Scheda di dettaglio
Lea Ottolenghi
Ricordi e impressioni di un'internata
Lea, nata da una famiglia ebrea della borghesia livornese, si rifugia in Svizzera per sfuggire alle leggi razziali: dovrà adattarsi ai campi di lavoro ma, soprattutto, a vivere lontana dal suo grande amore.
Estratti Diario: 5
Vai agli estrattiSinossi
Livorno, 1938. Lea Ottolenghi ha diciassette anni quando il regima fascista emana le leggi raziali. Lea documenta con minuzia e dovizia di dettagli il terrore, la fuga, la dispersione della sua famiglia e la lontananza dal fidanzato, Gastone Orefice, unica luce in quegli anni bui.  È proprio l’amore per Gastone a scandire le pagine del diario e, in particolare, la sua lontananza. Dopo le leggi razziali gli Ottolenghi, come gli Orefice, sono costretti alla fuga.  Dapprima nascosti in una villa a Castiglioncello, in quanto ebrei sono poi obbligati a lasciare i luoghi di villeggiatura e si uniscono allora ai contadini, vivendo nei granai delle campagne di Bolgheri e Volterra e cercando cibo al mercato nero. La famiglia di Lea modifica i documenti d’identità per non destare sospetto, ma la minaccia nazi-fascista incombe e per Lea e Gastone inizia la fuga. Nel 1943 arrivano insieme a Firenze. Sono nella stessa città, ma non sono nascosti nello stesso luogo. Dopo alcuni giorni trascorsi in un seminterrato con la sorella, Lea scopre che Gastone e la sua famiglia hanno dovuto lasciare la città. Il dolore di Lea è grande, inizia il tormento per la separazione da Gastone, tormento che per mesi abiterà il suo cuore e le pagine del suo diario. Lea riesce a mettersi in salvo e a partire per la Svizzera insieme alla madre, ma la salvezza senza Gastone non ha senso. Per mesi Lea non ha notizie dell’amato. La lontananza la ossessiona. Il pensiero va a Gastone ad ogni passo, ogni respiro, ogni raro momento di bellezza. E così Gastone, assente, diventa un’invocazione, ripetuta ad ogni pagina. Dopo la Liberazione Lea ritroverà Gastone, lo sposerà e condividerà con lui sessant’anni d’amore.