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L'inglese è di modi educati ma mi tiene a distanza: assolutamente neanche la minima confidenza.Con i colleghi palestinesi mi trovo in generale bene: si mangia allo stesso tavolo, si sta abbastanza insieme e si gioca spesso a bridge.

[Abadan}, 30 settembre  1944, sera

Carissima Adelina,

ho ricevuto il secondo pacco di giornali ma sono di nuovo in aspettativa di tue notizie [...]. La lentezza della posta èesasperante, ma purtroppo non c'è nulla da fare. Il giorno di Kippur ho mangiato come il solito e lavorato; eravamo bensìautorizzati  a rimanere  a casa, ma senza  paga . Quindi io senza esitare decisi di lavorare per varie ragioni, non ultima quella chenon mi potevo permettere il lusso di perdere una giornata di paga soltanto per il piacere di assentarmi dal lavoro. Qualcuno ebbe aridire, ma io tenni duro e feci osservare che si trattava puramente di osservanza e non osservanza. Il Rino fece il digiuno, anzi per essereesatti lo cominciò soltanto. Il giorno di Kippur fu preso da febbre altissima e fu ricoverato all'ospedale verso il mezzogiorno mentreio ero a lavorare. E così ebbi la sgradita sorpresa di non trovarlo al ritorno. Ora che ti scrivo è ancora all'ospedale ma è sfebbrato esi sente molto debole. Cosa abbia avuto non si sa perché il medico non si è pronunciato. Nel tempo di cinque settimane che siamoqui è già la terza volta che si ammala ed io sento quasi rimorso di averlo spinto a venire quaggiù. Io fortunatamente sto bene fisicamentesebbene sia un po' dimagrito. Soffro invece di nostalgia di te, dei bimbi, dei bei luoghi che da tanti anni non vedo più. Sonosempre in pena per i miei dei quali negli ultimi tempi mi sono anche sognato. E poi sento un tremendo desiderio di vedereDaniel: oggi, ad esempio, in pieno lavoro, in laboratorio, mi sono messo a guardarmi in giro aspettando che saltasse fuorisgambettando da qualche posto. È incredibile quanto bene io voglio a quella creatura: nemmeno io stesso ne avevo l'esatta nozione.Oggi che è sabato pensavo più del solito a voi, vi vedevo girare per la casa, vi vedevo in cucina a bere il caffè, mi sembrava disentire le vostre voci. Il tempo scorre, ma lento. [. ..]

Il lavoro ha ormai perso la novità : è diventato routine. Arrivano i campioni, si esaminano sempre nella stessa maniera e sidanno i risultati all'inglese. Questo lavoro lo facciamo in tre: io, un persiano e un armeno; prin1a c'era anche un indiano che èpassato giorni fa in un altro laboratorio. L'altra settimana l'inglese mi aveva parlato di un lavoro nuovo che dovevo iniziare,forse da solo, un lavoro sulla corrosione dei cuscinetti da parte degli olii lubrificanti che prometteva di essere interessante; mapoi non se n'è più parlato. L'inglese è di modi educati ma mi tiene a distanza: assolutamente neanche la minima confidenza.

Con i colleghi palestinesi mi trovo in generale bene: si mangia allo stesso tavolo, si sta abbastanza insieme e si gioca spesso a bridge. Abbiamo formato un piccolo circolo professionale ed ognuno di noi terrà periodicamente delle brevi conferenze riguardanti il lavoro che fa.

Ho avuto notizia che il Governo inglese ha acconsentito finalmente alla formazione di una Armata ebraica; oggi poi mi hannoriferito di aver sentito alla Radio che a Gerusalemme c'è il coprifuoco: ho l'impressione che siamo alla vigilia di avvenimentiinteressanti. Intanto hanno preso Rimini; credo che è giunto il momento di chiedere per mezzo Croce Rossa notizie degli zii hainotizie fresche  di Dino? C'è la possibilità di mandargli qualcosa? Ora mi ricordo che il 13 di questo mese è il compleanno dellanostra Anna. Falle un regalo anche per me, dalle tanti baci per me e dille che il suo papà le vuole tanto bene e lavora lontanoper poterle fare poi un bel regalone.

Ora smetto di scrivere ma non chiudo la lettera sperando di ricevere una tua domani. [...]

 

Oggi è stato il compleanno  di Anna: le ho comperato ifiori, come del resto ogni venerdì e, dopo il bagno, le ho consegnato i regali.
13 ottobre

Mi sembra di aver parecchie cose da raccontarti. È un peccato che ho molto sonno forse perché ho cenato con Polacco (sua moglie è andata oggi a Ghivat Brenner da Beppe e lui la raggiungerà domani) e ho bevuto un po' di vino, cui non sono assolutamente più abituata. Prima di tutto ti racconterò che, quando sono andata a prendere ibimbi, ho trovato Anna con gli occhiali, che erano stati restituiti oggi dal bimbo che li aveva portati via. Mi hafatto piacere perché l'incidente era stato molto spiacevole. Oggi è stato il compleanno  di Anna: le ho comperato ifiori, come del resto ogni venerdì e, dopo il bagno, le ho consegnato i regali. È stata molto entusiasta della scatola con le figure in cartone da ricamare con la lana e ha cominciato subito; intanto Dani si è appropriato  subito oltre che del fischio  (col quale si è messo  a marciare  dicendo «smol-mini-smol»)  della  palla. Anna è anche felice all'idea di essere festeggiata domenica al gan e tu sai quanto io pure godo di poterle procurare questa gioia. Siccome la Nadel è ammalata, ho dovuto pregare la Masal di fare una torta: le ho dato la farina e lozucchero e vedremo quanto mi verrà a costa­ re. Domani andrò per assicurarmi che la faccia e intanto farò visitaportando un regaluccio per il bimbo della figlia. Aggiungerò soltanto delle caramelle e, perché mi hanno detto che è di prammatica, una scatola di pezzi di legno colorati per il gan. Ho speso parecchio anche questa settimana(57,8 di varie e 347 di mantenimento) però al mercato ho fatto una spesa di frutta e verdura che dovrebbe durare anche per l'inizio della prossima settimana. Ho incassato di paga 212,4. Oggi ho parlato con Bonfiglioli. Gli ho offerto le tue ricette, ma non sembra che ci sia molta probabilità di fare affari: mi ha detto che gli porti pure la nota, che l'Elmitolo potrebbe interessare ma che per ora sono troppo indietro con la produzione, che devono annullare ordinazioni e non possono nemmeno cominciare la fabbricazione di quattro prodotti nuovi per cui hanno già pronti sia i permessi che il materiale. A me sembrava doveroso di tentare e sono contenta di averlo fatto. [...]

Ho fatto, tesoro, una lunga chiacchierata, come avrei fatto se ti avessi trovato al mio ritorno a casa. Però capisci anche tu che avevo e ho ragione di voler lavorare. Sono occupatissima, vivo per molte ore in ambiente diverso, vedo altra gente ho altre cose cui pensare e continuando così potrò tirare avanti e aspettare la fine della nostra separazione col morale alto.[...]

 

Mi lascio cullare dal «quel che sarà, sarà» e l 'unica cosa che preme è che venga al più presto quel bel momento in cui potrò stringere al mio petto te e le nostre creature.

[Abadan}, 16 dicembre 1945

Mia carissima,

Dal giorno che ho saputo che sarei partito verso la metà o fine gennaio il mio umore è cambiato.Le preoccupazioni di ordine eco­nomico sono quasi scomparse, mi lascio cullare dal «quel che sarà, sarà» e l 'unica cosa che preme è che venga al più presto quel bel momento in cui potrò stringere al mio petto te e le nostre creature. La novità è che avendo un lasciapassare invece di un passaportregolare non potrò tornare per la via che tutti fanno al ritorno ovvero: Abadan-Basrah-Bagdad-Damasco-Haifa. E ciò perché le autorità siriane danno il visto di transito soltanto ai possessori di un regolare passaporto. Perciò io farò il viaggio per via aerea, un balzo Basrah­ Kalya  (Mar Morto) in circa 7 ore. Questo vuol dire che partendo circa alle 8 da Abadan sarò alle 12 a Basrah e alle 19 già in Palestina. Mi resterà una notte da passare o a Kalya oppure a Gerusalemme e il giorno dopo sarò da te. Magnifico eh!Ma c'è un piccolo inconveniente. E questo consiste nel baule armadio che non si può portare inaeroplano. [...] Dovendo in ogni caso viaggiare per via aerea e non trovando  una  soluzione  felice non  mi  resterà  che  vendere  il baule-armadio ricavando il più possibile, ciò che credo non mi sarà difficile. Spero soltanto che a te non dispiacerà . [...]

pure a Daniel che quando saprà leggere gli scriverò se sarò lontano da lui anche per poco. Tanti baci a lui, ad Annetta ed a te ultima in linea ma non nel mio cuore.

Tuo Ettore