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Scheda di dettaglio

Autore
Nome cognome
Laila Malavasi
Data di nascita
1921
Sesso
f
Luogo di nascita
Roncolo di Quattro Castella RE
Livello di scolarizzazione
Licenza elementare
Mestiere/Professione
(Pensionato)
Diario
Consistenza
pp. 35
Natura del testo
Dattiloscritto: 2 Allegati
Estremi cronologici
1921 -1960
Provenienza geografica
Reggio Emilia/provincia
Soggetti
Bombardamenti Contadini Donne Educazione Famiglie Femminismo Guerra mondiale 1939-1945 Lavoro agricolo Mezzadria Migrazione interna Operai Partigiani Politica Resistenza Scioperi Scuole Sindacalismo Sindacalisti Sindacati Stabilimenti industriali
Parole chiave
Liberetà Mondo contadino Partito comunista italiano Sindacato CGIL Staffetta partigiana

Laila Malavasi

[...] Io sono nata

"La scelta della politica a tempo pieno ha influito moltissimo nella mia vita": l'esperienza della Resistenza, con nove mesi di vita di montagna, segna le scelte future della figlia di una famiglia di mezzadri; non si sposerà nè avrà figli, per poter accettare ruoli dirigenziali nel sindacato e nel partito.

[...] Io sono nata
La partigiana "Laila" (a destra), Anita Malavasi, con i suoi compagni Maruska e Gip

Sinossi

Laila nasce Anita, il 21 maggio 1921 a Roncolo di Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia.
La famiglia, benché sia di origini contadine e di stampo patriarcale, dà grande importanza alla cultura: il padre studia la musica, il nonno obbliga i nipoti a leggere la letteratura russa nella stalla tutte le sere, tutti gli appartenenti al ramo paterno lavorano negli uffici comunali di Vezzano e in casa tra giochi o giornalini per ragazzi la scelta ricade quasi sempre sui secondi, eccezion fatta per «Il Balilla» in quanto la famiglia è di estrazione antifascista e di orientamento socialista.

 

Quando entra nella Resistenza Anita diventa Laila: è questo il nome di battaglia che lei stessa si sceglie ed è così che tutti i compagni e i colleghi la chiameranno fino alla fine dei suoi giorni. Rimarrà Anita solo per la famiglia.


La riconosciuta centralità della cultura e dell’istruzione non permettono comunque alle donne della famiglia di essere alla pari degli uomini; relegata a ruoli di accudimento della casa e della prole, «la donna era impedita nella sua iniziativa, doveva badare alla casa», scrive Anita diventata Laila.
 

Nel 1927 il fascismo comincia a influire sulla sua quotidianità. Uno dei casi che riporta nel suo diario è, ad esempio, quello della «tessera della piccola italiana».

 

Gli orientamenti politici, che tanto hanno inciso sulla sua esistenza («la scelta politica a tempo pieno ha influito moltissimo nella mia vita») la porteranno a entrare nella Resistenza e, successivamente, a scegliere di non sposarsi né avere figli così da poter accettare ruoli dirigenziali nel sindacato o nel partito, anteponendo dunque le scelte professionali a quelle personali e private.

 

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