Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Privacy completa.

Logo Fondazione Archivio Diaristico Nazionale

Autore

Umberto Guidotti

Anno

1945 -1945

Luogo

Torino

Tempo di lettura

4 minuti

[...] In nottata

Poi il fuoco è cessato e si è ripresentato il solito ufficiale del C.N.L. di ieri, sull'autombulanza con bandiera bianca, ed ha portato l'annuncio che il generale Meinhold, comandante supremo della piazza, si è arreso stamani nel suo comando di via XX Settembre e il suo ordine scritto che tutte le forze tedesche e italiane, si arrendano, vista l'inutilità di una ulteriore resistenza.

26 aprile - giovedì ore 16,30Stamani, colla prima luce, hanno ripreso le fucilate; ma mentre noi dormivamo, stanotte, i tedeschi hanno lavorato a costruire sotto il porticato, da un pilastro all'altro, delle barricate di rottami, canapi e parabordi; anche le finestre, ai piani superiori, hanno avuta una analoga sistemazione, in modo che si possa sparare con una relativa sicurezza. Approfittando della notte i partigiani si erano infiltrati fino all'albergo Miramare, proprio di fronte, ma senza tanti discorsi i tedeschi gli han tirato sopra due mine di profondità (o racchette) coll'apposito mortaio che avevano tolto da bordo e piazzato sulla terrazza dell'edificio del porto. Han fatto un fracasso tale, che a tutta prima credevo che ci cannoneggiassero dal mare, e la casa stesse per crollarmi in testa. Poi il fuoco è cessato e si è ripresentato il solito ufficiale del C.N.L. di ieri, sull'autombulanza con bandiera bianca, ed ha portato l'annuncio che il generale Meinhold, comandante supremo della piazza, si è arreso stamani nel suo comando di via XX Settembre e il suo ordine scritto che tutte le forze tedesche e italiane, si arrendano, vista l'inutilità di una ulteriore resistenza. Tutti gli altri presidi tedeschi, compresa la batteria di Punta Moro, hanno già deposto le armi, sicché siamo gli unici a resistere nel genovesato: le truppe in Garfagnana sono state sopraffatte, e così sul restante del fronte, mentre gli alleati han sorpassato Spezia e sono sbarcati a Sestri; anche le speranze di essere sganciati dalle truppe in ritirata cade con questo. Il partigiano ci ha ancora detto che la ribellione è in atto in tutto il settentrione, e che anche Milano è occupato: tutto questo mi sembra un brutto sogno, ma alla luce della realtà è abbastanza attendibile: ecco perché non riceviamo ordini o comunicazioni da due giorni! [...]

Sul viso di tutti si legge un grande sconforto: quando siamo entrati a Ponte dei Mille nessuno prevedeva che potesse finire così; ai posti di guardia sono rimasti pochi tedeschi: tutti gli altri giacciono sdraiati qui e là: siamo tutti presi da una grande apatia.

Dopo breve consulto il comandante tedesco ha risposto, riferendosi all'ultimo appello di Hitler, dichiarando traditore il gen. Meinhold, condannandolo alla pena capitale, e rifiutandosi di deporre le armi. È nato un subbuglio indescrivibile: tutti commentavano concitatamente, sorgevano alterchi violenti; io ero dell'opinione, condivisa da molti del resto, di resistere a oltranza, perché appena ci avessero avuto in loro potere, avrebbero fatto scempio di noi e ho proclamato la mia opinione - peccato che non pesi molto sulla bilancia. [...] Frattanto tutti gli ufficiali tedeschi e italiani sono stati convocati nel bunker centrale per un consiglio di guerra: finalmente, ritornata una certa calma, perché tutti erano in ansiosa attesa della decisione: la fucileria è cessata e c'era calma dappertutto. Dopo più di un'ora gli ufficiali sono usciti: il 70% han votato la resa, il 20% per una sortita alla garibaldina, il 10% per una difesa a oltranza. È ritornato il tenente del Comitato e gli è stata annunciata la resa delle forze tedesche; anche le truppe italiane avrebbero deposto le armi, ma solo cogli onori militari; e anche questa clausola è stata accettata; la resa è stata fissata per le ore 17. Sul viso di tutti si legge un grande sconforto: quando siamo entrati a Ponte dei Mille nessuno prevedeva che potesse finire così; ai posti di guardia sono rimasti pochi tedeschi: tutti gli altri giacciono sdraiati qui e là: siamo tutti presi da una grande apatia. Cominciano ad apparire i segni della sconfitta: bombe e munizioni, pistole e cannocchiali giacciono dovunque al suolo: è davvero un triste spettacolo assistere alla trasformazione di tutti questi soldati sino a poco fa disciplinati e agguerriti. Il Com. Arillo, con altri due ufficiali, ha gettata nelle onde la bandiera del gruppo Tesei, avvolta attorno a un mitra, simbolica promessa al mare. Voglia Dio che un giorno gli Italiani ritrovino sé stessi, e l'aquila torni a dominare.