Autore
Remo RosatiAnno
1998 -2001Luogo
Arezzo/provinciaTempo di lettura
1 minutoLe mie avventure
VIII
Aveo compiuto diciott’anni appena l’età dei sogni, degli esseri umani. Che in maggioranza e quella più serena, e nei Cuori rinteciano i legami. Mentre abbondava immé solo la pensa, di esser vivo oggi per morir domani. La vita mia, non avea più valore, perché considerato un disertore.
[...]
XX
Dopo tanto vagar senza una meta, son ritornato nella vecchie zone, [ricordato] sfogo a l’arte del poeta, che negato m’avea l’emigrazione. Con una vita, semplice e discreta, da tutti godo, stima e ammirazione. Pratico sacre, con feste e balere, tra quei che ho fatto, e l’unico mestiere.
XXI
Or che l’età s’avanza il crine d’imbianca chiudo con diario delle mie avventure, pria che la rima dell’età sia infranta e le memorie, non sian più sicure. Se ben fin’ora, l’abbia fatta franca senza bisogno, di sfaccettature. Ho voluto narrare, senza bugia, tutto il cammino, della vita mia.