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Autore

Aldo Bigalli

Anno

Dattiloscritto: 2 Formato Digitale: 1 Fotocopia originale: 1 Allegati Integrazione

Luogo

Pisa

Tempo di lettura

7 minuti

I diari di Aldo dagli 11 ai 16 anni durante la guerra a Pisa

Momenti di spasimo, quelli, schianti orrendi....i vetri tremavano...la gente urlava, gli schianti si susseguivano. 3 minuti, 2 secondi di calma poi....giù l'uragano di ferro e di fuoco che si abbatte su Pisa.

Martedì 31 agosto 1943

Di notte abbiamo avuto due allarmi, dalle 2,15 alle 3 meno 5 e dalle 3,15 fino alle 4,25. La mattina è passata al solito. A mangiare avevamo zia Nella. Alle 12,22 è suonato l'allarme. Al tocco come al solito abbiamo acceso la radio. Mente si scaldava noi abbiamo continuato a mangiare. Poi “nuove azioni sono state condotte da reparti aerei germanici contro naviglio nemico nella rada di Augusta”...improvvisamente io chiudo la radio, un rombo potente faceva tremare i vetri e le porte “Questi sono nemici!” urlo io “fuori!”, in quel momento il primo schianto. Era la prima bomba da 1000 kg lanciata in Piazza Guerrazzi, noi ci siamo gettati sotto le pile. Momenti di spasimo, quelli, schianti orrendi....i vetri tremavano...la gente urlava, gli schianti si susseguivano. 3 minuti, 2 secondi di calma poi....giù l'uragano di ferro e di fuoco che si abbatte su Pisa. Il rombo delle bombe si susseguiva a raffiche di mitraglia. Valli urlava, tutti erano commossi...io mi mangiavo le patatine arrosto che stavamo mangiando quando è suonato l'allarme. “E' passata! E' passata!”, ma era un'illusione, per altri due minuti si è accanita l'ira su Pisa. Poi la pace, il silenzio, un silenzio spaventoso ed incombente, dall'ospedaletto portavano barelle su barelle, gente ferita con negli occhi fuori dalle orbite la spaventosa visione di macerie, macerie, macerie “Scappate!” dicevano i poveretti. Noi con le biciclette ci siamo dati alla fuga seguiti da zia Nella. Dopo 10 minuti abbiamo visto un “Liberator” che sorvolava Pisa. Vedeva forse lo scempio compiuto dai suoi fratelli?

 

L'allarme non è più cessato. Alle 14 è arrivato Plinio dal comando di Porta a Mare, era sporco, coperto di melma e polvere, si era buttato in un fosso pieno di acqua mentre intorno a lui grandinavano le bombe. Alle 15, 30 siamo ritornati a casa. Un odore acre di bruciato e un fumo rossastro che si elevava su Pisa dimostravano che era stata martoriata da uno di quei brevi ma terribili bombardamenti che caratterizzano i nordamericani.

Alle 17 io e babbo siamo andati a girare per la città: la parte di qua dìArno non è stata minimamente colpita mentre decine e decine di bombe sono state scaricate di là. La striscia della morte comincia da Piazza Guerrazzi, via Cattaneo, via Fratti, prosegue in viale Regina Margherita dove fortunatamente le scuole sono rimaste intatte, via della Spina, via Vespucci, via Corridoni, via Colombo hanno subito massimamente la furia distruttrice nemica. Sono salito poi sulla passerella. Lo spettacolo è impressionante, dalla parte della Stazione centrale ci sono macchine arrovesciate, rotaie contorte, sulla sinistra un immenso incendio divampava. Si conta che 200 fra vagoni e macchine siano state distrutte. In via Vittorio Emanuele, sull'Ospizio, sui palazzi della posta e provincia sono cascate bombe in pieno. La chiesa di S. Antonio, di S. Paolo, delle Suore in via Vittorio sono state colpite in pieno. Abbiamo proseguito per Porta a Mare che abbiamo vista solo da lontano: la Saint Gobain, la Vis, la Piaggio, il Gasometro, un garage tedesco in via Battisti sono stari colpiti in pieno. La Saint Gobain è un informe ammasso di travi...dappertutto morti, gente che piange, che cerca affannosamente sotto le macerie i resti dei loro cari. I lavori fervono febbrilmente, tedeschi soldati e popolani italiani accomunati dalla stessa forza disperata lavorano alacremente.

 

Il panico in Pisa al suono dell'allarme è stato immenso e indescrivibile. Io mi mantengo molto calmo.

Mercoledì 1 settembre

E' un inferno! Appena alzato alle 8,30 io e mamma siamo scappati benchè senza allarme perchè tutti gli sterratori fuggivano in campagna. Alle 10 siamo rivenute via e siamo andate da Pasetto. I fili della luce in Piazza Guerrazzi e in via Ceci sono rimessi già in sesto. Abbiamo suonato: chiuso. Abbiamo allora proseguito per Viale Regina Margherita, abbiamo poi girato a destra in via Giordano Bruno. A 50 m. avanti al distretto si apre un cratere enorme (e ci erano case di 3-4 piani). Abbiamo imboccato via Pacini, al posto dell'officina per riparazioni di autoveicoli c'è un informe ammasso di travi e finestre contorte. Dopo altri 100 passi uno spettacolo orrendo. Il Ginnasio, apparentemente intatto davanti, presentava sul di dietro una vastissima spaccatura di 5-6 metri, dal tetto a terra. Restava in piedi la facciata, solamente. Povere scuole! Le loro  intimità violate! Banchi, cattedre, le tende svolazzavano, i crocifissi guardavano con commiserazione tanta strage. “A tanto” pareva che dicessero “arriva l'odio umano?”. Là in quelle aule, prima affollate di fanciulli pigolanti, lo spettro della morte sotto l'aspetto di una bomba di “altissimo potenziale” è passata, lasciando tracce della propria impronta. Attraverso via S. Giovannino siamo entrati in S. Martino dove ho chiesto notizie di Pierluigi che mi hanno detto sfollato a Porta a Lucca. Passato il ponte della Fortezza stavamo ritornando a casa quando è suonato l'allarme accompagnato da colpi di cannone, ci siamo dati fuga verso casa e di lì verso la campagna. Si sono sentite numerose botte. Alle 12 siamo ritornati a casa. Il panico in Pisa al suono dell'allarme è stato immenso e indescrivibile. Io mi mantengo molto calmo.

Pomeriggio. Alle 6 l'ululare della sirena ha fatto rinnovare le scene di panico, anche io e mamma in bicicletta ce la siamo data a gambe. L'allarme è stato relativamente breve.

Notte. Accompagnato da fragorosi scoppi della contraerea alle 10 meno 15 è suonato l'allarme, ci siamo di nuovo alzati, A mezzanotte siamo ritornati a casa perchè era stato dato il segnale di cessato pericolo. Che inferno.

 

Giovedì 2 settembre

Altre visite ai luoghi colpiti: dappertutto macerie. Abbiamo saputo che i Liberator hanno molto mitragliato alla periferia di Porta a Mare. 3 bambini che giocavano (ce lo ha detto la cugina della Nina che sta in S. Giusto) sono stati sfracellati dalle raffiche degli aerei americani. Tutti quelli che sono andati in S, Giusto sono concordi nell'affermare che il campo di aviazione ha avuto soltanto due baracconi incendiati, e che aerei e pista di lancio sono intatti. Invece duramente colpite le case intorno al campo stesso. Ora tutti i pisani sono in fuga verso la campagna vicina. Alle 10,12 è suonato l'allarme, le batterie sono entrate in azione, io ho visto una formazione di 30 aerei. L'allarme è durato fino alle 14. Pontedera Prato Bologna bombardate.