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Autore

Remo Rosati

Anno

1998 -2001

Luogo

Arezzo/provincia

Tempo di lettura

2 minuti

Le mie avventure

E li fra la paura e lo sgomento un gran crollone ed un forte boato, cademmo tutti, per lo spostamento dai graduati a lultimo Soldato.

XII

Come felin quando la preda aspetta che l’aggredisce senza spiegazione, chi al braccio ci metteva la fascetta e chi faceva la sottoscrizione. Una sola coperta e la Gavetta era il corredo per la spedizione. Che se non era il beato frastorno era per l’una dopo mezzogiorno.

<Il beato frastorno> Il Bombardamento, delle dodici ettrenta. Che devastò la Stazione

XIII

Guidati poi dalle cruenti tarme, che con tantaltri ci misero insieme c’inquadrarono dentro piazza d’arme dove non si vedean facce serene. Quando a d’un tratto, si sentì l’allarme. Con l’insistente urlar delle sirene. Allor tentammo di forzar l’ingresso, che da quei criminal non ci fu ammesso.

XIV

E sopraggiunti da una formazione ci rassegnammo ad’un destino amaro, che non avendo scampo d’evasione l’un dietro l’altro si cerca riparo. Fortuna volli che la sua intenzione non era di privarci, il veder chiaro. Solo di chi demolire la stazione per togliere l’accesso al Settentrione

XV

E li fra la paura e lo sgomento un gran crollone ed un forte boato, cademmo tutti, per lo spostamento dai graduati a lultimo Soldato. E tutti con lo stesso sentimento senza timore del mitra spianato. Tutti ci si ammassò verso il portona che non si fece alcuna concessione

XVI

Ma non pervinti ci facemmo indietro ong’un altro spingea verso l’ingresso, che scricchiolando come fosse vetro di scatto diede a noi, libero accesso. Che perfino il Portone di San Pietro simile urto l’avrebbe manomesso. Con gli altri mi buttai nel [serra serra] passai senza toccar piede per terra.

XVII

Come un grosso gregge spaventato ci dirigemmo su verso il giardino che per antico nome e detto il prato e apre lo sguardo verso il casentino. E come cagnolino abbandonato che vaga in cerca del suo padroncino. Per ore anchio cercai, senza guadagno per poter ritrovare qualche compagno.

XVIII

Intanto il sole salutaneto il giorno lasciava spazio a l’imminente sera, anche lo spazio che mi stava intorno era ben poco e d’aspettar non c’era. O afrontare la via del ritorno a ritornar sotto la serra nera. Per dar più scorno a quella sua mania decisi di tornare a casa mia.

<Sotto la setta nera. Sotto i fascisti>