25 aprile - mercoledì
Stanotte, o meglio stamattina, c'è stata una piccola scaramuccia: i tedeschi hanno occupata la centrale elettrica, proprio davanti a noi, snidandone i partigiani che erano riusciti a infiltrarsi ieri sera; non hanno opposto una seria resistenza e sei sono stati catturati. [...]
(ore 14) Verso le nove stamani è giunta un'ambulanza della Croce Rossa. Sono scesi un maresciallo della sanità militare e due ufficiali del Comitato, in borghese, venuti a chiedere una tregua per sgomberare i morti e feriti dalle case antistanti: i nostri cecchini, e specialmente le mitragliere da 20 mm. devono aver fatto un bel lavoro. Gli ufficiali del Comitato han discusso a lungo cogli ufficiali tedeschi e col Com. Arillo, che fungeva da interprete, tra la nostra attenzione curiosa e diffidente, poi se ne sono andati, mentre l'ambulanza ha portato all'ospedale civile tre tedeschi e due italiani, feriti. [P.S. Uno degli italiani, campione ligure dei media leggeri, Narici, che aveva le guance forate da una intelligente pallottola che non gli ha rotto nemmeno un dente, coll'aiuto della fidanzata è riuscito a squagliarsela dall'ospedale]. Siamo stati avvisati di non sparare più, perché la tregua d'armi era stata fissata fino a sera. [...] Stavo, verso le sedici, al mio posto di guardia accanto alla "breda 37" quando una nutrita scarica di fucilate ha rotto la calma: ho fatto un salto dietro la colonna, mentre numerose pallottole andavano a schiacciarsi dall'altra parte, o picchiettavano il selciato: le brigate rosse, che nel frattempo s'erano concentrate (tutti i partigiani d'altra razza in generale hanno fatto molte urla, ma pochi fatti), migliorando le loro posizioni, rompevano la tregua e iniziavano un grande attacco. Subito s'è fatta sentire una mitragliera da 13 mm. che spazzava ritmicamente la facciata dell’edificio con certe raffiche di pallottole esplosive da fare accapponare la pelle. [...] Bisogna dire che per essere gente che non se ne intende, hanno fatto le cose per benino, il volume di fuoco era considerevole e quelli che stavano alla mitragliera da 13 mm. erano certo gente che conosceva il fatto suo; dico era perchè sul finire del combattimento siamo riusciti a individuare la postazione e il fuoco incrociato di due mitragliere da 20 e una da 37 mm. l'hanno investita in pieno e ridotta al silenzio. Mi sono ritrovato su per una scala, all'imboccatura di una loggetta, assordato dalla fucileria, rintronato dal fuoco di una 20 mm. cui passavo continuamente i pesanti caricatori da un mucchio che avevo di fianco. Ma dappoiché dal posto in cui mi trovavo non riuscivo a vedere nulla, e mi pareva di trovare maggior sollievo alla tensione nervosa, prendendo parte attiva sono salito ancora al piano superiore; ho trovato per le scale il Serg. Rossi, (ex paracadutista) - che batteva con rabbia il suo mitra a terra, sacramentando, che gli si era inceppato. Nelle grandi sale superiori non c'era quasi nessuno: un tedesco, solo, aveva strappato una stecca di una persiana, e di là spiava freddamente, sparando un colpo ogni tanto; ma lo faceva con tanta calma che sono sicuro che ogni colpo era un morto. Mi sono calcato bene l'elmetto sugli occhi, e mi sono andato a mettere all'altra finestra, dalle imposte scardinate, occhieggiando fuori: le case, e si può dire tutto il rione antistante era davvero in cattive condizioni; tutte le persiane divelte, dei vetri non parliamone, e larghi sbrecci qua e là sotto i colpi delle mitragliere; rapide fiammate partivano ininterrottamente da quelle cento finestre; e osservandole attentamente sono riuscitoa scoprire due o tre nidi di tiratori più vicini. Ho cominciato a dargli noia, a non lasciarli più affacciare: appena vedevo muoversi una persiana sparavo, ma richiamato dal tedesco mi ero spostato lateralmente al riparo della parete, quando una sventagliata si è infilata crepitando per la stanza, illuminandola di bagliori rossastri: la mitragliera da 13 che non sbagliava! A quale filo di ragno è attaccata la vita umana: una frazione di secondo soltanto m'ha diviso dal gran salto nel buio: si vede che mamma e Iole pregavano per me. [...]  
Mi sono trovato un osservatorio un poco più riparato nella stanza accanto, e di lì ho potuto assistere alla fase culminante del combattimento. Un autocarro pieno di individui dagli enormi fazzoletti rossi, è sbucato dallo sbarramento di Via Carlo Alberto, colla pazza intenzione, credo, di attraversare la piazza e portarsi sotto le nostre postazioni; dalla centrale elettrica, sempre tenuta da noi, è partito un panzerfaust - i pugni corazzati che avevamo già noi al fronte -; è caduto un poco corto, ma il camion si è paurosamente impennato e gli occupanti sono corsi a rifugiarsi di nuovo oltre lo sbarramento, protetti dal
tiro di quella maledetta mitragliera; però qualcuno ci deve aver lasciato le penne egualmente. Questo disgraziato tentativo, e il fatto che poco dopo mettevamo fuori combattimento la mitragliera da 13, loro cavallo di battaglia, han segnato il declino del combattimento, che si è spento in colpi isolati; intanto era scesa l'oscurità. [...] Un certo sconforto si è diffuso fra tutti, tedeschi compresi: li abbiamo respinti bene, anche se moltissimi, scribacchini in testa, hanno avuto paura e si sono andati a rintanare, e dei tedeschi pure neanche la metà era ai posti di combattimento; il fatto si è che la nostra stazione non riceve ordini di sorta, mentre il bollettino non fa menzione degli ultimi avvenimenti in Italia. Stavo meditando su tutte queste cose, quando ho veduto arrivare un gruppetto d'ombre, che trascinavano qualcosa, parlottando animatamente, e mi sono avvicinato: si trattava di alcuni tedeschi con una damigiana di cognac di cui hanno iniziato subito una generosa distribuzione; sono uscito dalla massa ondeggiante dei pretendenti, subito radunatisi, con un bugliolo da due litri pieno fino all'orlo: ce lo siamo asciugato in tre, e non esito a dire che ora ho il senso statico alquanto compromesso, ma fin dalle prime golate una divina euforia m'è scesa per le vene e sono passato al più spinto ottimismo: la vita è ancora bella, e presto usciremo da qui trionfanti. Ma ora di momento in momento il cervello mi si annebbia sempre più e le palpebre mi diventano di piombo: sarà certamente il sonno - a meno che non sia la ciucca-!