Scheda di dettaglio
Shlomo Venezia
Il racconto di Shlomo Venezia
Le memorie di un cittadino italiano ebreo residente in Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale: da Salonicco ad Auschwitz, dove, per sopravvivere, è costretto a far parte di un sonderkommando. Una lotta per la sopravvivenza fisica e psicologica, che si conclude con la liberazione.
Estratti Diario: 5
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Salomone Venezia, detto Shlomo, è un cittadino italiano ebreo residente in Grecia. Nasce a Salonicco nel 1923 da una famiglia ebrea. Shlomo e la sua famiglia sono molto rispettati nella loro città e ben integrati: le prime leggi razziali non impediscono loro di vivere come liberi cittadini. Ma quando nell’autunno del ‘40 Mussolini attacca la Grecia e si trova a dover affrontare un’aspra resistenza, interviene anche la Germania. La Grecia si ritrova allora contemporaneamente occupata dagli italiani e dai tedeschi: entrambi avevano gli elenchi degli ebrei e improvvisamente tutti gli ebrei residenti in Grecia sono schedati e perdono i loro diritti. Nel 1943 cominciano le persecuzioni e le deportazioni. Il consolato italiano offre agli ebrei italiani di Salonicco due possibilità: il rimpatrio verso l’Italia, destinazione Sicilia, o il trasferimento verso Atene, posta sotto l’amministrazione italiana. Per non lasciare il paese natale, molti scelgono il trasferimento ad Atene. Questa scelta però si rivela fatale perché dopo l’8 settembre del 1943 e la disgregazione dell’esercito, la zona di Atene cade in mano tedesca: Shlomo e gli altri ebrei italiani vennero deportati dai nazisti delle SS.  L’11 aprile del 1944 Shlomo arriva ad Auschwitz-Birkenau insieme alla madre, alle tre sorelle, al fratello e ad alcuni cugini. Lì viene separato subito dalla madre e dalle sorelle. Due di loro, ritenute troppo giovani, e la madre, considerata troppo anziana per lavorare, vengono subito destinate alle camere a gas. Della sorella più grande invece, Rachele, Shlomo perde traccia quel giorno. La rivedrà solo tredici anni dopo, nel 1957. Quanto a lui e Moise, il fratello maggiore, vengono obbligati a lavorare nei Sonderkommando, squadre di deportati che devono prendere in carico la cremazione e lo smaltimento dei corpi degli altri deportati. I Sonderkommando vengono periodicamente smantellati e i loro membri uccisi per evitare di diffondere testimonianze troppo precise del progetto di sterminio del regime nazista.  Shlomo fu uno dei pochissimi sopravvissuti dei Sonderkommando e uno dei due soli italiani che ne fecero parte.
 
La storia di Shlomo è stata pubblicata da Liberetà nel 2006 in un volume dal titolo "l'abisso e il silenzio".