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La città sembra abbandonata a se stessa, sembra che agli inglesi non interessi proprio nulla se Tel Aviv salta in aria o no.Ma noi siamo venuti qui per stare finalmente in pace!
6 giugno 1939

Anniversario del nostro sbarco in Palestina.

Siamo qui da due mesi, siamo ancora in alto mare col certificato, le cose sono sempre incerte. Si parla di guerra, mai di pace.

Stamani coprifuoco a Tel Aviv a partire da mezzogiorno, perché questa mattina è stato ucciso un arabo. [.. .] Quindi, qualsiasicosa accada, non si può partire né arrivare a Tel Aviv.

Tornando dal solito posto all'Istanbul, abbiamo visto parecchi soldati inglesi per le strade.

Dicono che a Tel Aviv faranno terminare le scuole un mese prima del solito per trasformare le scuole in ospedali militari. Dicono, inoltre,che in Francia e Svizzera anticipano gli esami e che l'Inghilterra ha mandato via dalle sue scuole gli studenti stranieri.

Sarà vero? O sono forse fantasie di cervelli allarmati? [. ..]

Alla lezione d'ebraico la signora Hertzmann siede sempre nel primo banco a sinistra. Anche se arriva in ritardo, come succedequasi ogni sera, pretende di trovare il banco libero e, se qualcuno lo occupa, lo fa alzare e cambiare posto.

Questa sera io e Adelina abbiamo preso il suo posto nel famoso banco, perché non c'era altro posto. La signora è giunta col solitoritardo ed ha perentoriamente reclamato che le lasciassimo libero il posto. Noi abbiamo tenuto duro ed ha dovuto sedersi altrove. Persfogarsi ci ha dato dei fascisti ed ha detto che i nostri sono «modi di Mussolini».

Le ho beatamente riso in faccia.

 

7 giugno 1939

Questa notte improvvisamente mi svegliai. Non sapevo precisamente perché, sentii solamente la voce di Adelina che mi chiedeva:«Hai udito?» Pochi istanti dopo udii un forte scoppio molto vicino a casa nostra. Era il secondo perché il primo mi avevasvegliato. Restammo in ascolto, al buio, un po' scossi dall 'accaduto. Poco dopo, distinti, ma più lontani, si udirono altri duescoppi. Accesi la luce e guardai l'orologio: erano circa le 2 e un quarto. Sulla via, dopo il secondo colpo, si udì chiaramentefuggire una persona. Poi voci dalle case vicine e abbaiare di cani, rumore d'automobile per qualche tempo e poi, infine, ritornòla calma.

Stamani ho visto gli effetti della seconda esplosione a poca distanza dalla nostra abitazione. Hanno fatto saltare i cavi del telefonoauto­ matico, e così pare sia successo anche in un altro posto, mentre una bomba dovrebbe essere scoppiata sulla ferrovia a circaun centinaio di metri dalla stazione.

Chi ha messo le bombe? Arabi, ebrei, inglesi?

Menahem, quello dell'Istanbul, dice che sono gli stessi inglesi che ci provocano. Ad ogni modo sono convinto che non sono stati gliarabi.

Altri incidenti sono avvenuti fuori di Tel Aviv, vedremo domani cosa dirà il giornale.

Questi sono gli effetti della Carta Bianca. Dove si andrà a finire?

Questa sera Tel Aviv è calma, come del resto è stata tutto il giorno.  [...]

La città sembra abbandonata a se stessa, sembra che agli inglesi non interessi proprio nulla se Tel Aviv salta in aria o no.

Ma noi siamo venuti qui per stare finalmente in pace!

 

9 giugno 1939

I padroni dell'Istanbul sono ebrei turchi, ma la loro madre lingua è lo spagnolo di Castiglia. [...]

Menahem, il più giovane, è quello che ci serve più spesso.

È simpatico, fine e tratta con affabilità, gentilezza, ma senza servilismo. Riceve ordinazioni in ebraico o in spagnolo o in francese;le trasmette alla cucina sempre in spagnolo. È anti tedesco, anti inglese e religioso. Ci ha raccontato lui tutte queste cose chetrascrivo qui e ci ha anche detto che ha sposato una bulgara.

Il Café Restaurant Istanbul è come la grande città di cui porta il nome, è come un grande porto di mare, un ritrovo di gente ditutte le razze, di tutte le provenienze e di tutte le condizioni. Ma si mangia bene ed a buon prezzo.

Coniugi Finzi Foà
I coniugi Finzi Foà con degli amici