Autore
Claudio MarabiniAnno
1976 -2009Luogo
RomaTempo di lettura
4 minutiNoi e la RDT - Lettere dalla DDR (1976-1978)
Certo, quei quattro anni a Berlino-Est  hanno rappresentato un'esperienza di vita difficilmente paragonabile a qualsiasi altra, per un fatto inequivocabile. Sono stati anni vissuti in un paese che era sottoposto ad una chiusura quasi ermetica, verso un mondo esterno che non doveva avere nessuna informazione su come effettivamente vivesse quella popolazione ...e vissuti, soprattutto, essendo in grado di parlare e leggere perfettamente la loro lingua...
Fra i pochissimi stranieri autorizzati a vivere nella "DDR", ed in grado di parlare e leggere correntemente la lingua del posto, la maggior parte era rappresentata da funzionari dei Partiti Comunisti occidentali o delle società commerciali a loro collegate; cui solo a partire dal 1974 aveva cominciato ad aggiungersi il personale delle Ambasciate estere (che per definizione  è abituato  ad esprimersi  sempre in modo molto "diplomatico", nei confronti del paese che li ospita).
Avendo avuto rapporti con quasi tutto il personale italiano "accreditato" a Berlino-Est, credo di poter affermare che di italiani con una buona conoscenza del tedesco (in grado quindi di parlare con la gente, leggere la stampa locale ed ascoltare le trasmissioni radio e TV) oltre a me se ne potessero contare in quegli anni, in tutta la RDT, al massimo una diecina ... il che spiega come mai non mi fosse possibile raccontare niente, in Italia, su com'era in effetti la vita quotidiana in quel paese, senza  correre  il  rischio  di  essere  considerato  un  "provocatore fascista"...
Lo stesso Montanelli, che pure era stato "gambizzato" per il suo rifiuto di accettare la politica filo-comunista in voga in quegli anni, nello scrivere qualche anno più tardi la storia degli "anni di piombo" non avrebbe osato chiamare in causa direttamente il KGB, nel riconoscere che le "cosiddette" Brigate Rosse fossero effettivamente "rosse". La versione accettata in Italia da tutti i media, secondo la vulgata quotidianamente diffusa dalla stampa della RDT (ma divulgata allora anche in Italia tramite il Partito Comunista) definiva quegli atti terroristici come opera indiscutibilmente dei soliti provocatori estremisti di estrema destra (e questa è la vulgata conosciuta inevitabilmente da tutti, ancor oggi...ma resta il dubbio su chi ne fossero i reali istigatori e finanziatori ... ).                        (CM/'19)
A distanza di anni, e lasciando le annotazioni polemiche alla rilettura delle "Lettere dalla DDR" (vere testimonianze di "vita in diretta") può essere interessante ora ricordare qualche aneddoto di vita berlinese. Ad uso soprattutto dei ragazzi che le hanno più direttamente vissute sul posto (soprattutto Fabio e Valeria, Sabina era ancora troppo piccola per essere veramente coivolta da certe cose) ricavando comunque, da quegli anni, esperienze che sarebbero diventate poi decisive per la loro futura formazione.
Anche la piccola Sabina era stata comunque coinvolta mentalmente da quella esperienza, avendo iniziato a "sentire" per tre anni la lingua tedesca assieme a quella italiana. Quando anni dopo a Monaco aveva frequentato anche lei una scuola di lingua tedesca (Valeria un corso più avanzato, Sabina con Giuditta un corso per principianti) lei pur non avendola mai studiata era in grado di spiegare e correggere a Giuditta le regole di pronuncia che avevano appreso nella giornata. Quando poi, dopo la caduta del "muro", abbiamo fatto il lungo viaggio in macchina da Monaco con Jana e bimbi (Tim, ca.4 anni, Pilppi Hendrickie di pochi mesi) lei era stata in grado di leggere perfettamente ad alta voce, in tedesco, il libro di favolette che si erano portato... <ma mi fa rabbia, non capisco niente di quello che leggo !>.