Autore
Lea OttolenghiAnno
1939 -1945Luogo
LivornoTempo di lettura
4 minutiRicordi e impressioni di un'internata
15 -11- 44 Non sono più capace di scrivere, di pensare, di agire, mi sento una nullità, un’automa che agisce per forza d'inerzia, priva di volontà e quel che è peggio priva di desideri! Tutto mi è indifferente! Sono giù come non mai, credo che ho bisogno di una forte scossa, mi faccio quasi paura! Persino su te, Gastone mio, unica mia speranza a cui mi afferro con tutta l’anima, ho cominciato a montarmi la testa. Non ho più voglia di uscire, di lavorare, faccio il minimo indispensabile e contro voglia. Ieri sono uscita con uno sforzo tutta sola, uno spettacolo veramente bello mi circondava, tutto il paesaggio coperto dalla neve rendeva al paese un aria irreale, mi ero accorta che nevicava? No, ossia non ci avevo fatto nemmeno caso. Il freddo di fuori mi ha risvegliato ed ho come riaperto gli occhi al mondo e mi sono domandata: che cosa faccio, chi sono, perché vivo? Ero sul ponte, sotto di me il torrente scrosciava, ed ho capito come certuni possa venire l’idea del suicidio senza che una ragione valida, grave, speciale, sopravvenga improvvisa e la determini, ma così per un semplice ragionamento! Non spaventarti, non sono debole ne coraggiosa fino a questo punto, ho solo fatto delle considerazioni personali.
Perché (mi sono domandata) in quei momenti non mi è giunto un tuo segno di vita? Ho sempre atteso giorno per giorno all’ora della posta con pazienza, sostenuta da una piccola ma ahimè vana speranza, ora anche questa mi ha abbandonato e apatica continuo a vivere, mi sento debole moralmente e fisicamente, e questo contribuisce tanto ad abbattermi, non ho più forza di reagire, senza avere un male determinato, sento però di non aver più il mio solito equilibrio, la testa se ne va per conto suo, agisco da sonnambula, distratta, assente, faccio fatica a seguire i discorsi anche più semplici e dimentico tutto. A volte faccio le scale ed arrivo in camera ma non ricordo più cosa volessi, allora mi aggiro attorno, tocco gli oggetti con mosse inutili, mi fermo cerco fare uno sforzo per ricordare: nulla! Ma….povera Lea cerca di reagire, mi dico e ripeto di continuo, ma non ci riesco! Ho un ronzio continuo all’orecchio, ma via, non voglio più pensare a niente! Da circa 3 settimane però cerco invano di scuotermi, ma non ci riesco, stasera soltanto comincio a sentirmi di più in vita, più calma, cerco farmi un programma ma non voglio affannarmi troppo in stupidaggini, per finire un lavoro che mi rende pochi centesimi, non ne vale la pena! Oggi ero a tavola e mi giunge una lettera da Silvia che mi annuncia una lettera dall’Italia! Leggo avidamente ed a un certo punto dice: Riposto sotto la lettera di Gastone, do un balzo sulla sedia, le righe mi ballano dinanzi agli occhi, scorro tutta la lettera in ogni senso, niente lettera di Gastone! Un tuffo! Un attimo di gioia intensa, una ricerca affannosa, e poi nulla ripiombo nel buio! Mi ha fatto così male la tremenda delusione, mi ha fatto bene in un certo senso questa scossa che mi ha fatto di nuovo sentire la tua vicinanza, ti ho riconquistato! E’ come mi fossi fuggito, poi fossi ritornato di nuovo a me, comincio a risperare! Gastone, Gastone perché non tenti di mandarmi un messaggio? Qui tutti prima o poi hanno avuto notizie, io sola navigo nel buio, ho ormai la certezza che sei in salvo e questo è l’essenziale e dovrebbe bastarmi, è vero, e di questo non ho perso mai la fiducia né che tu non pensi alla tua Pusse sconsolata. E’ arrivato anche un telegramma dall’America, il primo che ci giunge direttamente, buone notizie, mi ha dato tanta gioia..chissà come i nostri da laggiù pensano la nostra vita! Il più è che non stiano più in angoscia per noi!