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Scheda di dettaglio

Autore
Nome cognome
Ettore Finzi
Data di nascita
1910
Sesso
m
Luogo di nascita
Trieste
Livello di scolarizzazione
Laurea
Mestiere/Professione
Direttore laboratorio chimico Buitoni Sansepolcro
Diario
Tipologia testuale
Epistolario
Consistenza
390 P.
Natura del testo
Dattiloscritto: 2 Originale autografo: 1 Integrazione Fotografie
Tempo della scrittura
1939 -1945
Estremi cronologici
1937 -1945
Provenienza geografica
Trieste; Padova
Soggetti
Arruolamento Bombardamenti Chimica Conversione religiosa Cristianesimo Disoccupazione Ebraismo Ebrei Ebrei italiani Emigrazione Famiglie Guerra mondiale 1939-1945 Laicismo Lavoro Leggi razziali Licenziamento Malattie Matrimonio Medici Opinione pubblica Ospedali Penicillina Persecuzioni razziali Politica Politica internazionale Raffinerie di petrolio Razzismo Religiosità Rimpatrio Sindacalismo Sionismo Viaggi
Parole chiave
Compagnie petrolifere Croce Rossa Internazionale Distacco familiare Ebrei ortodossi Ebrei palestinesi Italia liberata Maschilismo Occidentalizzazione Politica inglese Scrittura femminile
Luoghi del racconto
Abadan Arezzo/provincia Bologna Iran Israele Milano Palestina Sansepolcro Tel Aviv Trieste
Crediti immagine di copertina
Coniugi Finzi Foà

Ettore Finzi

[...] Conobbi la mamma

La storia di un chimico triestino e di un'avvocatessa permense, Ettore e Adelina, che hanno in comune un destino: fuggono le leggi razziali trovando rifugio in Palestina. E lì fondano la loro famiglia.

Sinossi

Siamo nel 1938, Ettore Finzi è un chimico triestino e Adele, che tutti chiamano Adelina, un’avvocatessa parmense. Si incontrano sul lago di Como grazie a un amico. Hanno in comune un destino: sono entrambi ebrei e di lì a poco le leggi razziali sconvolgeranno le loro vite. Ettore e Adelina si piacciono, la Storia accelera le loro esistenze e pochi mesi dopo il loro primo incontro decidono di sposarsi e di emigrare in Palestina. Si imbarcano per il viaggio di nozze da turisti borghesi e arrivano in Terra Santa da esiliati. Salpano da Genova il primo aprile del 1939 lasciando dietro di loro le amate famiglie. Il sei dello stesso mese sono già a Tel Aviv. La città appare loro scialba, piatta, piena di cemento, offre però loro la libertà, tesoro ormai perduto in Italia.

La vita in Palestina si rivela molto diversa dalle aspettative, meno accogliente. Quando arrivano Adelina è incita. Di lì a pochi mesi nascerà la loro prima figlia: Hanna. Meno di tre anni dopo nascerà anche il secondogenito: Daniel. Il lavoro scarseggia, la famiglia fatica a vivere dignitosamente, Ettore decide di partire per l’Iran, ad Abadan, dove lavorerà per un anno e mezzo in una raffineria per il sostentamento della famiglia.

È nella distanza che separa Tel Aviv da Abadan che scava l’assenza e si fa intensa la nostalgia di Adelina per Ettore e di Ettore per Adelina. Per sentirsi meno lontani, Ettore e Adelina si scrivono. Il loro carteggio, ricco di dettagli della loro quotidianità e fitto di tracce di amore e dolore, è arrivato fino a noi.

 

La lettere di Ettore ed Adelina hanno vinto il PREMIO PIEVE SAVERIO TUTINO nel 2011 ed  sono state pubblicate da Il Mulino nel 2013 in un volume dal titolo "Parole trasparenti".