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Autore

Claudio Marabini

Anno

1976 -2009

Luogo

Roma

Tempo di lettura

9 minuti

Noi e la RDT - Lettere dalla DDR (1976-1978)

Quello che ancora manca, nella coscienza dei più, è la consapevolezza del totale grigiore della vita sociale, in tutti i suoi aspetti, che può essere compreso soltanto partendo dal concetto di totale spersonalizzazione dell'individuo, come premessa-necessaria alla realizzazione di una Società Comunista.

Su come fosse in realtà la vita nella "RDT" sono ormai disponibili, a partire dagli anni '90, diverse testimonianze che a dir la verità non sembra abbiano suscitato in Italia l'interesse che meritavano (forse imbarazzanti "complessi di colpa", per i tanti che avevano creduto alla propaganda dell'epoca... ?). Quello che ancora manca, nella coscienza dei più, è la consapevolezza del totale grigiore della vita sociale, in tutti i suoi aspetti, che può essere compreso soltanto partendo dal concetto di totale spersonalizzazione dell'individuo, come premessa-necessaria alla realizzazione di una Società Comunista.

Nel 1978, nel 30° Anniversario della Costituzione della R.D.T., un onnipresente apparato propagandistico aveva provveduto a ricoprire ogni angolo della vita cittadina (dalle facciate dei palazzi ai manifesti stradali, alle edicole cittadine ed in tutti i luoghi di ritrovo ed uffici, sia pubblici che "privati") con il manifesto ufficiale di quella ricorrenza:

"Nei suoi primi 30 anni di vita la nostra Repubblica Democratica è riuscita a salire, grazie alla partecipazione di tutti, il primo ripido gradino di una lunga scala, in cima alla quale tutti potranno godere la realizzazione di un compiuta Società Comunista... "

Per noi che le avevamo vissute, sono due in particolare le recenti testimonianze che ci hanno fatto rivivere quasi dal vivo quella realtà.

1 ).

L'interessante saggio "// Dossier' di Timoty Garton Ash, uno storico inglese che "nel 1978, ancora fresco dei suoi studi storici ad Oxford" era andato per studio a Berlino per trovare qualche documento originale sulla dittatura hitleriana...

Timoty Garton Ash "Il Dossier - La mia vita a Berlino Est raccontata dalla polizia segreta" (Ed.Mondadori 1998). Dal risvolto di copertina: << Quindici anni più tardi, caduto il Muro e riunificata la Germania, lo storico inglese varca la soglia del Ministero che custodisce i documenti della Stasi e chiede di vedere il suo "dossier" ...>>.

Mi sembra interessante riportarne qui alcune citazioni originali: (Da pag.60): <<...Secondo il mio diario...attraversai il Check-Point­Charlie e il posto di controllo alla frontiera della Germania Est, percorsi l'Unter den Linden bloccato dalla neve, superai l'Alexander­ Platz e risalii la Schonhauser Allee fino al mio nuovo alloggio... Nel dossier, l'IM Schuldt mi fa tornare in mente com'era... "E' una stanza abbastanza piccola (per un edificio così vecchio) con la finestra che dà sulla strada. La porta della stanza si chiude dall'interno con una serratura che sembra installata solo di recente. A parte il letto, il tavolo e un paio di sedie, si nota soprattutto una grande credenza nella quale, come ho scoperto, l'inquilino ha riposto quasi esclusivamente libri ... " Ciò che l'informatore non rilevava, forse perché vi era assuefatto, erano il grigiore generale, le pareti giallo-ocra, il linoleum marrone sul pavimento, il paralume di plastica da quattro soldi e il gelido freddo invernale. (...) >>.

Nel mio "Inventario-Libri", a queste citazioni è aggiunta una mia Nota di presentazione del volume:

" Uno storico inglese scopre, quindici anni dopo, che molte delle persone che aveva frequentato erano in realtà informatori della Stasi, la polizia segreta della DDR. - Ricordi personali ... più o meno, l'ambiente e le persone ricordano da vicino qualcosa di già vissuto. Per noi erano gli anni fra il 1975 e il 1979. Noi il linoleum marrone l'avevamo coperto quasi tutto con delle piastrelle di moquette, ma le pareti "giallo-ocra" (una carta da parati sul tipo di quella chiamata da noi "carta-fodera') erano rimaste, tranne che nel salone che avevamo ricoperto con lo stesso coordinato "Pierre Cardin" che avevamo a Roma (e, all'ingresso, con quel magnifico "bosco svedese'). Quanto al grigiore  e  al  vento  gelido  dentro  casa,  quando  fuori soffiava ... c'era tutto!. ".                    (CM-'08)

In una mia prima missione nella ex-RDT [...] mi era riuscito anche di trovare una traccia del mio "dossier" personale...

2).

...ed il film ricavato dal libro, altrettanto eccezionale, "Le Vite degli Altrl' (cui nel 2007 era stato assegnato il Premio Oscar come "miglior film in lingua straniera"). E' un film che rende perfettamente la reale, opprimente atmosfera in cui vivevano i cittadini di quel "paradiso socialista". I cittadini dei paesi capitalisti accreditati nella "RDT" ne erano formalmente esentati, ma in realtà erano soggetti allo stesso genere di controlli (soltanto un po' più "mascherati"). Un film che meriterebbe di essere visto e rivisto da tutti, come eccezionale documentario delle condizioni di vita in quel paese. Ma anche in questo caso avevamo dovuto lottare contro l'incredulità di una collega (che riteneva ci fossero cose troppo esagerate per essere del tutto credibili) ... prima di arrivare a convincerla che in quel film tutto, anche nei più piccoli dettagli, era invece perfettamente realistico (!). A noi che le avevamo vissute, quel film aveva restituito per intero le impressioni, ambienti, persone e comportamenti a suo tempo ben noti, ed in quegli stessi ambienti, tutti uguali, che a lei ora sembravano tanto assurdamente falsi !                          CM/ '09

P.S.:

In una mia prima missione nella ex-RDT (nel 1999, in auto, con puntate che mi avevano portato da Berlino a Lipsia, Chemniz (ex Karl Marx­ Stadt) e fino a Rostock) mi era riuscito anche di trovare una traccia del mio "dossier" personale (la scheda d'archivio a me intestata presso l'attuale Archivio di Stato a Berlino, settore "Stasi") ... e perfino di cercare in una frettolosa visita alla Biblioteca Centrale, ma con meno fortuna, quella famosa rivista ideologico-politica della DDR. Doveva essere forse la "Deutsche Aussenpolitik" o "Deutsche Zeitschrift fuer Filosophie", nel 1976-77. Ma ci vorrebbe una ricerca un po' più approfondita e magari, chissà, qualcuno prima o poi riuscirà a ritrovarlo, quel famoso articolo (!).

CM/ '19

* * *

A distanza di tempo, mi è capitato di trovare un altro libro capace di rendere nel modo più completo, in forma romanzata, le emozioni di una vita vissuta nell'ambiente della Berlino "Anni Settanta":

Paul Dowswell, "// Ragazzo di Berlino", Giangiacomo Feltrinelli Edtore, Milano, 2012. - A noi che avevamo conosciuto "dal vivo" quegli stessi ambienti ha dato l'impressione di ritrovare in tutti i dettagli le situazioni, emozioni, ambienti e stati d'animo vissuti o sperimentalmente conosciuti, nella Berlino-Est di quegli anni:..

Germania,1972. Alex Ostermann vive con la sua famiglia a Berlino-Est. I genitori hanno credenziali irreprensibili per il regime, ma lui e sua sorella Geli non sposano interamente la propaganda sovietica e si "ostinano" a vedere del buono nella cultura occidentale. A casa, i genitori fingono di disapprare le passioni dei figli; ma alla fine l'eccessivo "individualismo" dei ragazzi attira l'attenzione della Stasi che comincia a tenerli d'occhio. Quando le pressioni diventano insopportabili, l'intera famiglia Ostermann riesce a fuggire dalla DDR ma ad un prezzo che Alex e Geli non sono disposti a pagare.

Una ricostruzione storicamente perfetta e riconoscibile in tutti i dettagli, per un romanzo-thriller avvncente e tutto da leggere, per chi volesse conoscere e rivivere l'ambiente berlinese di quegli anni.

CM/ 2020

 

Quel "Terrorismo", che in quegli anni imperversava sia in Italia che in Germania, NON POTEVA essere altro che "fascista" ...

* * *

P.P.S.:

Mi sembra interessante riportare qui il mio commento-facebook ad una rievocazione del Presidente Sandro Pertini, nell'anniversario della sua morte (v. Sito fb "Socialismo Italiano 1892 - Nicola Conte, 24.02.2020 ore 09.04' - Accadde oggi. 24 febbr.1990, muore Sandro Pertini, il Presidente Partigiano'):

...a Fine Anni Settanta il Presidente Pertini era stato il primo Capo di Stato ad aver "osato" parlare nei suoi incontri ufficiali (prima a Berlino-Ovest e poi a Parigi) di "Opposti Estremismi" (!). In quegli anni ero distaccato nella Berlino-Est "Hauptstadt der DDR" e ricordo bene con quale "sorpresa-disapprovazione" i media locali avevano riportato quelle affermazioni, che contraddi­ cevano tutti i "tabu" impostidalla dalla propaganda sovietica, soprattutto in Italia.

L'Ambasciatore italiano  a Mosca  era stato immediatamente convocato al Cremlino per una vibrata "protesta ufficiale" (!!!). Quel "Terrorismo", che in quegli anni imperversava sia in Italia che in Germania, NON POTEVA essere altro che "fascista" ... ne sarebbe venuta meno l'impalcatura principale della strategia sovietica (!) di cui avevo avuto modo di leggere le linee principali su una Rivista politico-idelogica della "RDT" ... che proprio sulla diffusione di una PSICOSI di Pericolo Fascista, da diffondere "se necessario ad arte" (.sic II!) aveva puntato tutte le sue carte, per arrivare alla gloriosa conquista del Potere, in Italia,·da parte del "Comunismo Internazionale"...

Ma queste cose, prima della caduta del Muro di Berlino, non era possibile neanche immaginarle (e tanto meno parlarne) nell'Italia di quegli anni, già completamente dominata a tutti i ilvelli,politico­ ideologici dalla propaganda "sovietico-comunista"...

(CM - 24.02.2020)