Autore
Claudio MarabiniAnno
1976 -2009Luogo
RomaTempo di lettura
8 minutiNoi e la RDT - Lettere dalla DDR (1976-1978)
Presentazione
Per chi non conosce l'origine di questi appunti è forse utile ricordare che si tratta di una ritrascrizione degli appunti originali cresciuti, dai primi Anni Novanta, a Ricordo dei nostri anni berlinesi... che fra il novembre 1975 e il novembre 1979 (subito dopo l'avvenuto riconoscimento diplomatico della "RDT'') ci avevano consentito di avere, pressoché "unici" in Italia, una conoscenza diretta della Vita-Vissuta, in quel tormentato paese. Le "Lettere dalla DDR" sono ritrascritte direttamente dagli originali manoscritti, dalla nostra "Berlino-Est", fra l'Agosto 1976 e l'estate 1978. Proprio in quegli anni stavano iniziando in Italia, con gli anni della "distensione" e del cosiddetto Eurocomunismo, gli anni della "contestazione", e del primo terrorismo-internazionale. Due eventi non a caso concomitanti, che hanno contribuito a segnare a lungo gli sviluppi della convivenza e della consapevolezza sociale, in Italia e non solo. Al momento dell'apertura del primo "Ufficio ICE nella RDT", la Repubblica Democratica Tedesca si era trovata per la prima volta, a trent'anni dalla fine della guerra, a contatto con il "mondo esterno". Ma era una "apertura" che riguardava soltanto i contatti diplomatici, mentre la popolazione sarebbe rimasta ancora a lungo totalmente isolata dietro quel famigerato Muro (fisicamente visibile come tale soltanto dal lato di Berlino-Ovest) il cui obiettivo era una drastica separazione della intera Germania, per migliaia di chilometri, con fossati, reticolati e barriere minate ....Come l'antico Vallo di Adriano, ai limiti de/l'Impero Romano, o la Grande Muraglia cinese ... Ma, a differenza di quelli, ideato e realizzato soprattutto per impedire l'uscita dal paese dei propri stessi cittadini, più che a difenderlo militarmente da/l'esterno. Successivi appunti e commenti sarebbero venuti ad aggiungersi man mano, nel ricordo di quegli anni, dopo la Caduta del "Muro di Berlino" in quell'indimenticabile 9 Novembre 1989.
CM/ 2020
Dal mio "ZIBALDONE - RICORDI""
In queste prime pagine sono riportati gli appunti originali tratti dal primo manoscritto dello "Zibaldone", con le annotazioni cresciute dopo la prima stesura digitale (1998).
Monaco, 31.01.1989
Appunto manoscritto, a Monaco, a commento delle sorprendenti notizie appena apprese dalla Radio Bavarese. Erano i primi accenni alle rivoluzionarie novità che si sarebbero presto succedute, fino alla improvvisa quanto inaspettata apertura del "Muro di Berlino" (delle quali, in Italia, si stentava ancora a comprendere la reale portata).
Stiamo arrivando all'epilogo della "Rivoluzione-Gorbaciof' ! Le ultime notizie radio mi sembrano sottolineare ancora una volta come l'opinione pubblica e la stampa italiane non riescano a stare all'altezza delle novità della politica europea! La notizia di ieri (radio e TV tedesche) era incentrata sulla rivoluzionaria affermazione di Gorbaciof a favore dell'unità del popolo tedesco, con tutte le sue possibili conseguenze. Notizia appena accennata dalla stampa italiana. Il primo giornale radio di [...](Rai Uno) si soffermava invece, con ogni specie di commenti, sulla fantomatica ipotesi di dimissioni di Gorbaciof da Capo del Partito presentandole come un'ammissione di sconfitta. Lo stesso Demetrio Volchich, da Mosca, senza confermare la notizia si dilungava a spiegare che, secondo la Costituzione Sovietica, il mantenimento della sola carica di Capo dello Stato avrebbe di fatto estromesso Gorb. dal potere, che in Un.Sov. spetta solo ed interamente al Partito. A quella notizia di dimissioni, rimbalzata improvvisa da un giornale USA, la radio tedesca opponeva invece commenti scettici basati sulla forte affermazione di Gorb. del giorno prima, che non sembrava avvalorare perdite di sicurezza e scoraggiamenti ma semmai, al contrario, la volontà di guidare i rivolgimenti della politica europea.
 (Altra annotazione originale, sulla pagina sinistra del quadernone):
Ottenuto il via da Gorbaciof, oggi 1.2.1990 il Presidente tedesco orentale Erich Honecker annunciava un programma per l'unificazione tedesca in forma di Confederazione fra i due Stati." (Notiziario della radio italiana, sfalzato come al solito di un giorno rispetto alle notizie della Radio tedesca). Che non ci sia in effetti questo di vero, che Gorbaciof intenda arrivare ad una esautorazione del Partito come Guida Siprema, riconoscendo la definitiva sconfitta del Comunismo(?). E' una Ipotesi irrelistica soltanto per chi resta ancorato al passato...
(Altra annotazione originale, sulla pagina sinistra dal quadernone):
04. 08.'90 - Rileggo oggi questo concetto e scopro che ancora una volta avevo ragione. Ma quello che più sconcerta è con quanto ritardo la opinione pubblica italiana riconosce (o subisce, senza riconoscerli ?) i propri errori !
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Dal mio "ZIBALDONE - RICORDI (EPILOGO)" :
(dal Riepilogo manoscritto delle esperienze e degli insegnamenti vissuti personalmente, negli anni, tra Zurigo, Berlino, Monaco e Venezia ...)
( ... )
- Berlino - Hauptstadt der DDR (1975/79) :
In quel paese dominato da una "ideologia  rivoluzionaria", il cui principale  obiettivo  era  quello  di  sradicare  con  la  forza  tutti i comportamenti, mentalità e tradizioni legate ad una opposta concezione dei rapporti sociali...
"UNSER ZIEL, DIE KOMMUNISTISCHE ERZIEHUNG DER JUGEND"
(il nostro obiettivo è l'educazione comunista dei giovani)
... era il motto che figurava a grandi lettere, una per finestra, sulla parete della scuola di fronte alle nostre finestre, sulla Lenin Allee. Avendo avuto modo di praticare quei "giovani", avremmo potuto avere direttamente una conferma di quei deliberati propositi... Non solo tutte le nozioni di storia, geografia e rapporti sociali erano manipolate ad uso di un'educazione rigidamente "comunista" (la "Dittatura del Proletariato" si dimostrava inevitabilmente una Dittatura del Partito) ma anche le regole della grammatica, forse per differenziarle da quelle dell'odiata Bundes-Republik, venivano snaturate o non abbastanza considerate, nell'insegnamento scolastico, da quei bravi maestri. Il risultato si sarebbe visto dopo la caduta del muro, quando una popolazione abituata ad avere "gratis" il niente si era trovata culturalmente impreparata a considerare la vita come risultato del proprio lavoro..Noi in quegli anni, in quanto provenienti da un paese "capitalista" nonché "imperialista", ci eravamo trovati ad essere trattati ufficialmehte in modo ingiustamente privilegiato, rispetto alla popolazione locale...
Già, stranamente era questa la sensazione prevalente: quella di sentire sulla nostra pelle la profonda ingiustizia fra ciò che veniva permesso a noi "capitalisti" (e ai "papaveri" del Partito) e quello che potevano permettersi i cittadini di quella Repubblica-Democratica. Ma sulle nostre esperienze berlinesi ce ne sarebbero ancora tanti, di ricordi, che forse meritano un capitolo a parte: "Noi e la RDT".      (CM/'08)
Forse era un ulteriore tentativo di quelle autorità per istigare la popolazione ad un maggior risentimento verso gli odiati capitalisti (?!). Ma, se era questa l'intenzione, non avevano veramente capito niente dell'anima umana...
...non c'era invidia o risentimento verso di noi, in tutti quelli che cercavano la nostra compagnia (che la Costituzione della "DDR" formalmente vietava a quei cittadini ed era quindi illegale, da cercare di nascosto) ma soltanto un'enorme frustrazione per la loro condizione di "mantenuti", in un Regime che negava loro qualsiasi libertà. Una mia similitudine di allora: Quel popolo di altissima civiltà per cultura e tradizioni si strusciava alle nostre gambe in cerca di compagnia, con la coda bassa, come un cane di razza bastonato. Non ci voleva altro, per far crescere ancora di più in loro quella già istintiva repulsione dell'uomo verso qualsiasi pratica autoritaria...Il fatto è che "gli altri" (tutti gli uomini in quanto "persone") vanno prima capiti e rispettati nelle loro caratteristiche naturali, nelle loro opinioni. .. Soltanto sapendoli convincere si potrà poi tentare di indurli ad una diversa "verità".                            (CM-2009)
 
... qui viene in mente un altro degli antichi insegnamenti di Papà (Nonno-Gigi), indubbiamente seguito anche da me, nei comportamenti con i "superiori" di turno: Si può essere arroganti se del caso con un dirigente, per contestarne eventuali eccessi di autorità, a tutela della propria libertà di giudizio... ma mai con un dipendente, proprio o di altri, che andrà sempre trattato con rispetto e se possibile ascoltato, per capirne le ragioni. E' una pratica non sempre "utile" (di certo, non dal punto di vista degli opportunisti) ma che porta se non altro ad una maggiore stima, sia verso se stessi che da parte del "prossimo" (ivi compresi i dirigenti in buona fede,  che  sanno  spesso apprezzare  l'autonomia  di  giudizio  del dipendente, se ben fondata... - Ma questo è un altro discorso).
(CM-'19)