Autore
Giuseppe SalveminiAnno
1916 -1918Luogo
Arezzo/provinciaTempo di lettura
8 minutiDiario della mia vita militare
Dopo il riposo mi sono trattenuto in camerata e quivi è sorta una viva discussione sull’esistenza di Dio e sull’immortalità dell’anima, provocata da uno zelante seminarista, Orlandini di Firenze. Controbattevano l’avv.ᵗᵒ Orlandi e l’Avv.ᵗᵒ Egidi, insieme a tanti altri allievi. Poi insieme siamo andati a mensa. Per andare a mensa ci fanno fare il tragitto di buon passo e passando di faccia al Comando della Scuola ci mettiamo di corsa, poi ci fermiamo nel boschetto del palazzo e quivi è il brusio vivace e allegro di più di 3500 allievi, troncato di colpo dallo squillo dell’attenti. Dopo lo squillo del riposo le compagnie cominciano a sfilare dentro i vari saloni. Poi ci mettiamo ritti davanti al proprio posto, aspettando lo squillo del sol che ci permette di sedere e di mangiare. Tornati da mensa e fatta pulizia, ci ha passato la rivista il tenente e quindi siamo usciti. Ho incontrato i due fratelli Domini e ho passeggiato con loro e il Polvani s’intende. Il Domini Giacinto è allievo effettivo e degli effettivi dirò che sono tutti boriosi e superbi, ci guardano dall’alto in basso e non vengono a passeggio con noi; noi li disprezziamo! Insomma fra noi di complemento e loro effettivi c’è proprio incompatibilità di carattere. Sono rientrato in caserma 10’ minuti prima e fatto l’appello sono andato a letto. Le ultime flebili e patetiche note del silenzio risuonano fra le numerose volte della caserma e la loro eco giunge a noi come lamento e sospiro di desideri incompleti.
21 Giugno. Mercoledì
Mi sono alzato 10’ minuti prima e con gli altri sono andato a prendere il caffè. Prima anche il caffè si prendeva al palazzo, ma da ieri in avanti lo prenderemo nel piazzale della nostra caserma. Ce lo danno in ciotole di porcellana. Poi siamo andati, vestiti in tela, come sempre, all’istruzione. A comandare l’11ᵃ squadra hanno rimesso il cap.ˡᵉ Piumelli, siciliano, vagabondo e buono a nulla. Abbiamo fatto le solite cose. Dopo, tornati in caserma a fare pulizia e andati a mensa a palazzo, ho assistito alla consegna della posta. Ho ricevuto posta dalla mamma e dall’amico C. Latil. Di salute sempre ottimo e di morale altissimo. Dopo il riposo ci siamo vestiti con pantaloni e mollettiere di panno e giubba di tela e siamo scesi nel piazzale ove la 13ᵃ Comp.ᵃ è stata definitivamente divisa in 3 plotoni e 4 squadre. Io appartengo alla 11ᵃ Squadra del 3° plotone della 13ᵃ Comp.ᵃ del 4° Battaglione. Tornati in camerata, ci hanno cambiato i posti e così sono rimasto dispiacentissimo di separarmi da tanti simpatici colleghi, come Niccolardi, Orlandi, Ricci, Volterra ecc. Sono stato messo in un’altra camerata, ove all’infuori di Torresi d’Arezzo, gli altri sono tutti della bassa Italia, come Tresca, Pavoni ecc che non mi piacciono. Del resto sono tutti giovani allegri e buoni, con i quali presto simpatizzerò. Andato a mensa, tornato in caserma e fatta la pulizia, ho avuto libera uscita. L’amico Polvani non è uscito perché malato di leggera Blenorragia, e così anch’io sono tornato prestissimo. Fatto l’appello sono andato subito a letto e con il massimo raccoglimento, quasi rattenendo il fiato, ascolto il succedersi lento e prolungato delle note del silenzio che risvegliano in me i miei desideri e le mie speranze. Poco dopo, sentiamo sbattere la sciabola dell’ufficiale d’ispezione che passa e scompare, e il silenzio assoluto regna su quella gran mole di caserma, ove migliaia di giovani, dormono e sognano il prossimo sacrificio della propria vita per la Patria!
22 Giugno. Giovedì
Come il solito, dopo il caffè sono andato all’istruzione. Per caporale ci hanno dato Messina che credo sia permanente. Ha poca o punta voglia di fare, ma in compenso è buono e allegro. Dopo un’oretta d’istruzione di squadra, abbiamo fatto istruzione di plotone sotto il comando del sott.ᵗᵉ Bivona. Abbiamo faticato, ma con soddisfazione. Così abbiamo ripetuto: saluto, attenti, riposo, fianco destr e sinistr, attenti a destr e a sinistr, fronte a destr e a sinistr, obliquo a destr e a sinistr, dietro front, marcia di fianco e di fronte e corsa. Siamo tornati a casa impolverati e stanchi, ma contenti. Non ho ricevuto nulla di posta e ciò mi rende inquieto e nervoso. Partii improvvisamente da Arezzo, con pochi denari in tasca, e quindi adesso mi occorrono. Speriamo domani che mamma, alla quale ho scritto, esponendo le mie rovinate condizioni finanziarie, mi mandi denaro. Alle 15 rivista delle camerate per opera del tenente Doria. In questo momento il sergente del 3° plotone, mi chiama e mi consegna un vaglia! È la Maria che mi manda £ 20. Brava e buona sorella! Sono allegrissimo! Bensì con un certo dispiacere ho letto che i vaglia non si riscuotono che nei giorni fissati. Così io devo aspettare fino al 30 c.m.!! Perbacco! Arriva la manna e non posso mangiarla! Poi ha passato la rivista il cap.ⁿᵒ Saitto. Alla libera uscita sono con i colleghi avv.ᵗᵒ Orlandi e con il maestro Buscalferri. Siamo andati a prendere un gelato. Tornato in caserma e risposto all’appello, sono andato a lavarmi l’estremità, cosicché al silenzio non ero a letto. Per fortuna non è passato il tenente.
23 Giugno. Venerdì
Da oggi in avanti va in vigore l’orario nuovo, perché fino ad oggi era provvisorio. All’istruzione, stamani ci comandava personalmente il Capitano, che ci ha fatto sudare divertire. Dopo mensa ho ricevuto una cartolina dal Preside dell’Istituto Tecnico d’Arezzo, al quale scrissi. Dopo il riposo siamo andati a studio. Noi del 3° plotone, siamo andati insieme a quelli della 14ᵃ Comp.ᵃ in un’altra aula, perché quella della 13ᵃ è piccola. Non mi hanno dato ancora i libri, mentre molti l’hanno già avuti. Dopo studio siamo andati a palazzo a ginnastica. Comandava la mia squadra un maresciallo bravissimo che ci stancò e divertì assai. Poi avemmo istruzione di scherma e imparammo il modo di marciare con la sciabola sguainata e il saluto. C’insegna un maestro di scherma, borghese, che, a parer mio non ha voglia di far nulla e si diverte a raccontare le storielle, per parere spiritoso!!!... Ci dà a tutti del tu! quel villano. Prima di ginnastica e scherma, ebbimo lezione di Armi e Tiro, fatta dal Magg.ʳᵉ Fabre, comandante del 4° batt.ⁿᵉ, un simpaticissimo alpino. Ha 5 medaglie! Mentre scendevo di camerata per andare nel piazzale, urtai per le scale un tenente, grasso, credo della 12ᵃ Comp.ᵃ, il quale mancò poco non mi consegnasse. Sceso nel piazzale, invece di stare in riga, mi avvicinai per udire l’appello e così il serg.ᵗᵉ Mazza, caposcelto, mi voleva consegnare. È costui troppo zelante e pedante, crede di essere chissà chi, e non capisce che è un collega come un altro e uscirà aspirante come noi. Uscii pure io, alla libera uscita, ma tornai quasi subito. Sono già a letto. Suona il silenzio, stasera più triste e melanconico e mi lascia più nervoso; forse perché contrariato dalle prime osservazioni che mi sono state fatte.