Scheda di dettaglio
Sinossi
Piero ha dodici anni quando scoppia la Seconda guerra mondiale e ne ha quindici quando affianca i partigiani nella lotta clandestina contro il fascismo e l'occupazione tedesca.
Nell’ottobre del ’43, dopo l’armistizio, assieme a un gruppo di compagni antifascisti raggiunge la Val Trompia e si aggrega alla divisione Fiamme Verdi, poi brigata Perlasca. Sono in trentatré e occupano la stalla e il fienile di due baite di montagna. Il nome da battaglia di Piero è “Massimo” ed è il più giovane del gruppo. 
Non essendo in obbligo di leva e quindi libero di circolare, gli vengono assegnate pericolose missioni come staffetta tra Brescia e Milano. Durante una di queste viene infatti arrestato e riesce a fuggire rocambolescamente, scampando così alla deportazione in Germania.
Nelle sue memorie, intitolate La pecheronza dal nome che nella redazione dell’Unità avevano dato alla telescrivente, il cui suono ricordava il ronzio di un’ape, Piero, con scrittura schietta e ironica, ripercorre vivacemente la sua vita.