccava via S.Lorenzo. Sono balzato in piedi e via alla finestra: era una macchinetta del comando seguita da un grosso camion carico di oggetti, di elmetti, forse trainava un cannone. Poi il silenzio è stato rotto da un affrettato scalpicciare, uno, due, tre , quatto, dieci, venti cento tedeschi in fila indiana si allontanavano verso Porta a Lucca: la luna nel cielo sereno illuminava beffarda la scena, la ritirata di un esercito che 5 anni fa partiva alla conquista del mondo. Curvi, silenziosi, carichi di armi, sfilavano come in parata. Ancora una volta le truppe tedesche si ritirano su...migliori posizioni. Seguivano alcuni pezzi di artiglieria. Il silenzio incombeva di nuovo quando per la terza volta mi hanno fatto alzare: erano 4 grosse agenzie piatte, due cariche di grosse imbarcazioni di gomma, le altre cariche di tutto un po', fucili, mitragliatrici, zaini, maschere antigas, seguivano 40 soldati. Il corteo era finito. Ma non abbiamo potuto dormire, I pensieri ci turbinavano per la testa, poi hanno ripreso a tuonare le artiglierie.

 

Mercoledì 6 settembre

Siamo di nuovo in casa nostra! Il bello bellissimo sogno si è avverato. Ecco la cronistoria degli avvenimenti. Alzatici dopo la fatidica notte del 31 agosto credevamo di trovarci gli americani, ma la nostra attesa fu delusa. Ciò nonostante di tedeschi nemmeno l'odore. Abbiamo aperto le finestre mentre tutti gli uomini giravano tranquilli: l'incubo era finito. Ad un tratto Renato che era di vedetta piomba in camera nostra: ci sono i tedeschi. Ed effettivamente c'erano 2: uno in borghese e uno armato di tutto punto con il mitra. Era una doccia gelata sugli ardori mattutini. Ma il bello venne alle 15 quando 2 tedeschi segnarono di blu il portone del palazzo: entro 3 ore sfollare altrimenti palazzo saltare! Mamma si è subito precipitata da zio Nello. In un battibaleno ha procurato un carretto e via in via S.Cecilia. A sera eravamo sperduti e malinconici: a piombare da un palazzo tutto aria e luce in una casa dalla quale si vedeva a malapena il cielo era una gran bella differenza. Ma pazienza, tanto è per poche ore.

L'alba del 1° settembre si levò ancora a illuminare una Pisa né tedesca né americana.Si diceva che delle donne erano andate a chiamare gli americani in piazza Garibaldi, ma non avevano avuto risposte. A sera alle 19  uno in bicicletta ci ha detto che a Calci ci sono i carri armati con tutti i mori... Allora domani sono qua! Con questo pensiero siamo andati a letto.

L'indomani la clausura era finita, io con mamma , la Nina e Marcella ci siamo avviati verso casa. Passata la porta di via Garibaldi si è visto una con una uniforme caki “un tedesco” ha detto mamma. Sul primo anche io mi sono sentito un po' male poi ho notato il cappellone d'acciaio degli americani “E' un americano!” ho gridato, infatti da via Vicarese dieci, venti americani spuntavano con i fucili spianati, mitragliatrici montate e in posizione di sparo. Hanno dato sigarette e scatolette. Così alle 9,30 le prime pattuglie americane sono entrate a Pisa. Noi abbiamo dato il benvenuto ai primi che sono entrati in via Matteucci. La giornata è trascorsa come in un sogno. Non pare vero che tutto sia finito e che non si debba temere più niente. Nel pomeriggio io e zio Nello abbiamo fatto viaggi per portare roba, roba, roba, perchè abbiamo intenzione di ritornare presto nel nostro nido. Per le strade il movimento è oltremodo intenso. Sfila per le vie di Pisa la 5° Armata di Clark. Carri armati grossi come case, veri mostri di acciaio volano in nugoli di polveri. E dovunque colonne di camion, vetturette, automobili, motociclette, autoblinde cariche di diavoloni biondi, sorridenti, allegri e gentili, che salutano festanti.

Il 3 immediatamente di mattina io e zio Nello siamo andati a fare un altro viaggio a casa, ma quando abbiamo tentato di ripassare per rientrare in città abbiamo trovato le porte chiuse dai soldati americani. Ogni sotterfugio è stato vano, solamente è stato possibile rientrare dopo aver attraversato con l'acqua fino alla cintola il fosso di S,Giuliano. Continua il passaggio della 5° Armata per le strade di Pisa.

Il 4 settembre sono piovute su Pisa alcune cannonate tedesche, una è piombata in via S:Marta. Quando noi transitavamo per questa strada, per quello che ne era rimasto, ci siamo trovati un camion davanti e un “Messanger” dietro. Ambedue si sono fermati in secco per farci passare. Quando siamo passati hanno ripreso la marcia salutandoci. Una domanda sorge allora al cuore: come avrebbero agito i tedeschi? Sicuramente come con quel vecchio che trainava il suo cavallo sul ponte di Mezzo che fu gettato a terra a scudisciate. O addirittura come quei due che andavano uno parallelo all'altro sullo stradone di Marina e che non intralciavano per niente il passaggio, e pagarono la loro imprudenza con la vita di uno di essi? Così attraverso Pisa festante passano senza sosta quei camion e quei carri che costruiti in America, scesi in lizza in Africa, espugnata Palermo, Reggio, Napoli, Roma, Civitavecchia e Livorno sono venuti finalmente a portare un po' di pace a Pisa martoriata. Così dunque abbiamo fatto ritorno a casa e ci siamo dati subito alla pulizia: ma si può fare ben poco, manca la mobilia ove mettere la roba e così bisogna lasciare tutto per terra.

Il martedì 5 nuove biciclettate di roba. Il carretto non può ancora passare. Continuo a sistemare, la mia camerina in particolare. Nel pomeriggio sono venute zia Gina, Lorena e zio Lelio da Tremoleto. Hanno portato dei bocconcini buoni e hanno detto che da loro è passata la burrasca in 4 giorni e da noi 46 giorni!!! e fosse finita! Benchè ci sia poco da temere delle cannonate tedesche, fino a che rimarranno sul Serchio il pericolo sussiste.