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Autore

Lea Ottolenghi

Anno

1939 -1945

Luogo

Livorno

Tempo di lettura

3 minuti e 30 secondi

Ricordi e impressioni di un'internata

Mi dà gioia, ma al tempo stesso timore rituffarmi in quel periodo tanto burrascoso! Ne sono uscita per fortuna indenne e fortificata nel carattere, ma è doloroso ripercorrere quei tempi cosi tristi.

Legati con uno spago ho qui davanti a me 6 quaderni col mio nome e questo titolo. L 'inchiostro sta pian piano sbiadendo, le pagine sono ingiallite dal tempo....Prima che svaniscano nel nulla tutte quelle parole da me scritte a vent'anni voglio cercare di riscriverle per fissare tutti quei pensi eri buttati giù di getto come sentivo allora. Si  è infatti verificato ciò che pensavo che cioè col tempo i fatti, le persone, i luoghi restassero un pò confusi, annebbiati nella mia mente a parte le cose principali e piu salienti. Cosi avendo le mie figlie (ultimamente Laura) e la mia prima nipote Nora, espresso il desiderio di leggere quelle mie pagine. mi accingo a riscriverle, ora che sono vecchia (68 anni), ed ho 6 bei nipoti che le tre mie care figliole mi hanno creato. E’ a loro che dedico questi miei ricordi. Mi dà gioia, ma al tempo stesso timore rituffarmi in quel periodo tanto burrascoso! Ne sono uscita per fortuna indenne e fortificata nel carattere, ma è doloroso ripercorrere quei tempi cosi tristi.

Spesso le scenate derivavano dal fatto che papà teneva molto alla religione ebraica ed era osservante e mamma no e lui avrebbe voluto piegarla ai suoi desideri.

I miei ricordi più lontani risalgono a quando ero bambina. settima di otto fratelli e sorelle. A casa c’era sempre animazione esssendo in tanti ed io non mi sentivo importante. una fra tanti. I fratelli per me erano grandi ed Emma, la maggiore delle sorelle, una vice mamma. Era lei a guidare me ed Anna. la piu piccola. sia per le compere che per gli studi. Mamma leggeva tanto. sia giornali che libri e viveva un suo mondo ideale Fin da piccola sentivo parlare dell’unita d’Italia e con orgoglio di Mazzzini e Garibaldi e ci cantava ed insenava gli inni patriottici. Di papà avevo soggezione, mi pareva asssai piu vecchio di quel che non fosse con la sua barba ed i baffi bianchi. Ne avevo timore perché era nervoso ed a volte gridava forte con mamma che stava zitta e un reagiva. Dentro di me davo torto a papà che mi pareva tanto ingiusto c0n lei. Spesso le scenate derivavano dal fatto che papà teneva molto alla religione ebraica ed era osservante e mamma no e lui avrebbe voluto piegarla ai suoi desideri. Però aveva una grandissima stima di lei ed ogni sera tornando dall’ufficio le raccontava ogni cosa ed ascoltava i suoi consigli. Ricordo le grandi tavolate a pranzo ed a cena, noi bimbe non potevamo parlare e spesso i discorsi dei grandi erano incomprensibili per me. Avevamo due donne di servizio fisse che dormivano da noi e ci erano affezionate. Nel 1937 cambiammo casa. stavamo sul mare in un grande e bell’appartamento, ma a due piani alti, senza ascensore e non andavano bene per papa che soffriva di cuore. Cosi andammo a stare in città, vicino all’ufficio di papà: I N A (Istituto Nazionale Assicurazioni) che papà aveva fondato a Livorno nel I913, in via Cairoli. Avevamo ascensore. riscaldamento centrale in un palazzo tutto nuovo –
Mamma però rammaricava la bella vista del mare. ed anche io, che ricordo passavo ore ed ore alla finestra a veder il bel mare sconfinato e quando vedevo passare le navi le guardavo finché non scomparivano all'orizzonte e sognavo di viaggiare lontano in paesi sconosciuti. (Sono stata fortunata ed appagata di quei sogni'. Però er0 contenta di stare in città, dove più facilmente potevo andare a trovare le mie compagne di scuola.

La famiglia Ottolenghi, 1 gennaio 1933. Lea è la prima ragazza seduta a sinistra, vestita di chiaro.